A La Maddalena
aria di Coppa America

IN SARDEGNA DA OGGI AL 6 GIUGNO.

 

22 maggio 2010. - L'arcipelago della Maddalena ha accolto nei giorni scorsi i team del Vuitton Trophy con una delle sue tipiche sventagliate di maestrale. Un «ventone» che ha soffiato via una lunga serie di perturbazioni ma che ovviamente consiglia ai velisti di stare al riparo quando l'intensità mette a a rischio barche ed equipaggi. Poi il vento è calato giusto in tempo per i primi allenamenti in uno degli scenari più belli del mondo per la navigazione a vela. Da sabato 22 maggio al 6 giugno, qui si sfidano dieci team, tra i quali tre italiani, per una prova del Vuitton Trophy che si annuncia di altissimo livello vista la qualità dei partecipanti, su tutti l'equipaggio di Bmw Oracle Racing, ovvero il detentore della Coppa America, conquistata in febbraio nella finale dei multiscafi giganti di Valencia.

LA FORMULA E LE DATE - Il legame con l'America's Cup è del resto inevitabile, anche se il Vuitton Trophy è nato come una manifestazione diversa e parallela. Si gareggia infatti con le regole di match race come in Coppa America, uno contro uno. E le barche sono quelle dell'ultima edizione della Vuitton Cup di Valencia nel 2007. Si disputa un «round robin», poi semifinali e finale. La differenza è che nel Vuitton Trophy la sfida tecnica fra i designer non c'è. Gli equipaggi gareggiano, di volta in volta, sugli scafi messi a disposizione da uno o più team. La sfida, dunque, diventa un confronto tra timonieri, tattici, trimmer, prodieri quasi come se si trattasse di una regata di monotipi. Una scelta di base del Trophy voluta per molti motivi.

I più importanti: ridurre i costi e garantire così la continuità agonistica ( ed economica) dei team esistenti, permettere un accesso a budget contenuti a nuovi protagonisti. Dopo il debutto nel 2009 a Nizza (tra l'altro con la «rinascita» di Azzurra, che vinse) e la tappa di Auckland nel marzo di quest'anno, quello della Maddalena è il terzo appuntamento del Vuitton Trophy e, finora, quello con la partecipazione più numerosa. Poi ci saranno Dubai (in novembre ) e Hong Kong (gennaio 2011). Finora i vincitori sono stati appunto Azzurra e Emirates Team New Zealand, che ha battuto nella finale di Auckland Mascalzone Latino Audi Team.

GLI EQUIPAGGI - Il team di Onorato, due Vuitton Cup alle spalle e attuale Challenger of Record per la prossima America's Cup, a La Maddalena ha anche il ruolo di «ospite», cioè deve garantire organizzazione tecnica e logistica. I team partecipanti sono Bmw-Oracle (Usa), Mascalzone Latino Audi Team, Azzurra e Luna Rossa (per la prima volta al Trophy), Artemis (Svezia), Synergy (Russia), Aleph (Francia), Emirates Team New Zealand (Nuova Zelanda), TeamOrigin (Gran Bretagna) e All4One (Germania/Francia). In tutto, quindi, dieci equipaggi dei quali fanno parte alcuni tra i più esperti velisti di Coppa America.

I TIMONIERI - Ci sono davvero quasi tutti i migliori, da Paul Cayard (Aremis) a James Spithill, ex di Luna Rossa e reduce dal trionfo in Coppa America con il trimarano di Bmw Oracle. E ancora, il neozelandese Dean Barker, il talento inglese Ben Ainsle, gli esperti Jochen Schümann e Karol Jablonski. Tutti hanno alle spalle una o più America's Cup. Come Ed Baird, al timone per il ritorno di Luna Rossa, che ha cdebuttato con il New York Yacht Club ad Auckland e che in febbraio a Valencia era con Alinghi nella sfida dei multiscafi. Lo skipper di Mascalzone Latino Audi Team è invece il neozelandese Gavin Brady, mentre l'unico skipper italiano è Francesco Bruni di Azzurra.

 

(Elio Girompini / corriere.it)

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