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La Crusca aggiunge “whatsappare”, “microondabile” e “virale” alle parole nuove.

 

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27 luglio 2015 - “Whatsappare”, “microondabile” e “virale”. Sono queste le tre parole nuove sdoganate dall’Accademia della Crusca, la prestigiosa istituzione che dal 1583 cerca di conservare la purezza della lingua italiana e segnalate sulla pagina principale del sito www.accademiadellacrusca.it

“Whatsappare”, che la Crusca considera in uso nel linguaggio comune dal 2011, viene definita come un verbo che indica l'azione di «inviare, scambiarsi messaggi attraverso l’applicazione WhatsApp» e l'Accademia chiarisce, inoltre, che «nessun dizionario italiano registra ancora whatsappare e sono molto scarse le sue attestazioni sulla stampa».

Riconosce, però, l'esistenza di altre forme della stessa espressione (whazzappare, uozzappare, uotsappare, uazzappare), che considera segnali di una tendenza all’adattamento verso la grafia italiana.

“Microondabile” viene definita come un aggettivo che, a partire all’incirca dal 2010, registra su Google Italia quasi 5.000 risultati. È —secondo l'istituzione fiorentina— la qualità di «una pietanza, o la pietanza stessa, che è possibile cuocere o scaldare direttamente nel forno a microonde». La sua introduzione non è passata sotto silenzio e ha sollevato da più parti commenti perplessi. Beppe Severgnini —noto giornalista, saggista e opinionista— ha qualificato questa parola «talmente brutta da diventare interessante».

“Virale”, infine, —sebbene sia un aggettivo introdotto in italiano nel 1961 come termine specialistico della medicina e della biologia, con il significato di “relativo a virus; causato da un virus”— dal 2005, spiega la Crusca, «viene impiegato in un senso nuovo, riferendosi a un’informazione che si propaga velocemente soprattutto tramite la lingua del web e dei mass media».

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(massimo barzizza / puntodincontro.mx)