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febbraio
2014 -
Prima o poi si potrebbe arrivare a parlare
di pressione fiscale percepita e pressione
fiscale reale, dal momento che nessun
contribuente ammetterebbe mai di pagare
poche tasse, o almeno di pagarne meno dei
suoi vicini di confine. Sono sempre
«troppe».
Ma quali sono realmente i Paesi a pagare di
più? Le imposte sul reddito sono da decenni
il cavallo di battaglia e la spina nel
fianco della politica e le aliquote fiscali
variano notevolmente a seconda del Paese in
cui si vive. Ora la Price Waterhouse Coopers
(Pwc) ha tirato fuori i numeri: per ogni
Paese del G20 hanno calcolato quanto un
lavoratore con un salario medio avrebbe
lasciato allo Stato di tasse, detratte le
imposte sul reddito e i contributi
previdenziali. Certo, dalla lista mancano le
tesse indirette (dal canone tv alle accise
sulla benzina) e gli sgravi fiscali, che
possono incidere molto.
Il campione di riferimento preso in esame è
un contribuente sposato con due figli, uno
dei quali di età inferiore ai sei anni. Ed
ecco le quote dello stipendio che rimangono
ai lavoratori detratte le tasse. Italia il
50,59%; Gran Bretagna 57,28%, Francia 58,10%
Germania 60,61%. Va leggermente meglio in
Canada (58.13%), Giappone (58.68%), Stati
Uniti (60.45%) e Cina (62.05%). La pressione
scende decisamente in Messico (70.60%),
Brasile (73.32%), Russia (87%) e Arabia
Saudita 96.86%. Ma è fondamentale
considerare, quando si confrontano i livelli
di pressione fiscale – ricorda l’Ocse – che
le tasse sul reddito sono solo una delle
tasse da pagare.
(monica
perosino / lastampa.it
/ puntodincontro.mx / adattamento e
traduzione in spagnolo di massimo barzizza)
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