Si è svolta la “Primavera” del FAI 2016. In Sicilia sono stati aperti 130 siti.

 

bullet

Lee este artículo en español.

 

22 marzo 2016 - «Ricordiamoci di salvare l’Italia». Con queste parole Andrea Carandini, presidente del Fai (Fondo ambiente italiano), ha voluto inaugurare la 24ª edizione delle “Giornate di primavera”, organizzata sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, che esprime l’adesione formale del Capo dello Stato a iniziative ritenute particolarmente significative.

Nei giorni 19 e 20 marzo infatti i luoghi d’arte, i monumenti, i Palazzi nobiliari e tutto ciò che abbia una valenza artistico-culturale hanno aperto le proprie porte ai turisti appassionati. Due giornate per scoprire l’Italia più bella con più di 780 visite a contributo libero, in 340 diverse località.

La Sicilia ha partecipato all’evento rendendo fruibili ben 130 siti distribuiti in 38 località. Come ha spiegato Giulia Miloro, presidente del Fai Sicilia, «in questi due giorni sono stati disponibili 16 palazzi nobiliari, 34 chiese, 10 oratori, 5 castelli, 7 musei, 3 ville storiche e diversi siti archeologici. E ancora case private, biblioteche, teatri ed archivi storici. Il tutto grazie alla collaborazione tra i nostri volontari e le Amministrazioni —ha continuato— riaccendendo di fatto per la prima volta i riflettori su beni di inestimabile valore e bellezza e nel contempo riscoprendone altri dimenticati».

A Catania è stato fruibile il Palazzo ottocentesco del Toscano, mentre in provincia hanno aperto le proprie porte la Casa natale di Luigi Sturzo (Caltagirone), il Faro di Capomulini e la Casa di Luigi Capuana a Mineo. A Caltanissetta il Parco archeologico di Sabucina, mentre in provincia il Castello manfredonico e l’Acquarium di Mussomeli. A Calascibetta (in provincia di Enna) invece è stato possibile visitare il Villaggio bizantino. A Palermo è stato organizzato un itinerario che da Porta Nuova ha portato a Porta Felice, col cinquecentesco Convitto nazionale aperto ai visitatori. Ad Agrigento invece un percorso ha portato alla visita al Tempio di Demetra e al Baluardo a Tenaglia, solitamente chiusi. In provincia il Castello chiaramontano trecentesco (Naro) e la Biblioteca con oltre 8mila volumi del barone Antonio La Mendola (Favara) hanno aperto i propri battenti.

La biblioteca del Barone Antonio La Mendola (Favara, Sicilia)
ha oltre 8mila volumi.

A Ragusa si è tenuto l’itinerario tra antico e moderno, con passeggiata sull’altopiano ibleo, mentre in provincia sono stati fruibili santuari, castelli, palazzi nobiliari e musei a Ispica, Modica e Vittoria. A Siracusa è stato reso visitabile il quartiere della Graziella a Ortigia. A Messina infine è stata aperta al pubblico la cripta della Cattedrale.

Giulia Miloro ha specificato come «il nostro impegno non è volto soltanto alla riapertura di monumenti e luoghi in abbandono, ma spronare le istituzioni perché possano farli tornare a vivere. Le giornate di Primavera del Fai infatti —ha concluso— rappresentano un momento unico e speciale, perché fanno scoprire una popolazione legata alle proprie radici e impegnata verso la salvaguardia della propria cultura e del proprio passato».

In questi 23 lunghi anni è stata registrata la presenza di 8 milioni e 500mila visitatori nei 9.200 luoghi aperti in 380 località in tutta Italia.

ARTICOLI CORRELATI
bullet Clicca qui per leggere gli altri articoli della sezione “Viaggi”

 

(francesco patti / puntodincontro.mx/ adattamento e traduzione in spagnolo di massimo barzizza)