Un italiano su tre rissoso e irascibile
Una ricerca di "Riza Psicosomatica" su mille intervistati tra i 25 ed i 60 anni
Si litiga soprattutto nel traffico, più con i colleghi che con il partner.

ROMA, 4 gennaio 2007. - Se la prende con tutti, dai genitori ai lavavetri ai semafori, nel traffico, in ufficio, per questioni di soldi e nella vita di coppia. E' questo il ritratto di un italiano su tre, almeno secondo una ricerca della rivista "Riza Psicosomatica" sui comportamenti di circa 1000 italiani tra i 25 e i 60 anni. Si litiga più facilmente con gli sconosciuti (27%), ma anche, a sorpresa, con i genitori anziani (21%), con i lavavetri e gli ambulanti (17%) o con i sottoposti in ufficio (13%). Un po' meno con i figli (10%) o con il partner (8%), con i quali si cerca più spesso un canale di mediazione. Ma dopo risse, discussioni e scatti d'ira si prova un senso di liberazione (27%) o di distensione (22%).

Ma attenzione: pessimo carattere e litigio facile non sono, per la maggior parte degli intervistati, elementi negativi. Anzi. Di porgere l'altra guancia gli italiani non ne vogliono proprio sapere. La maggior parte pensa che non convenga: per sei italiani su dieci (il 56 per cento), il cattivo carattere è addirittura una qualità. Perchè vuol dire avere più libertà (22%), non sentire obblighi nei confronti del prossimo (16%) e aver maggior rispetto da parte degli altri (15%). E se per ottenere questo si va incontro a continui litigi (per il 26%), antipatia (12%) e solitudine (5%), ben venga, fa parte del gioco.

Insomma, quanto litigano gli italiani? Il 30% spesso o addirittura quotidianamente. Il 53% risponde con un evasivo "ogni tanto", il 14% dice di perdere le staffe solo raramente. I pacifisti ad oltranza sono ormai ridotti ad appena il 3 per cento. Gli scontri si scatenano nel traffico (29%), ma dovunque per questioni di soldi (il 25%). Il 17% dice di litigare sul luogo di lavoro, il 14 in famiglia. In coda alla lista, i litigi della vita di coppia (il 10 per cento).

Va detto che gli italiani litigano più con colleghi e sconosciuti che con moglie e marito. Questo accade, spiegano gli esperti di Riza Psicosomatica, perché "col partner conviene sempre negoziare mentre con i sottoposti in ufficio o con i genitori troppo anziani è più facile tener testa". A furia di reprimere le nostre reazioni più naturali, finiamo per diventare aggressivi e sfogarci con i più deboli alla prima occasione. Nel traffico poi, protetti da lamiere e finestrini dell'auto, diamo il peggio di noi stessi contro passanti, automobilisti inesperti o lavavetri.

I motivi che portano alla lite sono diversi. Per esempio il bisogno di sfogarsi (32%), il fatto di aver di fronte qualcuno di più debole (24%), la sicurezza di non rischiare nulla (19%), il bisogno di imporre le proprie ragioni (12%), la necessità di difendere i propri principi (8%). E dopo lo sfogo cosa succede? Il 17% prova rabbia, il 13 un vago senso di colpa, il 9 euforia e, infine, il 7 un po' di vergogna. E via, avanti di questo passo.

 

Da Repubblica.it