Il mondo dell’emigrazione in lutto per Angelo de Bartolomeis

Grande commozione in Abruzzo per l’improvvisa morte del direttore della Voce dell’Emigrante. Di Goffredo Palmerini.

11 agosto 2009. - Attonito e incredulo il mondo dell’emigrazione abruzzese alla notizia dell’improvvisa scomparsa del prof. Angelo De Bartolomeis, fondatore e direttore del mensile “La Voce dell’Emigrante”.

Era a Pineto insieme alla moglie, per un periodo di riposo. Il 6 agosto un infarto l’ha fulminato sulla spiaggia dell’ameno centro balneare della costa teramana. La triste notizia ha presto fatto il giro dell’Abruzzo e poi del mondo, attraverso i tanti emigrati abruzzesi tornati per le ferie che l’hanno diffusa attraverso la rete delle loro associazioni, in Italia ed all’estero. L’Abruzzo, dentro e fuori i confini, è tutto in lutto per la perdita d’una personalità indiscussa della cultura regionale, specie nel campo dell’emigrazione. Grande commozione a Sulmona, la città di Ovidio dove Angelo De Bartolomeis era nato 75 anni fa, dove con la signora Pina viveva e dove risiedono i loro tre figli. Lascia un grande vuoto. Già docente alla Scuola Media “Capograssi”, giornalista di lungo corso, nel 1974 egli aveva fondato il periodico per gli italiani nel mondo “La Voce dell'Emigrante”, subito affermatosi tra i connazionali all’estero, specie abruzzesi, per la qualità dell’informazione e per il taglio culturale non destinato all’élite, atteso ogni mese con grande interesse.

L’Abruzzo deve forte riconoscenza ad Angelo De Bartolomeis, non solo per essere stato un alacre promotore culturale, quanto per aver egli aperto, attraverso le pagine del periodico che ha diretto sin dalla fondazione, uno spaccato sul mondo dell’emigrazione nel quale ha saputo indagare con competenza e passione, intessendo un colloquio fecondo con i lettori attraverso le loro testimonianze di vita in ogni continente. Ma va ancor più a suo merito l’aver arricchito la ricerca e la conoscenza del mondo dell’emigrazione italiana attraverso i talenti che essa ha nel corso degli anni espresso nel giornalismo, nella saggistica, nella letteratura - narrativa e poesia, edite ed inedite - e nelle arti figurative, dando vita al Premio Internazionale Emigrazione, giunto alla XXXII edizione.

Il Premio, in più d’un trentennio di successi, ha sovvertito il trito pregiudizio secondo il quale la creatività artistica e la sensibilità letteraria scarso rilievo hanno con l’emigrazione, proponendo invece all’attenzione fior fiore di scrittori, giornalisti, saggisti, poeti ed artisti che del mondo dell’emigrazione, dal di dentro, hanno ampiamente lumeggiato aspetti sociali e culturali, rimuovendo quella patina di sufficienza e d’ignoranza che per molti decenni ha determinato la colpevole trascuratezza del fenomeno migratorio da parte delle istituzioni e della cultura “ufficiale”. Il Premio Internazionale Emigrazione s’è dunque giustamente affermato come uno degli appuntamenti culturali più interessanti in Italia, se non il migliore in assoluto, per capacità d’indagare tematiche e problemi legati al complesso mondo dell'emigrazione, attraverso l'organizzazione di percorsi artistici - mostre di pittura, scultura, fotografia - e premi di giornalismo, saggistica, narrativa e poesia. Tutte le edizioni del Premio, infatti, hanno visto protagonisti personalità del mondo politico, scientifico, letterario ed artistico, come della stampa internazionale, tutte impegnate nel campo dell’emigrazione. L’assidua opera culturale, condotta attraverso le pagine della “Voce dell’Emigrante”, le numerose pubblicazioni edite dall’associazione omonima, i rapporti con l’associazionismo abruzzese, convegni e seminari in tema migratorio, rassegne d’arti figurative e le trentadue edizioni del Premio Internazionale Emigrazione, ha certamente raggiunto lo scopo di far emergere e valorizzare talenti dell’intelletto e di favorire la conoscenza del fenomeno migratorio sotto tutti gli aspetti. Tramite interazioni e scambi d’esperienze, in particolare, ma sopra tutto creando le condizioni ottimali per un dialogo vero dei nostri emigrati con le istituzioni pubbliche e con i cittadini abruzzesi, allo scopo di tener vive le radici con la regione d’origine.

La cerimonia funebre si è tenuta l’8 agosto a Sulmona, nella Chiesa di San Francesco di Paola. Mezzogiorno e la giornata di grande calura non sono riusciti a limitare l’ingente partecipazione di popolo per l’ultimo saluto al prof. De Bartolomeis. Il tempio non è riuscito a contenere tutti. Tante persone, parenti, amici, autorità civili e rappresentanti dell’associazionismo, anche da fuori regione. Accanto al rappresentante della Municipalità sulmonese, i Sindaci di Cansano e Pratola Peligna, città dove ogni anno si tiene il Premio Emigrazione. Molta commozione sui volti. Al termine della messa il prof. Antonio Pantaleo ha tenuto una commemorazione, ricordando di Angelo De Bartolomeis l’esemplare impegno professionale e civile. Tra l’altro, Pantaleo ha affemato: “… Per i suoi molteplici interessi culturali, il prof. De Bartolomeis è stato da sempre un insostituibile punto di riferimento per l’Abruzzo e non solo, acquisendo meriti di notevole rilevanza. L’aver fondato “La Voce dell’Emigrante” che da 35 anni esce puntualmente, non è certamente cosa da poco. Esso ha acquisito una posizione ragguardevole nel campo dell’informazione, gettando un ponte ideale tra l’Italia e le numerose comunità di abruzzesi all’estero, i quali si sentono così più vicini alla madrepatria. Il tutto all’insegna di quella dicotomia tra la patria di origine e quella di elezione, ambedue ugualmente amate, in un mondo impastato di sacrifici e dolori, ma per fortuna anche di progresso. (…) Tempo fa Angelo aveva espresso l’intenzione di costituire nel nostro territorio un Centro Studi Internazionale, sempre dedicato all’emigrazione, con un Museo che con cimeli, reperti, foto e materiale vario ne documentasse l’evoluzione nel corso del tempo. Un Museo da collocare in Pratola Peligna, città-simbolo dell’emigrazione dell’Abruzzo interno, che ha sempre risposto con generosità ed ammirevole slancio alle iniziative del prof. De Bartolomeis. (…) Tutti auspichiamo che questo patrimonio di cultura e di valori prodotto da Angelo in tanti anni possa continuare a vivere”.

Una bella eredità, morale e intellettuale, lascia dunque Angelo De Bartolomeis. Davvero confortante sarebbe veder vivere e progredire le sue iniziative: “La Voce dell’Emigrante”, il Premio Internazionale Emigrazione, le rassegne d’arte contemporanea. Per il loro valore, a beneficio della cultura italiana, e in segno di rispetto e di memoria verso chi un’intera vita ha dedicato a far nascere e crescere iniziative culturali di grande rilievo per l’Abruzzo. Ai tantissimi prestigiosi nomi, che molte pagine riempirebbero, vincitori del Premio Internazionale Emigrazione nei vari settori, ai tanti abruzzesi illustri insigniti della Targa al Merito per essersi affermati all’estero in molteplici campi, voglio qui solo aggiungere alcuni degli artisti che hanno preso parte alle annuali rassegne promosse dall’associazione presieduta da Angelo De Bartolomeis, curate dai critici Carlo Fabrizio Carli prima e poi da Leo Strozzieri. Mi limito solo alle più recenti edizioni, dapprima con le presenze di Lea Contestabile, Michele Cossyro, Alfredo Del Greco, Pasquale Di Fabio, Vincenzo Di Giosaffatte, Nino Gagliardi, Stefano Ianni, Pasquale Liberatore, Piero Liberatore, Giulia Napoleone, Claudio Verna, Sandro Visca, Ezio Zavarella, Enzo Benedetto, Sigfrido Bartolini, Giorgio Baitello, Alfredo Del Greco, Antonio Di Fabrizio, Marcello Ercole, Francesco Perilli, Gaetano Pallozzi, Luciano Primavera, Dante Simone, tutti con gli apparati critici curati da Carlo Fabrizio Carli. Più di recente, curate dal critico d’arte Leo Strozzieri, la rassegna “Paese mio” con Achille Pace, Bruno Aller, Fernando Battista, Remo Brindisi, Carma, Elio Di Blasio, Giuseppe Di Prinzio, Salvatore Emblema, Lia Garofalo, Ettore Le Donne, Serafino Mattucci, Eraldo Zecchini, quindi per la mostra “Radici e globalizzazione” gli artisti Koulakov, Bercaw, Learn, Lo Paro, Lucas, Ricetti, Squires, Stoner, Turri, Van Dyke, Brindisi, Di Febo, Di Teodoro, D’Aroma, Falconi, Le Donne, Mastroianni, Gattucci, Sfarra, Simone, Biggi, Barisani, Notari, Treccani, Mandelli, Kodra, Tulli, Donzelli, Santoro, Pienotti, Emblema, Nappi, Giulia Napoleone e Battista.

Cito, infine, la XXXII edizione del Premio Internazionale Emigrazione tenutasi nel 2008, con un’esposizione tutta dedicata al tema della donna, curata da Chiara e Leo Strozzieri, con un omaggio a Emanuele Pandolfini, raffinato pittore siciliano che ad Eva ha dedicato gran parte della sua produzione. La mostra, inoltre, era corredata da opere delle artiste Morena Antonucci, Manuela Armellani, Mirella Bentivoglio, Tomaso Binga, Chiara Crisologo, Ester Crocetta, Marisa Facchinetti, Renata Maccaro, Marina Ranieri, Patrizia Ricca, Anita Spinelli e Lucia Stefanetti, oltre agli artisti che hanno presentato il tema femminile, quali Daniele Breccia, Massimo Di Febo, Leopoldo Marciani, Gianni Massacesi, Gaetano Memmo, Ezio Paolini e Roberto Silvidio. Di particolare rilievo una sala di Artisti scomparsi, che hanno dato al premio grande lustro: Remo Brindisi, maestro abruzzese che in vita fu molto legato al Premio “Emigrazione” e al suo presidente De Bartolomeis; Primo Conti, presentato con un "Nudo in bianco", simbolo della spiritualizzazione dell’eros; Luigi Faccioli, sommo rappresentante dell’astrattismo lombardo; infine Renato Guttuso con un ritratto dedicato all’amico Lucio Fontana. Tutte le mostre, nel corso degli anni, si sono tenute nelle sale dell’austero Palazzo Colella di Pratola Peligna. Piace così concludere la nota sulla scomparsa di Angelo De Bartolomeis. In fondo Egli ha sempre ritenuto che l’arte sia eterna. Se dunque così è, Egli che dell’arte è stato attento e perfetto anfitrione, si giova di condividerne, se non l’eternità, almeno un lungo tratto di futuro, nella memoria grata di quelli che verranno.

 

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