8 ottobre 2012 - Con un termine poco
comprensibile viene chiamata «dematerializzazione». Traduzione per il
cittadino: «finisce l’era della ricetta di carta». Entro il 2015, se i tempi
verranno rispettati, per ritirare un medicinale in farmacia o sottoporsi a
un qualsiasi esame diagnostico in ambulatorio basterà presentare la tessera
sanitaria con un codice inserito dal medico, corrispondente alla prestazione
desiderata.
L'AGENDA DIGITALE - Nel decreto sull’agenda
digitale approvato tre giorni fa dal Consiglio dei Ministri due articoli
riguardano la creazione del Fascicolo sanitario online. Una specie di
dossier sulla storia clinica del cittadino che conterrà anche le prescrizioni
utilizzate nel corso della vita. Il tramonto della ricetta di carta avverrà
per gradi. «Le Regioni provvedono alla graduale sostituzione delle
prescrizioni con le equivalenti in formato elettronico in percentuali che
non dovranno risultare inferiori al 60% nel 2013, all’80% nel 2014 e al 90%
nel 2015». Per il ministero della Salute «è un salto culturale di notevole
importanza sul piano della qualità dei servizi e il contenimento dei costi».
LE SANZIONI PER CHI NON SI ADEGUA - Non farà
piacere ai medici sapere che la rivoluzione per loro rischia di non essere
indolore. Chi non rispetterà le scadenze e non abbandonerà la carta al
risuonare del gong va incontro a sanzioni pesanti, dal licenziamento allo
stop della convenzione col servizio sanitario nazionale. Si potrebbe
ripetere la criticità di due anni fa quando il decreto dell’allora ministro
Brunetta impose l’invio elettronico dei certificati di malattia all’Inps da
parte dei medici di famiglia. I camici bianchi polemizzarono aspramente. Ci
furono alcuni rinvii. Oggi il sistema è pienamente operativo.
LE TAPPE - Il progetto ricetta digitale è
partito nel 2004 con la nascita della tessera sanitaria. Successivamente ci
sono stati una serie di tappe di avvicinamento. Nel 2009 tutte le Regioni
erano in rete, poi un provvedimento del 2011 ha stabilito nuove scadenze (piani
diffusione delle Regioni). Quest’ultimo provvedimento imprime un’ulteriore
accelerazione dando avvio all’ultima fase, la completa integrazione
all’interno della rete di farmacie, laboratori, ambulatori specialistici
collegati ai medici e all’utente. Strumento di trasparenza che specialmente
nelle amlaministrazioni in deficit è praticamente inesistente. I dati verranno
raccolti nel sistema centrale del ministero della Salute, sarà possibile
controllare la spesa e sventare eventuali fenomeni di inappropriatezza.
CARTELLA CLINICA DIGITALE - Oltre alle ricette
il Fascicolo sanitario digitale conterrà una sintesi della storia dei
pazienti. Al suo interno, un elemento fondamentale è la cartella clinica che,
stabilisce il nuovo decreto, dal 1 gennaio 2013 potrà essere conservata
«anche solo in forma digitale» dalle strutture sanitarie pubbliche e private
convenzionate. In pratica, gli ospedali già pronti al passaggio telematico
possono (dunque nessun obbligo, come prevedeva la bozza iniziale del testo)
buttare nella spazzatura gli ingombranti dossier cartacei stipati in archivi
stracolmi che finiscono bruciati in incendi «accidentali». Il problema è che
diverse strutture non possiedono più spazio per conservarli. Terza novità
del decreto, le norme sull’istituzione dei Registri di patologie che per la
prima volta vengono disciplinati in modo uniforme anche dal punto di vista
della copertura finanziaria. Sul piano del cammino verso il digitale in
sanità poche Regioni si distinguono. In testa Emilia Romagna, Lombardia e
Toscana..
(margherita de bac / corriere.it / puntodincontro)
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8 de octubre de 2012 - Utilizando un
término difícil de entender le llaman “desmaterialización”.
Traducción para los comunes mortales: «termina
la era de las recetas médicas en papel».
En Italia, para el año 2015, siempre y cuando se respeten los calendarios,
para comprar un medicamento en la farmacia o someterse a cualquier análisis
un laboratorio sólo habrá que presentar la tarjeta sanitaria con un código
introducido por el médico, que corresponde al fármaco o al tipo de estudio
deseado.
En el decreto sobre la Agenda Digital aprobado hace tres días por el
Consejo de Ministros dos artículos se refieren a la creación de la historia
clínica online. Una especie de dossier sobre el historial médico de cada
ciudadano, que también contendrá las recetas utilizadas en el transcurso de
su vida. La desaparición de la receta en papel se dará gradualmente.
«Las Regiones deberán asegurar la
sustitución gradual de las recetas con el equivalente en formato electrónico
en un porcentaje que no podrá ser inferior al 60% en 2013, al 80% en 2014 y
al 90% en 2015». Para el Ministerio de
la Salud «es un salto cultural de gran
importancia en términos de calidad del servicio y reducción de costos».
No será una buena noticia para los médicos el saber que esta "revolución"
les podría provocar algunos dolores de cabeza. Los que no cumplan con los
plazos y no abandonen el papel cuando lleguen las fechas límites podrían
enfrentar sanciones severas, desde el despido hasta la cancelación del
convenio con el Servicio Nacional de Salud. Podría repetirse la crisis de
hace dos años, cuando el decreto del entonces ministro Brunetta impuso la
obligación a los médicos de cabecera de presentar en formato electrónico los
certificados de incapacidad al INPS (Instituto Nacional para la Previsión
Social). Los galenos protestaron con dureza. Hubo algunos retrasos. Hoy el
sistema funciona al 100%.
El proyecto para las recetas digitales se inició en 2004 con el
nacimiento de la tarjeta sanitaria. Siguió una serie de etapas de
acercamiento. Para el 2009 todas las Regiones se habían integrado a la red y
una disposición de 2011 estableció nuevas fechas (programas de difusión de
las Regiones). Esta última medida aceleró el proceso dando inicio a la
última fase: la integración completa dentro de la red de farmacias,
laboratorios así como clínicas especializadas conectadas con los médicos y
los pacientes. Es una herramienta de transparencia, especialmente en el caso
de administraciones con déficit público, es prácticamente inexistente. Los
datos serán concentrados en el sistema central del Ministerio de la Salud,
se podrán controlar los gastos y evitar cualquier irregularidad.
(margherita de bac / repubblica.it / puntodincontro)
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