Dimagririmento
ed integratori alimentari
Di Claudio Bosio.

25 luglio 2009. - Da un'indagine recente condotta su 17.000 individui è emerso che gli italiani, per perdere peso, si affidano ai più diversi "prodotti dietetici". Esiste in commercio una pletora di prodotti, fra pasti sostitutivi (frappé, barrette, minestroni leggeri e primi piatti in genere), integratori "sazianti", "bruciagrassi" o "bruciacalorie" (capsule, gocce, fiale), fino ad arrivare ai veri e propri farmaci (diuretici, xenical, sibutramina).

D’altra parte, una inchiesta di FederSalus, Federazione italiana delle aziende produttrici di integratori che si autoproclamano utili alla salute, ha accertato che, nel 2008, un italiano su tre ne ha fatto uso più o meno regolare, con una prevalenza di pubblico femminile. Il fatturato è imponente: 1 miliardo e 100 milioni di euro per il ca­nale delle farmacie, più un altro ½ miliardo in supermercati, erboristerie, palestre e negozi di fitness. 1 consumatore su 3 de­cide da solo quali integratori mettere in tavola, 1 su 2 chiede consiglio al medico. Eppure, secondo autorevoli farmacologi come il prof. Silvio Garattini e alimentaristi come il prof. Carlo Cannella, questi prodotti sono utili soprattutto al …. conto in banca di chi li fabbrica e li commercia.

Una persona sana e con una alimentazione equilibrata non ha alcun bisogno di integratori.

Quanto alle decantate doti di detti integratori, vale la pena di ricordare quel che successe nel caso degli spinaci, a lungo conclamati come l’«alimento» apportatore di ferro per eccellenza.

Nel 1870, nella pubblicazione del chimico tedesco E. von Wolf, che aveva fatto … l’autopsia di  una foglia di spinacio, comparve (erroneamente) un tenore eccezionale di ferro negli spinaci: 30 mg/100. Soltanto nel 1937, è stato pubblicato il corretto tenore in ferro degli spinaci: per la precisione, ≈3 mg di ferro per 100 gr. di parte edibile.(Una quantità assai minore, ad esempio, rispetto al radicchio verde, che ha un tenore di ferro di ≈8 mg per 100 gr. di P.E.). Per completare il quadro comparativo si può notare come gli spinaci contengano il 55% di ferro meno dei piselli (2,9 mg contro 4,5) e come una considerevole fonte di ferro (e proteine) siano i fagioli, (8 mg/100 g) la cosiddetta "carne dei poveri": due etti di fagioli danno quasi gli stessi elementi nutritivi una quantità uguale di carne(1). La radicata credenza che gli spinaci siano ricchi di ferro, nata come s’è visto da una virgola mal posizionata, è "dura a morire", forse perché comporterebbe la … morte di Popeye, uno sbilenco marinaio che deve la sua forza agli spinaci che "aspira" con la sua pipa da scatolette metalliche.

Aveva perfettamente ragione Mark Twain quando metteva in guardia i. suoi lettori: «Siate prudenti quando leggete libri di medicina. Potreste morire per un errore di stampa »

Tutto questo per dire che il pregiudizio circa le virtù degli spinaci oggi si è esteso a una variegata moltitudine di integratori alimentari ben esposti nelle farmacie e in ogni supermercato. La pubblicità promette risultati seducenti. Sono prodotti arricchiti di vitamine e sali minerali per mantenere il fisico in gran forma o ritardare l’invecchia­mento (il selenio farebbe miracoli), lieviti, fermenti lattici, crusca ed altre fibre per una migliore assimilazione del cibo e per regolare l’intestino, lecitina di soia, acidi grassi polinsaturi e stiroli vegetali per abbassare il colesterolo, estratti di papaya o di aloe per agevo­lare la digestione, ginseng, pappa reale, propoli e pollini per aumentare le energie fisiche e le prestazioni sessuali.

E come regolarsi con i cosiddetti "preparati dimagranti"? Quali sono i loro meccanismi d'azione? E sono davvero efficaci o invece addirittura pericolosi, come dice qualcuno?

Bisogna specificare, innanzi tutto, che non tutti i preparati svolgono la stessa azione alcuni accelerano il metabolismo, altri invece riducono il senso di fame. Ad esempio quelli a base di fucus, un'alga che vive nei mari freddi, grazie al loro contenuto di iodio stimolerebbero la tiroide, agendo sul metabolismo di base(2).

I sostitutivi del pasto possono essere considerati utili quando non si ha tempo di preparare un pasto equilibrato. è però importante conoscere le differenze che esistono tra un prodotto e l'altro.

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 frappè o frullati, se preparati con latte, apportano dalle 120 alle 200 kcal;

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 le barrette oltre le 150 kcal l'una;

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 i primi piatti (dalle creme di verdura alle pastasciutte) dalle 90 alle oltre 300 kcal.

In genere queste sostanze sono integratori a base di glucomannano, gomma guar, cellulosa e inulina. Sono tutte sostanze vegetali che non vengono digerite dall'intestino; a contatto con l'acqua si gonfiano e formano nello stomaco una gelatina che conferisce un senso di sazietà, riducendo così lo stimolo della fame. Per ottenere l'effetto desiderato devono essere assunte con abbondanti quantità di acqua, ovvero almeno 1 bicchiere pieno.

Altre fibre, come la crusca e lo psyllo, per la loro capacità di aumentare la massa fecale e accelerare il transito intestinale vengono di preferenza utilizzate in caso di stitichezza.

Un altro prodotto in auge, è il chitosano che si ricava dal guscio dei crostacei. Grazie ad una struttura molto simile a quella della cellulosa, raggiunto l'intestino "cattura" i grassi presenti nei cibi riducendone di circa il 30% l'assimilazione. Proprio per questo meccanismo d'azione, il chitosano potrebbe essere definito un vero e proprio "mangiagrassi" naturale. Occorre evidenziare tuttavia che una simile attività è tuttora oggetto di studio.

Essendo una sostanza fibrosa, deve essere assunta 30 minuti prima dei pasti con abbondanti quantitativi di acqua, per favorire il rigonfiamento della fibra e conferire un senso di sazietà. Altri integratori contengono estratto secco di citrus aurantium, ottenuto dal frutto acerbo, disseccato dalla pianta di arancio amaro che sembra influire sui processi che regolano la termogenesi dell'organismo, con azione selettiva nei confronti della massa grassa.

Questa attività termogenetica selettiva sembra imputabile alla presenza di sinefrina, una sostanza in grado di agire sul tessuto adiposo e il fegato. Poiché da studi effettuati su animali è emersa una sua possibile tossicità cardiovascolare, è sconsigliata l'assunzione di prodotti che ne contengono a chi soffre di malattie cardiovascolari e ipertensione arteriosa, alle donne in gravidanza, durante l'allattamento. Da qualche anno il picolinato di cromo e il lievito al cromo, si sono ritagliati uno spazio importante soprattutto per due categorie di persone da un lato i "patiti" della linea, dall'altro i cultori del fitness, i primi per perdere chili superflui senza sacrifici o rinunce, i secondi per aumentare la massa muscolare e migliorare l'efficienza fisica.

Il cromo è uno dei 13 oligoelementi riconosciuti necessari per l'organismo umano essenziale per il metabolismo degli zuccheri, gli viene attribuita la capacità di migliorare la tolleranza al glucosio, abbassare i livelli di colesterolo e trigliceridi, aumentare la glicemia in pazienti ipoglicemici, e infine regolare il metabolismo glucidico e lipidico potenziando l'azione dell'insulina.

Il presupposto teorico alla base dell'effetto dimagrante del cromo è che questo elemento, agendo su particolari strutture del sistema nervoso centrale, produrrebbe una serie di effetti (ad esempio la soppressione dell'appetito e la stimolazione della termogenesi) che si tradurrebbero in una riduzione del grasso corporeo. (Fonti adeguate di cromo sono alimenti molto comuni quali il lievito di birra, la carne, il fegato, i formaggi, i cereali integrali, i funghi, le prugne, gli asparagi, le nocciole, il vino, la birra).

I prodotti "antifame" più seri aggiungono sulla confezione, che vanno utilizzati con "regimi ipocalorici controllati", il che significa semplicemente "con una dieta ipocalorica". Il che vuol dire che se ci si mette a dieta qualunque cosa fa dimagrire. Molti di questi prodotti non funzionano; altri hanno un'efficacia limitata, con un risparmio dalle 200 alle 300 kcal giornaliere (pari a un cono gelato alla crema o a una brioche).

A questo punto una considerazione è d'obbligo. Non sarebbe meno costoso rinunciare a qualche grammo di biscotti, a brioche e pizza, invece di acquistare costose pillole, barrette o tisane?

Da parte loro, i produttori di questi "intingoli nutrizionali" chiedono al Ministero della Salute l'autorizzazione a presentarli come integratori; poi però li vendono come dimagranti. 

Val la pena di ribadirlo: i dimagranti, si qualsiasi genere, aiutano per quanto possono, ma soltanto una dieta corretta farà dimagrire e insegnerà a mangiare.


 

[1] Poco ferro, dunque, negli spinaci e,  per di più, quel poco è di difficile assimilazione, trattandosi di Fe-non-eme

 Il Ferro è presente nei cibi in due forme: forma eme e forma non-eme.

◦       Il Fe-eme, che rappresenta il 40% del Ferro nella carne, nel pollame e nel pesce, viene assorbito facilmente.

◦       Il Fe-non-eme, che costituisce il 60% del Ferro contenuto nei tessuti animali e la quasi totalità di quello presente nelle piante (frutta, verdura, semi, noci), è di più difficile assorbimento.

L'eme (un piccolo composto organico delle porfirine, contenente un atomo di ferro) deve la sua importanza al fatto che può legare l'ossigeno in maniera reversibile, utilizzandolo per trasportare elettroni nella catena respiratoria oppure trasportandolo nel sangue (emoglobina) o immagazzinandolo nei muscoli (mioglobina). Il ferro può esistere negli stati di ossidazione +2 e +3, ma solo lo stato di ossidazione minore è in grado di legare l'ossigeno.

[2] Si definisce metabolismo di base, il consumo energetico necessario per mantenere in attività gli organi della vita vegetativa (funzione cardiaca, respiratoria, renale nervosa ecc..)