3
marzo
2014 -
Il messicano Alfonso Cuarón ha vinto l'Oscar
al miglior regista per il film “Gravity”
durante l’86esima edizione degli Academy
Awards e diventa così il primo
latinoamericano nella storia ad ottenere
questa statuetta.
In questa categoria, Cuarón ha superato
Martin Scorsese (The Wolf of Wall Street),
Steve McQueen (12 anni schiavo), David O.
Russell (American Hustle) e Alexander Payne
(Nebraska).
“Gravity” aveva ottenuto 10 candidature e si
è aggiudicato 7 statuette: miglior regia,
migliori effetti speciali, miglior
fotografia, miglior montaggio, miglior
colonna sonora, miglior mixaggio sonoro e
miglior montaggio sonoro.
La tensione si è sciolta a metà serata,
invece, per Paolo Sorrentino, regista di “La
grande bellezza”, quando Ewan McGregor e
Viola Davies gli hanno consegnato la
statuetta per il miglior film straniero, che
l'Italia non vinceva dal 1999, anno in cui
fu premiata “La vita è bella”, di Roberto
Benigni.
Nel suo discorso di vincitore, Sorrentino ha
detto: «Sono molto emozionato e felice,
questo premio non era scontato, i
concorrenti erano temibili, ora finalmente
mi sento sollevato».
Le dediche e i ringraziamenti sono stati
precisi e pensati. Prima di tutto «Nicola e
Toni» cioè il produttore Nicola Giuliano e
il protagonista del film Toni Servillo, poi
i debiti artistici, le fonti d’ispirazione,
ovvero «Federico Fellini, i Talking Heads,
Diego Maradona e Martin Scorsese. Quattro
campioni, ognuno nella loro arte, che mi
hanno insegnato cosa vuol dire fare grande
spettacolo». Poi la famiglia, «le mie
personali grandi bellezze, Daniela, Carlo e
Anna», e ancora le due città «Roma e
Napoli», «i miei genitori» e quelli della
moglie «Nunzia e Sasà».
Dopo 15 anni l’Oscar torna in Italia, e, a
pochi chilometri dal Chinese Theatre, il
gruppo degli italiani a Los Angeles ha
festeggiato nella casa del console Giuseppe
Perrone dove è stato organizzato un party
per la visione collettiva della cerimonia.
(massimo barzizza
/ puntodincontro.mx)
|