Al di là degli stereotipi, il Messico raggiunge la cultura pop italiana.

 

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13 gennaio 2016 - A poco a poco, anche il vero Messico storico e antropologico comincia a integrarsi nella cultura popolare italiana, timidi primi passi nella direzione giusta per superare, finalmente, gli stereotipi del traffico di droga, del “sombrero” charro, delle immagini —limitate ed anacronistiche— diffuse dai film della golden age del cinema messicano e degli equivoci culinari mescolati con il tex-mex.

In anteprima nazionale, dal 16 gennaio al 21 febbraio, Castello D'Albertis Museo delle Culture del Mondo di Genova ospiterà la mostra “Martin Mystère e il serpente piumato Quetzalcoatl”. Nell'ala dedicata alla sezione azteca, tra i reperti precolombiani, saranno esposte una trentina di tavole tratte dal fumetto “Martin Mystère – Quetzalcoatl”, ambientato in Messico e di prossima uscita a febbraio. Soggetto e sceneggiatura sono di Sergio Badino, curatore della mostra, e i disegni sono di Giovanni Romanini.

Mystère, creato dalla fertile penna di Alfredo Castelli nel 1982, è un insolito investigatore: archeologo, antropologo ed esperto d'arte. Colleziona oggetti inusuali, è uomo d'azione e instancabile viaggiatore.

La trama del nuovo episodio, che uscirà ufficialmente l'11 febbraio, porterà il “detective dell’impossibile” fino in Messico, alla ricerca di un personaggio che forse non era solo leggendario: Quetzalcóatl, il “serpente piumato” degli antichi Aztechi.

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(massimo barzizza / puntodincontro.mx)