Macchine per scrivere:
ha chiuso
l'ultima fabbrica

La fine di un'epoca.


Il cembalo scrivano di Giuseppe Ravizza, brevettato nel 1855.
 

27 aprile 2011. - In Occidente, da almeno un decennio, sono considerate pezzi d'antiquariato e a usarle sono rimasti solo i nostalgici e gli eccentrici. Nei giorni scorsi ha chiuso i battenti in India la Godrej & Boyce, l'ultima azienda al mondo che produceva macchine per scrivere.

Va definitivamente in pensione un'invenzione che ha dato grande lustro all'Italia (la prima macchina per scrivere fu ideata dal novarese Giuseppe Ravizza nel 1846 e una delle più celebri della storia, la mitica Lettera 22 fu realizzata dalla Olivetti a metà anni Cinquanta) e che ha radicalmente cambiato il modo di lavorare delle aziende nel XX secolo.

ASCESA E DECLINO - In India il commercio di macchine per scrivere ha resistito fino a pochi anni fa, ma il recente boom economico che ha investito il subcontinente asiatico e il relativo calo dei prezzi dei computer ne ha sancito il definitivo tramonto. Nell'ultimo anno la Godrej & Boyce di Mumbai ha prodotto solo 800 esemplari, la maggior parte con tastiera araba per i Paesi islamici. Siamo molto lontani dai numeri raggiunti dalla stessa azienda nel corso dei decenni passati: i primi esemplari in India furono presentati negli anni Cinquanta e il primo ministro Jawaharlal Nehru descrisse la macchina per scrivere come «il simbolo della nuova indipendenza industriale dell'India». Negli anni Novanta la Godrej & Boyce vendeva sul mercato asiatico circa 50 mila esemplari. Poi è cominciato il veloce e inesorabile declino.

COMMERCIO - Milind Dukle, direttore generale dell'azienda indiana, racconta amaramente all’India's Business Standard: «Non riceviamo più commesse. A partire dal 2000, i computer hanno cominciato a dominare il mercato. Tutte le fabbriche che producevano macchine per scrivere hanno fermato la loro produzione. Tranne noi. Fino al 2009, producevamo 10-12 mila macchine ogni anno. Ma probabilmente i nostri clienti erano per lo più collezionisti. Oggi il nostro principale mercato è quelle delle agenzie di difesa, dei tribunali e degli uffici governativi. Durante gli anni d'oro», continua il direttore generale, «non solo il mercato interno era forte, ma si moltiplicavano anche le esportazioni in Marocco, in Indonesia, Sri Lanka e Filippine. Oggi in India ancora resiste il commercio delle macchine per scrivere usate».

Queste continuano ad avere un buon mercato, tuttavia come dichiara Samar Mallick, commerciante del settore, prima o poi anche questo mercato scomparirà: «Chi ha bisogno oggi di una macchina per scrivere?», chiede retoricamente il commerciante. «Eppure quando cominciammo questo business, la macchina per scrivere era uno status symbol».

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27 de abril 2011. - En Occidente, desde hace por lo menos una década, se consideran antigüedades y las utilizan sólo los nostálgicos y los excéntricos. Hace unos días cerró sus puertas en la India Godrej & Boyce, la última compañía en el mundo que producía máquinas de escribir.

Se jubila así un invento que dio fama internacional a Italia (la primera máquina de escribir fue inventada por Giuseppe Ravizza de Novara en 1846 y una de las más famosas de la historia, la legendaria Lettera 22 fue diseñada y producida por Olivetti a mediados de los años cincuenta) y que cambió radicalmente la forma de trabajar de las empresas durante el siglo XX.

En la India la venta de máquinas de escribir había resistido hasta hace unos años, pero el reciente boom económico en el subcontinente asiático y la disminución relativa de los precios de las computadoras las condenó definitivamente. En Mumbai, durante el último año, Godrej & Boyce había producido sólo 800 ejemplares, la mayoría con teclado árabe para los países musulmanes. Estamos lejos de los números obtenidos por la misma empresa durante las últimas décadas: los primeros modelos se introdujeron en la India en los años cincuenta y el primer ministro Jawaharlal Nehru describió en aquel entonces la máquina de escribir como «el símbolo de la nueva independencia industrial de la India». En los años noventa, Godrej & Boyce vendía anualmente en el mercado asiático cerca de 50,000 unidades. Después comenzó la lenta e irreversible disminución.

Milind Duklea, director general de la empresa, dijo con tristeza durante una reunión de negocios en la India: «Ya no recibimos pedidos. Desde el año 2000, las computadoras han comenzado a dominar el mercado. Todas las fábricas que producían máquinas de escribir han detenido su producción. Excepto nosotros. Hasta el año 2009, producíamos 10-12 mil unidades al año. Pero, probablemente, nuestros clientes eran en su mayoría coleccionistas. Hoy en día nuestro principal mercado son los organismos de defensa, los tribunales y las oficinas gubernamentales. Durante los años de oro», continúa el director general, «no sólo el mercado nacional era fuerte, sino que también crecían las exportaciones a Marruecos, Indonesia, Sri Lanka y Filipinas. Hoy en la India sigue en pie el comercio de máquinas de escribir usadas».

 

(francesco tortora / corriere.it / puntodincontro)

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