3 novembre 2018
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La Corte Suprema messicana ha compiuto
mercoledì scorso un nuovo passo verso la
legalizzazione dell'uso della marijuana a
fini ricreativi nel Paese latinoamericano,
con la quinta sentenza consecutiva nella
quale ha dichiarato incostituzionali gli
articoli della legge che proibiscono la
produzione e il consumo della cannabis.
Formalmente, la decisione concerne solo
cinque casi specifici di cittadini che hanno
chiesto la protezione legale (amparo)
per poter consumare marijuana a scopi
ricreativi e dunque si applica solo a loro.
Nel sistema legale messicano, però, cinque
sentenze dell'alta corte con lo stesso
contenuto costituiscono giurisprudenza, per
cui i magistrati dei tribunali inferiori
sono obbligati a tenerne conto nei loro
processi. A questo si aggiunge la pressione
politica sul Parlamento perché cambi le
norme, negli aspetti considerati
incostituzionali dalla Corte Suprema.
In questo senso, la prossima ministra
dell'Interno, la senatrice Olga Sánchez
Cordero del Movimento di Rigenerazione
Nazionale (Morena), sta preparando un
disegno di legge volto a regolare l'uso
medicinale e ricreativo della marijuana.
«Ci stiamo lavorando [...] e, lo dico dal
cuore, lo celebriamo», ha detto Sánchez
Cordero, «poiché la Corte ha stabilito un
meraviglioso precedente per camminare in
quella direzione».
«In questo momento», ha aggiunto, «[la
protezione è valida] solo per coloro che
l'hanno richiesta, ovviamente. Ma stiamo
preparando i regolamenti che riguardano la
produzione, la commercializzazione e la
distribuzione della marijuana».
Il coordinatore di Morena alla Camera dei
Deputati, Mario Delgado, ha riconosciuto che
i legislatori appoggeranno la proposta di
Sánchez Cordero. Il Movimento di
rigenerazione nazionale e le sue forze
politiche alleate hanno, dopo i risultati
delle elezioni del 1 luglio
e alcuni negoziati post-elettorali,
un'ampia maggioranza sia al Senato della
Repubblica (58,6%),
sia alla Camera dei Deputati
(64,8%).
(massimo barzizza / puntodincontro.mx)
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