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18 luglio 2014 - Era il marzo del 2012 quando la Commissione europea si apprestava ad approvare il Grande Progetto Pompei, un piano di finanziamenti da 105 milioni di euro tra fondi unionali e nazionali che avrebbe dovuto contribuire a salvare uno dei siti archeologici più famosi al mondo. A distanza di più di due anni, mentre Pompei continua a crollare e il personale proclama uno sciopero dietro l’altro, il progetto è ancora fermo alle fasi iniziali.

E così ieri Johannes Hahn, commissario europeo responsabile per la Politica regionale, si è recato a Napoli per firmare, insieme al Ministro per i Beni culturali Dario Franceschini e al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Delrio, un “piano d’azione” per accelerare l’applicazione delle misure pensate per migliorare la conservazione del sito.

I finanziamenti provenienti dal Fondo europeo di sviluppo regionale ammontano a 78 milioni di euro e gli interventi al momento completati sono tre, tra cui quello relativo alla Casa del Criptoportico e alla Casa delle Pareti Rosse. In corso ci sarebbero altri dodici progetti che interessano la Casa di Sirico, la Casa del Marinaio, la Casa dei Dioscuri e la Casa di Ottavio Quartione. Altri nove progetti che riguardano il restauro della Casa della Fontana Piccola e della Casa della Venere in Conchiglia aspetterebbero ancora di essere attivati.

«Dobbiamo accelerare e intensificare i nostri sforzi senza indugio perché il sito riveste un’importanza cruciale per la Campania e per l’economia locale, come anche per l’Italia e per il mondo. In altri termini, è una delle perle del patrimonio culturale europeo – ha dichiarato il commissario Hahn prima di incontrare i colleghi italiani – questo è il motivo per cui sono determinato a fare quanto è in mio potere per assicurare il successo di questo grande progetto unionale».

«Il piano d’azione – ha spiegato – stabilisce obiettivi e scadenze chiare per i lavori da effettuare in futuro nonché una serie di misure per assicurare il rispetto di tali scadenze. In più, questo piano dovrebbe costituire uno sprone e una motivazione ad accelerare i lavori».

Il commissario ha inoltre ricordato che al momento è stato speso solo l’1% delle risorse previste e che bisognerà impiegare tutte quelle che restano entro il 2015. In concreto, il Grande Progetto Pompei, attraverso l’uso di strumenti moderni e di nuove tecnologie, mira a consolidare le strutture del sito archeologico, a partire dalle aree definite “ad alto rischio” in base alla mappa del rischio archeologico. Tra gli interventi da realizzare anche la messa a punto di un sistema di canalizzazione e di drenaggio nell’area di proprietà statale non ancora scavata sotto la quale sono sepolti gli edifici antichi, oltre a lavori di consolidamento, conservazione, restauro e abbellimento.

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(eunews.it / puntodincontro.mx / adattamento e traduzione in spagnolo di massimo barzizza)