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luglio 2014 - Era il marzo del 2012 quando
la Commissione europea si apprestava ad
approvare il Grande Progetto Pompei, un
piano di finanziamenti da 105 milioni di
euro tra fondi unionali e nazionali che
avrebbe dovuto contribuire a salvare uno dei
siti archeologici più famosi al mondo. A
distanza di più di due anni, mentre Pompei
continua a crollare e il personale proclama
uno sciopero dietro l’altro, il progetto è
ancora fermo alle fasi iniziali.
E così ieri Johannes Hahn, commissario
europeo responsabile per la Politica
regionale, si è recato a Napoli per firmare,
insieme al Ministro per i Beni culturali
Dario Franceschini e al sottosegretario alla
Presidenza del Consiglio Graziano Delrio, un
“piano d’azione” per accelerare
l’applicazione delle misure pensate per
migliorare la conservazione del sito.
I finanziamenti provenienti dal Fondo
europeo di sviluppo regionale ammontano a 78
milioni di euro e gli interventi al momento
completati sono tre, tra cui quello relativo
alla Casa del Criptoportico e alla Casa
delle Pareti Rosse. In corso ci sarebbero
altri dodici progetti che interessano la
Casa di Sirico, la Casa del Marinaio, la
Casa dei Dioscuri e la Casa di Ottavio
Quartione. Altri nove progetti che
riguardano il restauro della Casa della
Fontana Piccola e della Casa della Venere in
Conchiglia aspetterebbero ancora di essere
attivati.
«Dobbiamo
accelerare e intensificare i nostri sforzi
senza indugio perché il sito riveste
un’importanza cruciale per la Campania e per
l’economia locale, come anche per l’Italia e
per il mondo. In altri termini, è una delle
perle del patrimonio culturale europeo – ha
dichiarato il commissario Hahn prima di
incontrare i colleghi italiani – questo è il
motivo per cui sono determinato a fare
quanto è in mio potere per assicurare il
successo di questo grande progetto unionale».
«Il
piano d’azione – ha spiegato – stabilisce
obiettivi e scadenze chiare per i lavori da
effettuare in futuro nonché una serie di
misure per assicurare il rispetto di tali
scadenze. In più, questo piano dovrebbe
costituire uno sprone e una motivazione ad
accelerare i lavori».
Il commissario ha inoltre ricordato che al
momento è stato speso solo l’1% delle
risorse previste e che bisognerà impiegare
tutte quelle che restano entro il 2015. In
concreto, il Grande Progetto Pompei,
attraverso l’uso di strumenti moderni e di
nuove tecnologie, mira a consolidare le
strutture del sito archeologico, a partire
dalle aree definite “ad alto rischio” in
base alla mappa del rischio archeologico.
Tra gli interventi da realizzare anche la
messa a punto di un sistema di
canalizzazione e di drenaggio nell’area di
proprietà statale non ancora scavata sotto
la quale sono sepolti gli edifici antichi,
oltre a lavori di consolidamento,
conservazione, restauro e abbellimento.
(eunews.it
/ puntodincontro.mx / adattamento e
traduzione in spagnolo di massimo barzizza)
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