A Guayaquil per amore

L’Ecuador dell’attrice Marina Salvarezza:
il CGIE, la Dante Alighieri, un film con Meg Ryan e molte telenovelas.

Marina Salvarezza.


17 maggio 2010. - Il destino, per Marina Salvarezza, aveva il volto di un ragazzo di Guayaquil, Alberto García-Franco, conosciuto a Milano mentre frequentava il Politecnico. Nata a Genova, milanese d’adozione, si sente un po’ anche veneta per via delle origini materne. Dopo il liceo si iscrive all’Accademia dei Filodrammatici di Milano. “Furono anni fantastici, e al termine degli studi ho ricevuto il Premio come migliore attrice giovane. Era il 1967”. Poi, nel 1976, il matrimonio con Alberto Garcia, il “volto del suo destino”, appunto, e la partenza per l’Ecuador. Con sé, porta un altro grande amore: quello per il teatro “conosciuto grazie a persone eccezionali che mi hanno fatto innamorare di questa meravigliosa espressione artistica”.

Dopo il diploma all’Accademia, una serie infinita di specializzazioni, tutte dedicate al teatro, in ogni angolo del mondo: Corso di mimo e pantomima a Monaco, Danza contemporanea con Wilson Pico (Ecuador), Teatro del movimento con Yves Marc e Claire Heggen (Francia), Laboratorio sul metodo Feldenkreis (Israele), Corso di regia teatrale con Arístides Vargas (Argentina), Corso di scrittura drammatica (Cuba) e Lezioni con Marcel Marceau. Non stupisce, quindi, il Premio come Migliore Attrice Straniera ricevuto a Guayquil nel 1986, mentre è del 2004 la Medaglia al Merito Culturale del Congresso Nazionale dell’Ecuador. “Riconoscimenti che mi rendono orgogliosa, premiano il mio impegno a favore della cultura, sia italiana sia del paese in cui vivo, e che mi stimolano a continuare su questa strada”.

Marina Salvarezza ha dato il volto a personaggi delle telenovelas e recitato in film come Rapimento e riscatto con Meg Ryan e Russell Crowe, Retazos de Vida con William Levy, ed ha creato la compagnia di Teatro Experimental Guayaquil operativa dal 1984. “Realizziamo spettacoli per adulti e bambini, e fino ad oggi abbiamo messo in scena più di 60 opere, mentre ho partecipato come attrice alle più significative rappresentazioni del Paese e collaborato con i più importanti direttori, ma soprattutto, ho la soddisfazione di aver fatto amare in Ecuador i testi di Pirandello, Goldoni, De Benedetti, Mario Fratti, Dario Fo”. Un amore, quello per il teatro, che Marina Salvarezza testimonia anche insegnando, “coordino il corso di Comunicazione Scenica preparando i giovani al mondo dello spettacolo, e poi vado nelle scuole, nelle università per trasmettere il fascino di questa arte”.

Nonostante i numerosi impegni professionali, trova anche il tempo per fondare una sede della Società Dante Alighieri per la promozione della lingua e cultura italiana, anche attraverso la nostra migliore produzione cinematografica, di condurre programmi radiofonici e di fondare e dirigere l’Istituto Ecuadoriano-Italiano di Educazione e Cultura, la Fundación para el Arte y la Cultura en el Ecuador e il gruppo di letteratura Mujeres del Atico. Particolarmente impegnata anche nel sociale con incarichi che la vedono accanto ai nostri connazionali, Marina Salvarezza è membro del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (CGIE) nonché responsabile della UIM-Ecuador, l’Unione degli Italiani nel Mondo.

Marina Salvarezza sta lavorando attualmente a ben sette progetti teatrali, tra questi, una versione moderna de Il Servitore di due Padroni di Carlo Goldoni, e la commedia La Fiacca “di Ricardo Talesnik, un autore argentino che ammira molto. Spera di riuscire a concretizzarli tutti, anche se avrà bisogno di un tripla razione di energia”. Melpomene, la “sua” Musa, di certo l’aiuterà.

 

Giovanna Chiarilli – IL PUNTO

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