21
ottobre 2014 -
Sebbene abbia rallentato la corsa nei Paesi del
vecchio continente, la lingua italiana
cresce in aree che vanno dall'Est europeo,
Russia in testa, al Magreb, fino alle
nazioni arabe e al Vietnam.
Cambia la geografia e forse si allontana un
po' dalle radici e dai luoghi della nostra
immigrazione, che pure —vedi Germania e
Stati Uniti— restano numericamente di gran
lunga in cima alla classifica. L'italiano
conquista terre nuove e il saldo, assicurano
dal ministero degli Affari esteri, è
positivo.
«La nostra è la quarta o quinta lingua più
studiata al mondo, e in crescita» sostiene
il sottosegretario Mario Giro. È lui che ha
voluto il nuovo censimento delle scuole di
italiano oltre confine. I risultati saranno
presentati nel corso degli Stati generali
della Lingua italiana nel mondo, in
programma oggi e domani a Firenze.
Nel 2012 erano circa 570mila gli allievi che
imparavano la lingua italiana all'estero.
Secondo la nuova mappatura triplicano: si
arriva a un milione e mezzo perché nei
conteggi sono stati aggiunti scuole private,
associazioni e istituti che prima sfuggivano
al censimento.
Oggi alle ore 15 alla Società Dante
Alighieri di Firenze si parlerà, inoltre,
del ruolo degli italofoni e delle comunità
italiane all'estero, in una conferenza a cui
parteciperanno rappresentanti del Ministero
degli Esteri, della Dante Alighieri, della
RAI, del CGIE, e delle principali università
italiane per stranieri.
Monica Barni, rettrice dell’Università per
Stranieri di Siena, commenta: «Se da una
parte anche per gli emigrati italiani più
recenti sono presenti i problemi di sempre —evidenziati
periodicamente nelle relazioni dei CGIE e
dei Comites— in relazione al bisogno di
formazione in lingua italiana, per una parte
di essi l’italiano rappresenta una
competenza posseduta nella quale si è
cresciuti e la vera sfida è conservarla
nelle future generazioni».
A
Palazzo Vecchio e al Teatro della Pergola si
parlerà anche dell'italiano come risorsa,
come veicolo culturale, turistico ed
economico di promozione del Paese, un'idea
del Ministero degli Esteri che intende
rilanciarne e riorganizzarne lo studio. Una
sfida complicata in tempi di spending
review, di tagli agli istituti di
cultura e alle cattedre, ma si punta al web:
in agenda c'è la creazione di un portale
dell'italiano che metta insieme l'offerta
dei corsi, lezioni online, formazione a
distanza per i professori e un osservatorio
permanente.
L'Indire —Istituto nazionale di
documentazione e ricerca del ministero
dell'Istruzione— ha già pronto un progetto i
cui contenuti sono stati realizzati in
collaborazione con l'Accademia della Crusca.
«Finalmente ci si muove con decisione per
promuovere la conoscenza della nostra lingua
non soltanto come vettore culturale, ma
anche economico» dice il presidente
dell'Accademia Claudio Marazzini.
(massimo barzizza
/ puntodincontro.mx)
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