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									2 agosto 2014 - 
									
									“Con 
									gusto. Storia degli italiani a tavola” 
									(Laterza, 2007, 437 pp., disponibile anche 
									in spagnolo con il titolo “Delizia! 
									La historia épica de la comida italiana”, 
									Debate, 2014, 448 pp.) è una descrizione 
									dell'evoluzione della cucina del Belpaese 
									attraverso i sapori delle sue città. 
									
									
									Sulla base di una ricerca esaustiva, lo 
									studioso inglese John Dickie descrive uno 
									sviluppo culinario nato nei centri della 
									civiltà in cui convergono soldi, talento, 
									ingredienti e potere. Il testo rivela anche 
									come la violenza e le cospirazioni, oltre al 
									gusto e alla creatività, hanno influito 
									sulla storia della pasta, della pizza, dei 
									risotti, dei salumi, del pesto e di molti 
									altri piatti che l'Italia ha saputo 
									diffondere nel mondo. 
									 
									
									
									Il 
									saggio, strutturato in sei parti e venti 
									capitoli —ognuno dei quali è dedicato a una 
									città— costruisce un racconto che si snoda 
									dalla Palermo del XII secolo fino alla 
									Torino del 2006. Percorso, dunque, anche 
									geografico: ricognizione per stabilire 
									luoghi e tempi di sedimentazione dei 
									caratteri del gusto di una cucina oggi 
									riconosciuta fra le migliori al mondo. 
									
									
									La 
									prima parte descrive la tavola medievale e i 
									centri attorno cui hanno iniziato a 
									cristallizzarsi abitudini divenute, poi, 
									tipicità. Nel Rinascimento, filo conduttore 
									della seconda parte, si consolida la 
									strutturazione del sistema gastronomico 
									urbano a partire da centri di irradiazione 
									che l'opera identifica principalmente a Roma 
									e Ferrara. 
									
									
									
									Nella terza parte il fuoco della narrazione 
									inquadra l’alimentazione popolare o, per 
									meglio dire, la sua rappresentazione rituale 
									negli scenari urbani. Dagli albori del 
									Seicento all’Italia pre-unitaria, Dickie 
									volge lo sguardo alle piazze cittadine dove, 
									in particolari occasioni —come, ad esempio, 
									interminabili banchetti rinascimentali ad 
									alberi della cuccagna attorno cui si 
									affollano le masse— i meno fortunati godono 
									del privilegio di un’abbondanza altrimenti 
									irraggiungibile. 
									
									
									
									Nelle ultime tre parti, corrispondenti alla 
									seconda metà dell’opera, l’autore passa in 
									rassegna le abitudini alimentari di 
									un’Italia divenuta nazione. Dalla creazione 
									della nuova identità politica fino alle 
									abbondanze del boom economico, con 
									l’intermezzo del ventennio fascista a fare 
									da breve spartiacque, la galleria dei 
									personaggi e delle città passate in rassegna 
									si infittisce. 
									
									
									Dickie —che con quest'opera si è aggiudicato 
									il premio Giovanni Rebora 2014— mostra 
									inoltre antiche mappe che rivelano l'origine 
									della pasta, i dettagli dei menù composti da 
									oltre 100 piatti serviti durante alcuni 
									impressionanti ricevimenti di nozze 
									rinascimentali, ricette medievali e altre 
									curiosità sulla cultura alimentare del 
									Mediterraneo più popolare del pianeta. 
									 
									La Sicilia e il 
									Sud d'Italia in una mappa di al-Idrisi del 
									1154a cui si collega John Dickie nel suo libro.
 
									
									
									Il professore della University College of 
									London spiega anche che la parola pizza deve 
									probabilmente la sua etimologia alla pita 
									greca e alla pide turca e, con loro, 
									appartiene a una grande e antica famiglia di 
									pani piatti e lievitati. 
									
									
									Non poteva mancare nel testo la storia della 
									presunta origine della pizza margherita 
									basata su un episodio avvenuto nel 1889 che 
									i napoletani utilizzano come dimostrazione 
									della loro paternità di uno dei piatti più 
									iconici della nostra cucina. 
									
									
									Il lavoro di Dickie, consigliabile per la 
									qualità dell'indagine e la sapidità della 
									scrittura, è sicuramente un titolo che non 
									può mancare sugli scaffali di tutti gli 
									amanti dei sapori della cucina del Belpaese. 
									  
									
									(massimo barzizza /  puntodincontro.mx) 
									  
									
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