9° ASIMotoshow

14 – 16 Maggio 2010 -Varano de’ Melegari – Autodromo Riccardo Paletti.

Si rievoca la storia delle Gran Prix classe 250.

Silvio Grassetti su Grassetti 250 derivata dalla tedesca MZ

 

16 marzo 2010. - Dopo sessantuno anni di storia, la classe 250 del Motomondiale va in pensione.
Al suo posto, dal 2010, debutterà la Moto2 che affiancherà in funzione propedeutica la Moto GP, la classe oggi regina.

ASIMOTOSHOW celebra, in queste sua nona edizione, la storia di questa categoria ripercorrendone in pista tutta l’evoluzione tecnica.

Sarà un’occasione unica, per rivedere l’evoluzione delle macchine protagoniste di questa categoria, che ha avuto negli anni Sessanta, la migliore e più raffinata espressione tecnica, con macchine di ogni tipologia, due e quattro tempi, a uno, due, quattro, e perfino sei cilindri.

Una carrellata che nella migliore tradizione di ASIMOTOSHOW non può trascurare i piloti, protagonisti con le macchine dei successi e delle sconfitte.

Gli anni Cinquanta: saranno rappresentati da Moto Guzzi, Mondial, MV Agusta e NSU.

Il primo decennio è infatti vissuto sul confronto tra la tecnica italiana e quella tedesca.

Il primo mondiale disputato nel 1949 fu vinto dall’italiano Bruno Ruffo.

Negli anni Sessanta, l’avvento dei costruttori giapponesi, ha trasformato la categoria in una grande sfida tecnica tra la scuola quattro tempistica (italiani e Honda) e quella del due tempi (tedeschi e le giapponesi Suzuki e Yamaha). Un duello, che vivrà i momenti più intensi, nel confronto tra Mike Hailwood e Phil Read, in sella rispettivamente alla Honda RC166 sei cilindri quattro tempi e la Yamaha RD05 quattro cilindri due tempi, con la Benelli quattro cilindri e le MZ della Germania Orientale degnissimi outsider.

La Benelli vincerà l’ultimo mondiale del decennio, che si chiuderà con uno storico cambio regolamentare, cui non si può negare qualche analogia con quello che vivremo con l’avvento della Moto2.

Jean Francois baldè su Kavasaki KR 250.Dal 1970 inizia il regno delle bicilindriche due tempi, prima della Yamaha e poi della Harley Davidson (in pratica le italianissime Aermacchi sviluppate da Renzo Pasolini), unite dallo stesso concetto tecnico.

Infine gli anni Ottanta - iniziati con la Kawasaki e passati quindi nelle mani di Honda e Yamaha che inseguendosi tecnicamente, hanno dominato questa classe fino all’arrivo della nostra Aprilia, che conquisterà il suo primo mondiale della 250 nel 1994 per opera di Max Biaggi.

Il resto è storia moderna: Aprilia sempre in vetta e progressivo disinteresse dei giapponesi che però lasciano il segno chiudendo un’epoca con la conquista dell’ultimo mondiale della 250, per opera del pilota giapponese Hiroshi Aoyama su Honda.

In questa categoria si sono disputati 61 Campionati che hanno visto vincitori per ben 22 volte piloti italiani, il record con 4 titoli va a Max Biaggi seguito con 3 titoli Carlo Ubbiali e Walter Villa.

Il titolo Costruttori è stato conquistato dalle nostre moto in 20 edizioni, il record va all’Aprilia con 9 titoli, seguita dalla MV Agusta con 5.

Domenica 16 maggio a Varano una quarantina di “250” storiche sfileranno in pista, condotte da tanti campioni del mondo.

È attesa la partecipazione di Carlo Ubbiali (1956-59-60), Rod Gould (1970), Dieter Braun (1973), Mario Lega (1977), Carlos Lavado (1983-86) e Luca Cadalora (1991-92) e con loro tanti altri indimenticabili protagonisti.

 


(Comunicato N° 07-10)

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