19 dicembre
2014
-
Il Messico si proietta
sulla scena internazionale e sta modificando
il suo profilo. Questa grande nazione
latinoamericana cerca, e in parte trova,
un'immagine differente, anche negli accordi
siglati tra le Pymes messicane e le Pmi
italiane. Due acronimi per definire le
stesse entità: le piccole e medie imprese
dei due Paesi.
Nel Forum
Italo-Latinoamericano, “Le politiche
pubbliche verso le Pmi”, organizzato pochi
giorni fa dall'Iila (Istituto
italolatinoamericano) e dal ministero degli
Affari Esteri è andato in scena un confronto
aperto e un invito reciproco a operare sui
mercati mondiali.
La delegazione di imprese
messicane, accolta in Italia da José Luis Rhi Sausi,
segretario socio economico dell'Iila, ha
visitato quattro regioni italiane: Lombardia,
Veneto, Emilia Romagna e Toscana. «Con
questo forum abbiamo realizzato un grande
sforzo per rendere più concreti i contatti
tra l'Italia e i paesi della regione» —ha
detto durante l'incontro finale dell'evento
l'Ambasciatore Giorgio Malfatti di Monte
Tretto, segretario generale dell'IILA— «è la
prima volta che imprenditori, esperti e
funzionari latinoamericani vengono in Italia
per osservare da vicino l'esperienza delle
nostre PMI».
Alessio Gnaccarini, del
Centro Tecnologico per il settore
legno-arredo COSMOB di Pesaro, ha
pronunciato un discorso durante il quale ha
affrontato il tema della cooperazione
puntando sull'innovazione. Pare uno slogan,
ma non lo è: «Produrre scarpe e mobili non
serve più —ha detto— l'idea indifferibile è
cercare valori aggregabili, in termini di
estetica, gusto e tecnologia; in altre
parole, creare prodotti differenziabili.
Come fare? Per esempio creando un rapporto
più stretto tra le Pmi e i laboratori, le
università, i fashion designer, la
tecnologia per i nuovi tessuti».
Anche perché —secondo il
messicano Enrique Jacob Rocha, presidente di
Inadem (Istituto nazionale dell'imprenditore)—
gli ostacoli che intralciano le Pymes
messicane e le Pmi italiane sono molto
simili e necessitano di riforme analoghe:
quella dell'energia elettrica, il passaggio
verso l'economia verde, la riforma
finanziaria, l'accesso al credito, i
processi di ristrutturazione e di
incubazione. Tanto vale lavorare insieme e
affacciarsi sui mercati di tutto il mondo
con le sinergie adeguate.
Nei giorni scorsi non
sono stati firmati accordi milionari, vero.
Ma si è tessuta una trama di relazioni con
l’obiettivo di promuovere tutte le forme
possibili di collaborazione per potenziare
le Pmi tra i Paesi partecipanti. I
distretti industriali italiani, che
costituiscono ancora oggi l'ossatura
dell'economia regionale italiana, vivono una
stagione difficile, ma proprio la loro
internazionalizzazione è la principale
chance per rivitalizzarsi.
(massimo barzizza / puntodincontro.mx)
|