Share


9 dicembre 2011. - Addio vecchie fasce intorno alla testa e cavetti legati al corpo: la classica macchina della verità, nota ai tecnici con il nome di poligrafo, ha fatto il suo tempo e potrebbe essere presto sostituita da un'applicazione sul computer.

Julia Hirschberg, professoressa di computer science alla Columbia University, sta lavorando proprio a questo: un pc capace di analizzare il discorso di una persona attraverso le sonorità, le variazioni di tono, le pause tra le parole, gli intercalari e decine di altri piccoli segnali al solo scopo di scoprire se quello che dice è vero oppure no. Precisione raggiunta durante i test: il 70% dei bugiardi sono stati scoperti.

Hirschberg, però, non è l'unica studiosa impegnata in questo campo. Alcuni ingegneri, linguisti e informatici americani stanno da tempo sviluppando programmi capaci di analizzare quello che chiamano "discorso emotivo". E cioè indagando le emozioni che accompagnano un'affermazione. Obiettivo della ricerca, svelare una volta per tutte la veridicità di una dichiarazione in base a sbalzi emotivi dovuti a sincerità o a secondi fini come anche il corteggiamento o il semplice inganno.

"L'obiettivo scientifico è quello di capire come le nostre emozioni si riflettono nel nostro discorso" ha affermato Dan Jurafsky, professore all'Università di Stanford in California, vincitore di una borsa di studio della MacArthur Foundation, e coautore del libro "Discorso e processi verbali" pubblicato nel 2000. E aggiunge: "L'obiettivo concreto, invece, è quello di costruire sistemi per meglio comprendere queste emozioni".

David F. Larcker, professore a Stanford Graduate School of Business, ha applicato i metodi elaborati da Dan Jurafsky analizzando le dichiarazioni di dirigenti finanziari successivamente smentite. Si è scoperto, che i guru di Wall Street sono grandi utilizzatori di parole ricorrenti, come "chiaramente" o "molto chiaramente" che di fondo suggeriscono un inganno.

Tanto da far dire a Larcker che, secondo lui, la linguistica applicata ai computer potrebbe essere utile anche per gli azionisti e gli analisti, aiutandoli a ridurre i rischi: "Dal punto di vista di un gestore di portafoglio che sta guardando a 60-80 titoli, forse un software del genere potrebbe portare a qualche potatura intelligente", ha dichiarato Larcker al New York Times.

Se un giorno questi sistemi finissero per essere davvero affidabili è facile immaginarsi come potrebbero essere utilizzati e diffondersi in vari campi, da quello della gestione aziendale a quello dell'analisi giornalistica, dalle semplici cause giudiziarie alle dichiarazioni dei politici.

D'altra parte per la sua ricerca, Julia Hirschberg e due suoi colleghi hanno ricevuto recentemente una sovvenzione di ben 1,5 milioni di dollari dall'aeronautica militare, la Air Force, con l'obiettivo di sviluppare algoritmi per analizzare i discorsi di chi parla in inglese, ma anche in arabo e in cinese.

In fin dei conti è stato lo stesso Abramo Lincoln, presidente degli Stati Uniti, ad affermare una volta: "Nessuno ha una memoria tanto buona da poter essere un perfetto bugiardo". Nessuno, forse, tranne un computer. Che proprio per questo potrebbe rivelarsi in futuro un affidabile Sherlock Holmes delle emozioni, e indicarci con qualche precisione se il nostro interlocutore stia mentendo oppure no, senza per questo doverlo costringere a sedute e interrogatori, legati a una macchina della verità, come abbiamo visto soltanto (per ora) in qualche poliziesco o show televisivo.

 

(riccardo bagnato / repubblica.it / puntodincontro)

***

9 de diciembre de 2011. - Adiós a las viejas bandas alrededor de la cabeza y cables conectados al cuerpo: la tradicional máquina de la verdad también conocida con el nombre de polígrafo, ha llegado al fin de su vida útil y pronto podría ser reemplazada por una aplicación de computadora.

Julia Hirschberg, profesor de ciencias informáticas en la Universidad de Columbia, está trabajando en eso: una PC capaz de analizar el discurso de una persona a través de los sonidos, las variaciones en el tono, las pausas entre las palabras y decenas de otras pequeñas señales solo para saber si lo que dice es cierto o no. Durante las pruebas, el 70% de los mentirosos fueron descubiertos.

Hirschberg, sin embargo, no es la única estudiosa activa en este ámbito. Algunos ingenieros, lingüistas e ingenieros en computación norteamericanos están desde hace tiempo desarrollando aplicaciones capaces de analizar lo que ellos llaman "discurso emocional", o sea, las emociones que acompañan una afirmación. El objetivo de la investigación es revelar de una vez por todas la veracidad de una declaración con base en los cambios emocionales debidos a la sinceridad o a segundas intenciones incluyendo el interés por el sexo opuesto o el simple engaño.

"El objetivo científico es comprender cómo las emociones se reflejan en nuestro discurso", afirma Dan Jurafsky, profesor de la Universidad de Stanford en California, ganador de una beca de la Fundación MacArthur y co-autor del libro "Discurso y procesos verbales", publicado en el año 2000. Y añade: "El objetivo concreto, sin embargo, es el desarrollo de sistemas para comprender mejor estas emociones".

David F. Larcker, profesor de la Stanford Graduate School of Business, ha aplicado el método desarrollado por Dan Jurafsky analizando declaraciones de líderes financieros desmentidas más tarde. Se descubrió que los gurús de Wall Street utilizan frecuentemente palabras recurrentes como "claramente" o "muy claramente" que sugieren un engaño subyacente.

A tal punto que Larcker sostiene que estos métodos aplicados a los sistemas informáticos también pueden ser útiles para accionistas y analistas, ayudándolos a reducir los riesgos: "Desde el punto de vista de un administrador de cartera que está revisando 60-80 títulos, tal vez un software de este tipo podría llevar a un cierto nivel de depuración inteligente", dijo Larcker al New York Times.

Si un día estos sistemas llegan a ser muy confiables, es fácil imaginar cómo se podrían utilizar y difundir en diversos campos, desde la gestión de negocios hasta el análisis periodístico, incluyendo simples casos judiciales o las declaraciones de los políticos.

Además —para su investigación— Julia Hirschberg y dos de sus colegas recientemente recibieron una aportación de no menos de 1.5 millones de dólares de la Fuerza Aérea estadounidense, con el objetivo de desarrollar algoritmos para analizar los discursos de los que hablan Inglés, pero también árabe y chino.

 

(riccardo bagnato / repubblica.it / puntodincontro)