|     
									
									
									21
									aprile
									2014 - 
									
									 
									Annamaria Testa, nota pubblicitaria, 
									consulente e docente, ha lanciato sul suo 
									sito
									
									nuovoeutile.it la caccia alle parole che 
									si potrebbero usare in italiano ma che 
									spesso, ormai, si usano in inglese. 
									
									 
									Come un virus —e molte volte mal 
									pronunciate—  passano da ambiti 
									settoriali e lavoratori ai mezzi di 
									comunicazioni e poi al parlare comune. 
									Magari solo per pigrizia, per abitudine, per 
									sembrare più alla moda, per marketing 
									(rivestire di un senso apparentemente nuovo 
									un concetto abusato o superato). 
									
									 
									«La lista gira in rete e raccoglie, di 
									pagina in pagina e di condivisione in 
									condivisione, oltre quattrocento commenti: 
									un’appassionata revisione collettiva a 
									partire dalla quale riscrivo tutto quanto 
									togliendo, integrando e modificando», scrive 
									Testa. 
									
									 
									Il risultato sono 300 parole: la lista 
									completa la trovate qui sotto. Cliccate 
									sull'immagine per ottenere una versione a 
									maggiore risoluzione in PDF. 
									  
									
									 
									  
									
									(corriere.it 
									/ puntodincontro.mx / adattamento e 
									traduzione in spagnolo di
									massimo barzizza) 
									  
									
							 |