Ad AltaRoma il "Giapponesimo"
di Raffaella Curiel

Lastilista milanese Raffaella Curiel ha sfilato ieri a Roma
portando sulla passerella una nuova collezione ispirata a “Giapponesimo”.

La sfilata di Raffaella Curiel ad AltaRoma AltaModa.14 luglio 2010. - Un defilè apprezzato anche da un ricco parterre politico, con la signora Clio Napolitano in testa, seduta accanto a Maddalena Letta, Lella Bertinotti, Renata Polverini, presidente della Regine Lazio, Luca Zingaretti, presidente della Provincia di Roma. Una sfilata che ha visto il debutto sulle passerelle dell’alta moda della Croce Rossa, con il sottotenente Barbara Lamuraglia in abito da sposa Curiel in pizzo ecru, e venti consorelle in divisa bianca a farle da contorno.

Il Giapponesimo coniato da Curiel, la stilista intellettuale dell’alta moda, è ispirato dal movimento di arti figurative del XVIII secolo nato a Parigi, che aveva diffuso l’uso di tessuti giapponesi dipinti con i disegni e i colori del periodo Edo, influenzando moda e arte.

«Ad avermi rapita in una libreria del Metropolitan di New York, sono state proprio le arti figurative giapponesi - racconta la stilista, a cui Trieste, sua città natale, ha dedicato una mostra personale - con i suoi diversi volumi, i kimono, la grazia delle dame aristocratiche dipinte da Hosoda Eishi e da Utamaro Kitagawa, i costumi del periodo Edo, la creatività nel mischiare tessuti e colori, ma anche l’incedere meditativo, la posizione eretta delle dame».

In pedana sfilano così i tailleur cosiddetti “curiellini”, con maniche kimono, stampati ricamati con ramage di fiori di ciliegio color arancio o azzurri, tessuti dipinti con fiori di loto e orchidee giganti, cinture-obi che strizzano i tubini al ginocchio, decolletè con un elegante tacco 6 cm, ricamate con filo di seta, gonne da coktail doppiate con pelle intagliata a disegni origami, grandi collane di giada o ambra fimate Simonetta, caban-kimono, drappeggi a ventaglio, nodi e fiocchi di perline auuntati sotto la schiena dei vestiti da sera. Questo il Giapponesimo di Lella Curiel.

 

(La Stampa)

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