L'impatto ambientale
e la ricchezza delle nazioni

IL MESSICO AL 6° POSTO FRA I PAESI DEL MONDO,
MA SE SI CONSIDERA LA DISPONIBILITÀ DI RISORSE….

 

6 maggio 2010. - Quali sono i paesi che hanno il maggiore impatto ambientale? Una risposta aggiornata viene da una ricerca condotta da studiosi dell'Università di Adelaide, in Australia, in collaborazione con la National University of Singapore e la Princeton University, che è stata pubblicata sulla rivista PLoSONE.
In termini globali assoluti i dieci paesi con il peggior impatto ambientale sono, nell'ordine: Brasile, USA, Indonesia, Cina, Giappone, Messico, India, Russia, Australia e Perù. Se invece si pondera l'impatto rispetto alla disponibilità di risorse di ciascun paese, si ottiene questa classifica: Singapore, Corea, Qatar, Kuwait, Giappone, Tailandia, Bahrain, Malaysia, Filippine e Paesi Bassi.

Nella ricerca sono stati presi in considerazione sette indicatori di degrado ambientale per creare due scale di valutazione: un indice proporzionale di impatto ambientale, in cui questo è commisurato alle risorse complessive disponibili, e uno assoluto, che misura il degrado ambientale totale su scala globale.

Gli indicatori utilizzati sono stati: perdita di terreno boschivo, conversione degli habitat, sfruttamento delle risorse ittiche, utilizzo di fertilizzanti, inquinamento idrico, emissioni di carbonio da sfruttamento del territorio, e specie in pericolo. Secondo Corey Bradshaw, che ha diretto lo studio, questi indici sono molto validi e comprensivi: "Le crisi ambientali che attanagliano attualmente il pianeta sono il corollario dell'eccessivo consumo di risorse naturali da parte dell'uomo. Ci sono considerevoli e sempre crescenti prove che l'elevato degrado e la perdita di habitat e specie stanno compromettendo ecosistemi che sono alla base della qualità della vita di miliardi di persone."

Nella ricerca è stato deliberatamente evitato di includere fra gli indici quelli che riflettono la salute umana e i dati economici, per misurare unicamente l'impatto ambientale. Solo successivamente è stato preso in esame il rapporto fra questi indicatori puramente ambientali e altri indici, come la ricchezza complessiva di una nazione, misurata in termini del prodotto interno lordo.

"Esaminando la correlazione con tre variabili socioeconomiche - la dimensione della popolazione, il prodotto interno lordo e la qualità della governance - abbiamo trovato che la ricchezza totale rappresenta la più importante variabile esplicativa dell'impatto: quanto più ricca è una nazione, tanto maggiore è il suo impatto ambientale medio", ha detto Bradshaw.

Per contro, dalla ricerca non sono emersi dati di conforto alla cosiddetta ipotesi della curva di Kuznets, secondo cui il degrado ambientale superata una certa soglia di reddito pro capite arriverebbe prima a un plateau per poi iniziare a declinare. "Secondo una teoria, con il crescere della ricchezza, le nazioni hanno un maggiore accesso alle tecnologie pulite, diventano ambientalmente più sensibili e quindi il loro impatto ambientale inizia a diminuire. Questa ipotesi non è stata suffragata", ha concluso Bradshaw.

 

(Le Scienze - Edizione italiana di Scientific American)

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