3
settembre 2014 -
Italia fanalino di coda delle grandi
economie europee e mondiali sulla
competitività, inchiodata al 49esimo posto
su 144 paesi nella classifica annuale
stilata dal World Economic Forum.
Una graduatoria in cui ancora una volta il
Belpaese risente di debolezze su molti degli
aspetti chiave valutati nella ricerca
e presenta criticità che spaziano dalle
istituzioni all’ambiente macroeconomico.
Il Messico fa ancora peggio e perde sei
posti, piazzandosi 61° nella graduatoria,
risultato che chiude due anni consecutivi di
declino.
Secondo l'interpretazione degli specialisti,
«nemmeno le riforme messe in atto dal governo del
presidente Peña per aumentare il livello di
concorrenza e di efficienza nel
funzionamento dei mercati (...) hanno potuto
ribaltare l'effetto del deterioramento delle
istituzioni, la bassa qualità del sistema
educativo —che non soddisfa le abilità
richieste da un'economia che cambia— e il
basso livello di implementazione della
tecnologia dell'informazione e delle
comunicazioni».
Prima in classifica si conferma la Svizzera,
Paese dove ha sede lo stesso Wef e dove ogni
anno si svolge il forum annuale di Davos.
Secondo Singapore e terzi gli Stati Uniti.
All’opposto, a chiudere la graduatoria, la
nazione giudicata meno competitiva al mondo
è la Guinea, dopo Chad e Yemen.
(massimo barzizza /
puntodincontro.mx)
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