Contro la tosse il miele fa miracoli
Consigli per la salute.

2 gennaio 2008. - Gli esperti del Penn State College of Medicine (Usa) nobilitano il miele sulle pagine del Archives of Pediatrics and Adolescent Medicine, elevandolo a rimedio più efficace di un farmaco specifico.

I ricercatori lo hanno confrontato con destrometorfano, sedativo della tosse che la Fda, ha raccomandato tra gli altri farmaci da banco contro tosse e raffreddore solo a partire dai sei anni d'età. Durante la prima notte monitorata durante lo studio, nessuno dei 105 bambini coinvolti nello studio ha ricevuto alcun trattamento.

La seconda notte hanno assunto miele, destrometorfano aromatizzato al miele o nessuna terapia, circa mezz'ora prima di andare a dormire.

Sulla base di questionari proposti ai genitori gli autori della ricerca, condotta in doppio-cieco hanno rilevato che i piccoli in cura con miele miglioravano di più rispetto a quelli che avevano ricevuto il farmaco o nessun trattamento.

 

Botulino, per l’uomo attenzione alle dosi

Far sparire le rughe dal volto con il botulino è molto più difficile per gli uomini che per le donne. Lo afferma uno studio dell’università americana del Nord Carolina, pubblicato da Dermatologic Therapy, secondo cui nei trattamenti cosmetici per lui è necessario usare il doppio del botox che si usa per le donne. «Nel trattamento delle rughe di espressione, ad esempio, che è quello più comune - spiega Timothy Corcoran Flinn, l’autore dell’articolo - la dose per le donne è di quaranta unità, ma all’uomo ne servono fino al doppio. Proprio il dosaggio troppo basso è la causa principale del fallimento dei trattamenti». Secondo lo studio, la causa della maggiore richiesta di Botox sta nelle più grandi dimensioni dei muscoli dell’uomo, o anche della forma diversa del volto: «Le orbite dell’uomo, ad esempio, hanno una circonferenza maggiore - continua l’esperto - e richiedono quindi una dose extra». Il botox negli Stati Uniti è ormai al primo posto tra i trattamenti più richiesti, tanto che in un articolo il Financial Times l’ha definito un «obbligo sociale del ceto medio-alto più che una forma di medicina estetica».

 

Problemi di erezione e morbo di Parkinson, quale legame?

I risultati di uno studio condotto da un gruppo di ricercatori della facoltà di Medicina dell’Università di Harward indicano una relazione tra disfuzioni erettili e un aumento del rischio di sviluppare il morbo di Parkinson. Il sistema nervoso autonomo, che regola le funzioni involontarie del corpo, come il ritmo cardiaco e la digestione, è spesso colpito dal morbo di Parkison e la funzione erettile, controllata dallo stesso sistema, ne è solitamente commpromessa. «La domanda - ha sottolineato il dottor Xiang Gao, della Harvard School of Public Health di Boston, in Massachusetts, e dai sui colleghi - è se la disfunzione erettile è un segnale che prelude allo sviluppo della sintomatologia del Parkinson sul sistema nervoso autonomo».

 

(La Stampa.it)