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19 marzo 2014 - Frida Kahlo ripeteva spesso che nella vita aveva avuto due disgrazie. La prima fu un terribile incidente che da adolescente le causò la frattura multipla della spina dorsale, del bacino, lo schiacciamento di un piede e la condannò ad una vita di dolore e sofferenza. La seconda fu l'incontro con Diego Rivera, il grande pittore di murales che sposò due volte, con cui visse un amore travolgente ricco di tradimenti e rotture, che sosteneva fosse «certamente la peggiore».

Magdalena Carmen Frieda, nata il 6 luglio 1907 a Coyoacán, era la terza di quattro figli di una coppia piuttosto singolare, padre ebreo ateo di origine ungherese- tedesco, madre cattolica messicana indigena. Con l'ascesa del sentimento antifascista in Messico decise di cambiare il suo nome in Frida. Studentessa di medicina alla prestigiosa Escuela Nacional Preparatoria, i suoi progetti cambiarono a 18 anni quando l'autobus su cui viaggiava ebbe un incidente e una sbarra di ferro la trafisse.

Dopo varie operazioni e mesi d'ospedale, l'attese una lunga convalescenza durante la quale iniziò a disegnare e a dipingere. Nacque così una passione per l'arte forte quanto il suo prodigioso talento.

La mostra alle Scuderie del Quirinale raccoglie un'esauriente parte della sua produzione, e mette in luce tematiche, riferimenti, simboli, colori, tutte qualità che rendono il suo lavoro unico nel panorama mondiale. Oltre quaranta dipinti, tra cui il celeberrimo "Autoritratto con collana di spine e colibrì" del 1940, per la prima volta esposto in Italia, o l'"Autoritratto con abito di velluto" del 1926, dipinto a soli 19 anni ed eseguito per l'amato Alejandro Gómez Arias, dove il suo collo allungato ricorda l'estetica di Modigliani. Una selezione di disegni completa il progetto, tra cui il Bozzetto per "Henry Ford Hospital" del 1932, il famoso corsetto in gesso che tenne Frida prigioniera negli ultimi difficili anni della sua malattia.

Frida Kahlo dovette resistere a sé stessa. La sua pittura si concentra su una lunga serie di autoritratti, attraverso i quali passa l'indagine psicologica sulla natura umana e sul mondo. Il ritratto come allegoria della difficoltà del vivere, uno sguardo estremamente personale, ma con precisi riferimenti all'arte precolombiana, tradizione difficile da descrivere in termini generici poiché comprende la produzione di due continenti e di parecchi millenni. Sono molti i simboli aztechi che si ritrovano nella pittura della Khalo, come "la calavera" messicana, il teschio, certamente una delle figure più singolari e allo stesso tempo più diffuse e peculiari della cultura popolare. Le sue origini sono da ricercare in un ideale incontro fra la Morte pre-ispanica e le "danze macabre" dell'Europa medievale, un insieme che dà vita ad una rappresentazione della morte totalmente nuova, dal volto umano, per niente spaventosa o allusiva, che perfettamente incarna lo spirito vitale e battagliero della grande artista messicana.

Dopo una vita di forti passioni, anche politiche, di sofferenza, vissuta in parte all'ombra dell'ingombrante marito, dalla mole imponente e ampiamente celebrato, il trionfo arrivò con la mostra personale allestita in una galleria messicana nel 1953. L'aneddoto che l'accompagna è noto, ma vale la pena di ricordarlo: i dottori non volevano partecipasse all'inaugurazione perché troppo malata, ma lei insistette così Rivera la fece sistemare su un grande letto a baldacchino al centro della galleria.

Morì il 13 luglio 1954, la sua influenza si affievolì in breve tempo, ma la tendenza iniziò a cambiare negli anni Ottanta con l'ascesa del movimento Neomexicanismo, che celebra il linguaggio figurato ispirato alla cultura messicana.

Così, negli anni Novanta, Frida Kahlo divenne icona di celebrità, tanto che Madonna, Jennifer Lopez e Salma Hayek si contesero l'interpretazione di un film dedicato a lei nel 2002; vinse la parte la Hayek.

Così, prese il via la "Fridamania", che alcuni stigmatizzano dicendo che svilisce la sua arte. In realtà, fece porre un'attenzione senza precedenti su una donna artista, rivoluzionaria, che amava vestire con gli abiti popolari
messicani, e divenne poi ispirazione per il movimento femminista di tutto il mondo. Artista aperta alle avanguardie internazionali, pioniera del "realismo magico", volitiva, indipendente, grande esempio di forza e fantasia.

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(valentina tosoni / repubblica.it /  puntodincontro.mx / adattamento e traduzione in spagnolo di massimo barzizza)