Lingua italiana, Comites, trivelle, fisco ed altro: La Marca intervistata da Puntodincontro.

 

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2 marzo 2016 - L'On. Francesca La Marca, una delle due parlamentari italiane che rappresentano a Montecitorio i cittadini del Belpaese residenti in Centro e Nord America, ha risposto nel corso di una conversazione telefonica alcune domande di Puntodincontro su diversi aspetti delle attività, norme, iniziative e finanziamenti che coinvolgono gli italiani residenti in Messico.

Puntodincontro: Il Comites “messicano” ha ricevuto conferma alcuni giorni fa dal Consolato del contributo che riceverà dal governo italiano nel 2016, una quantità purtroppo molto inferiore alla somma richiesta. Questa situazione renderà difficile al Comitato svolgere molte delle attività previste per quest’anno. Ha qualche commento a questo riguardo?

Francesca La Marca: invierò una lettera all’Ambasciatore Cristina Ravaglia, Direttore Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie del Ministero degli Affari Esteri, per chiederle un'analisi dei fondi stanziati per i diversi Comitati di ogni Paese dell’area America del Nord e Centrale, che comprende il Messico. La situazione è simile per altri Comites di questa ripartizione e quindi credo che sia necessario cercare di capirne di più.

Cristina Ravaglia, Direttore Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie del Ministero degli Affari Esteri.

Puntodincontro: Continuano ad essere poco chiare le informazioni sugli stanziamenti anche per altre attività dell'Italia e degli italiani all'estero. È solo un esempio, in questo contesto, la situazione dei fondi per la promozione linguistica nel mondo che —dopo alcune prime notizie positive secondo le quali erano stati azzerati i tagli proposti dalla Legge di Stabilità ed addirittura aumentate le risorse a disposizione— sono poi stati finalmente limitati, con una diminuzione recente pari a 2 milioni e 625 mila euro, mentre il Sottosegretario Enzo Amendola e il Ministro Gentiloni affermano di «essere impegnati a ripristinare i finanziamenti». Cosa ne pensa?

Francesca La Marca: In effetti, la situazione è abbastanza complessa. Elencando le diverse tappe seguite dal gruppo PD a questo riguardo, l’anno scorso, in un primo momento, erano stati ottenuti circa 12 milioni per i corsi di lingua e cultura. C’è stata poi un’iniziativa da parte del governo per tagliare circa 3,3 milioni, seguita da un nostro emendamento che ci aveva fatto pensare di essere riusciti a recuperare questi fondi. Durante il mese di gennaio, invece, abbiamo scoperto —fatto poco evidente nelle tabelle del Ministero— che mancavano 2,6 milioni di euro destinati al capitolo 3153. Abbiamo subito presentato un’interrogazione urgente in Commissione, dove Enzo Amendola —da fine gennaio sottosegretario agli Esteri con delega alla cooperazione internazionale— ci ha assicurato che si sarebbe impegnato a ripristinare questi fondi in sede di “assestamento di bilancio”, quindi nel corso di quest’anno. Iniziative analoghe sono state portate avanti anche in Senato con risposte simili. Focalizzando, quindi, sugli aspetti positivi, il fatto che il Sottosegretario Amendola abbia affermato che il governo si impegnerà in questo senso ci permette di essere ottimisti sul fatto che questi fondi verranno ripristinati.

Puntodincontro: Il capitolo 3153 del bilancio del Maeci ha per titolo “Contributi in denaro, libri e materiale didattico per l’assistenza scolastica, educativa, culturale, ricreativa e sportiva dei lavoratori italiani all’estero e delle loro famiglie”, il che sembra riferirsi a corsi rivolti ai figli e discendenti di italiani. In Aula, però, durante la discussione della settimana scorsa questo concetto è stato mescolato con quello di "diffusione della lingua e cultura all'estero", che invece sembrerebbe riferirsi alla promozione della nostra lingua fra gli stranieri. Di nuovo, la mancanza di chiarezza è evidente.

Francesca La Marca: Per quanto riguarda il destino dei fondi che vengono stanziati per il capitolo 3153, è importante sottolineare che —sebbene il titolo di questo concetto si riferisca ai figli e discendenti di italiani all’estero— possono essere utilizzati anche per corsi rivolti a stranieri, sempre nel quadro degli accordi stipulati a livello locale in ogni Paese con le autorità consolari.

Puntodincontro: Recentemente Lei ha richiesto ai Ministeri degli Esteri e del Lavoro di stabilire un accordo di sicurezza sociale reciproca tra Italia e Messico. Ha già ricevuto una risposta? Pensa di inviare una sollecitazione?

Francesca La Marca: In effetti nel mese di gennaio ho chiesto al governo italiano di concordare con le autorità messicane una convenzione di sicurezza sociale. Questo, in genere, si fa con i Paesi dove risiede una popolazione elevata di italiani, come —ad esempio— con il Canada o l’Australia. Non esiste con il Messico e voglio ringraziare la comunità italiana per averlo portato alla mia attenzione quando sono venuta a maggio dell’anno scorso, ed è proprio per questo che ho sottoposto l’interrogazione di cui stiamo parlando. Dato l’aumento del numero di italiani in Messico, ritengo che sia più importante che mai stipulare un accordo di sicurezza sociale tra questi due Paesi. Nel caso la risposta dovesse ancora tardare, invierò una sollecitazione al governo attraverso gli uffici parlamentari, ma dobbiamo essere consapevoli del fatto che ho chiesto di intraprendere un dialogo con le autorità messicane e i tempi di definizione di un accordo bilaterale di questo tipo possono essere molto lunghi.

Città del Messico, 25 maggio 2015. L'On. La Marca durante un discorso rivolto ad un gruppo di italiani riuniti nella residenza dell'Ambasciatore d'Italia Alessandro Busacca.

Puntodincontro: Il testo della sua richiesta sulla sicurezza sociale ai ministri degli Esteri e del Lavoro accenna alla necessità di «evitare duplicazioni dell’imposizione fiscale». Dato che già esiste un trattato tra il Messico e l’Italia per evitare doppie imposizioni fiscali e prevenire l’evasione, a cosa si riferisce, esattamente?

Francesca La Marca: Ho ricevuto notizie secondo le quali diversi italiani residenti in Messico vengono tassati due volte, cosa che, in effetti, non dovrebbe accadere.

Puntodincontro: Qual è la situazione della riforma dell'editoria e quali sono gli aspetti di questa iniziativa che possono avere effetti sulla stampa e i media italiani all'estero? Esistono scadenze per la sua presentazione ed eventuale approvazione?

Francesca La Marca: Questa riforma è nata ed è stata discussa in primo luogo nella Commissione Cultura e noi, come parlamentari PD eletti nella circoscrizione estero, abbiamo presentato un emendamento chiedendo che i fondi includessero anche periodici, quotidiani, settimanali, riviste, ecc. pubblicati al di fuori dei confini dell’Italia e che i criteri venissero allargati per estenderli anche a media online. Questo nostro emendamento è passato in Commissione Cultura e verrà votato in aula questa settimana. Le disposizioni della legge che si riferiscono alla quantità, i tempi e le modalità degli stanziamenti sono ancora tutte da definire.

Puntodincontro: Pochi giorni fa, su richiesta di Gianluca Brocca, presidente del Comites in Messico, Lei ha inviato la descrizione di una soluzione, prevista dalla legge italiana, per i casi in cui —in assenza dell'assenso dell'altro genitore di figli minorenni— un cittadino italiano richieda il rinnovo del passaporto. Ce la potrebbe descrivere?

Francesca La Marca: Si tratta di una disposizione legale, che esiste anche in altri Paesi del mondo, che ha il proposito evitare il reato di sottrazione di minori. Il genitore che si vuole recare all’estero da solo o con il minorenne e che manca dell’assenso dell’altro genitore, può, secondo la legge italiana, presentare un’istanza al Giudice tutelare del luogo di residenza del figlio, richiedendo il permesso per il rilascio del passaporto. Nel caso in cui il minore risieda all’estero, le funzioni del Giudice tutelare sono esercitate dal Console, che dovrà, comunque, verificare le ragioni del mancato assenso dell’altro genitore prima di procedere ad un’eventuale autorizzazione.

Puntodincontro: Il 17 aprile si voterà in Italia e nel mondo —Messico compreso— il referendum sulle trivelle che, per essere valido, deve raggiungere un quorum della metà degli aventi diritto. Il quesito sarà “Volete che, quando scadranno le concessioni, vengano fermati i giacimenti in attività nelle acque territoriali italiane anche se c’è ancora gas o petrolio?”. Non è facile, però, avere accesso alle informazioni necessarie per poter rispondere a questa domanda. Sia il danno ecologico, sia quello economico dovrebbero poter essere quantificati per sviluppare un’opinione. Qual è la sua posizione e quella del suo partito a questo riguardo?

Francesca La Marca: Il gruppo PD sta ottenendo queste informazioni per poterle divulgare fra i votanti. Si tratta in effetti di un referendum abrogativo per la cui validità sarà necessario un quorum del 50% più uno degli aventi diritto al voto ed anche gli italiani all’estero sono chiamati a votare, il che include i residenti in Messico. Il quesito è quello che avete indicato, e la risposta dovrà essere “SI” o “NO”. La linea del governo e dei deputati PD che lo appoggiano è a favore del “NO”, dato che la legge prevede già protezioni contro i danni ecologici, ma il mancato rinnovo delle concessioni implicherebbe conseguenze economiche non desiderabili.

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(massimo barzizza / puntodincontro.mx)