Fiat 500, la piccola grande leggenda italiana ora è «made in Mexico»

Nel 2011, oltre centomila automobili
saranno prodotte nello stabilimento di Toluca.

12 ottobre 2010. - LA FIAT 500 «made in Mexico» è una realtà. L’amministratore delegato del Gruppo Fiat-Chrysler, Sergio Marchionne, ha partecipato il mese scorso all’evento di lancio della Fiat 500 presso lo stabilimento Chrysler di Toluca.

Alla cerimonia, unitamente al nostro ambasciatore Roberto Spinelli, erano presenti il presidente della Repubblica Felipe Calderon, il ministro per l’Economia, Ruiz Mateos, il direttore generale di Promexico, Bruno Ferrari, ed il governatore dello Stato del Messico, Enrique Peña Nieto.

Nel manifestare il suo più convinto apprezzamento per la qualità dello stabilimento di Toluca, l’ad Marchionne ha voluto sotto-lineare l’importanza del fattore umano quale elemento determinante per raggiungere livelli sempre più elevati di efficienza ed innovazione.

In tale ottica, si inserisce la produzione della 500 in Messico che rappresenta un modello estremamente innovativo per la qualità dei processi produttivi e la concezione stessa del prodotto. Allo stesso tempo, Marchionne ha ricordato come la nuova realtà creata dal gruppo Fiat-Chrysler apporterà modifiche sostanziali in termini di riduzione delle emissioni e dei consumi, citando ad esempio i nuovi motori V6 Jeep che verranno ottimizzati grazie alle tecnologie Fiat.

Secondo le previsioni del gruppo, illustrate in forma dettagliata da Marchionne nel corso dell’evento di lancio, lo stabilimento di Toluca dovrebbe essere pienamente operativo già a partire dal prossimo mese di dicembre, con tempi dimezzati (12 mesi) rispetto a quelli (24-36 mesi) normalmente richiesti per questo tipo di operazione. La produzione attesa è di 100-130 mila unità l’anno, per coprire una domanda che riguarda il mercato di tutto il continente americano: in particolare Stati Uniti e soprattutto Brasile, mercato in forte crescita dove il marchio Fiat è «market leader», ha spiegato Marchionne. Al mercato Messicano è invece destinato il 10% della produzione.

L’investimento del gruppo è di 550 milioni di dollari, finanziati in gran parte attraverso l’apertura di una linea di credito di 400 milioni di dollari («soft loan») da parte delle due principali finanziarie del governo messicano (Nafin e Bancomext). Marchionne ha infine ricordato che oltre ai 400 nuovi posti di lavoro interni allo stabilimento, l’investimento dovrebbe portare alla nascita di ulteriori 1200 impieghi indiretti, e che il gruppo stesso intenderebbe, in futuro, ampliare i propri impegni in questo Paese. Le autorità messicane hanno colto l’occasione per ribadire i punti di forza del Messico quale grande piattaforma logistica per gli investimenti che abbiano un interesse a penetrare sia il mercato nord-americano che quello latinoamericano. L’investimento Fiat-Chrysler acquisisce poi un significato particolare perché rappresenta un segnale importante di inversione di tendenza per un settore, quello automobili-stico, che continua ad avere un peso determinante per il manifatturiero messicano (vale l’11% degli occupati nel settore ed il 20% del Pil nazionale) e che ha vissuto, nel 2009, una delle peggiori contrazioni della sua storia. Il presidente del Messico, Felipe Calderon, ha voluto sottolineare come l’investimento Fiat-Chrysler porterà in Messico non la semplice produzione di un’automobile, ma quella di una «icona», di un «simbolo», di un «emblema» della migliore tradi-zione italiana di fare impresa.

 

(Fonte: A CURA DELL'AMBASCIATA D'ITALIA IN MESSICO)

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