ROMA, 10 gennaio 2007. - "In rete con l'Italia", il mensile ufficiale della Farnesina, ha intervistato il Segretario generale del Consiglio Generale degli Italiani all'Estero (CGIE), Elio Carozza, sul futuro dell'importante organismo che dirige dallo scorso mese di dicembre.

Sulle priorità del suo mandato, il Segretario Carozza dice: "dobbiamo lavorare per rafforzare il collegamento delle nostre comunità con la vita politica, culturale, economica e sociale dell'Italia. Non è poco e non è facile. E tuttavia credo che il nostro obiettivo debba essere ancora più ambizioso. Io penso che il CGIE debba fare un salto di qualità riuscendo a fare della politica per gli italiani all'estero una parte integrante della politica internazionale del Paese. Milioni di italiani che vivono nel mondo sono un patrimonio e una risorsa per l'Italia. Un patrimonio di esperienze, di intelligenze, di conoscenze nei diversi campi della vita sociale, politica, economica e culturale. Una chance mai riconosciuta fino in fondo. È determinante creare le condizioni per stabilire un nuovo e proficuo rapporto con le giovani generazioni di italiani e di oriundi che vivono nel mondo". E parlando di giovani: "Nel corso del mio mandato, il CGIE dovrà impegnare molte energie affinché, non solo venga convocata la prima Conferenza Nazionale dei Giovani Italiani all'Estero, ma che a essa si arrivi con una preparazione e una partecipazione molto ampia".

Parlando di giovani, il Carozza affronta l'altro grande capitolo, mai davvero entrato nell'agenda dei lavori del CGIE, e lo dimostra la difficoltà con la quale viene affrontato dallo stesso neo-Segretario: gli oriundi. "Le nostre comunità hanno finalmente raggiunto in tanti Paesi una piena e completa integrazione, in particolare le giovani generazioni. Va considerata, questa, una conquista, una vittoria e in definitiva una meritata ricompensa. Senza cadere nella retorica, dobbiamo riconoscere con onestà che la nostra emigrazione è stata sin dall'inizio abbandonata alla sua sorte. Il disimpegno del nostro Paese è stato quasi totale. L'Italia non si è preoccupata di accompagnare e di facilitare la graduale integrazione dei nostri emigrati né di allacciare un rapporto reale e di sostegno. Il legame con il Paese di origine è stato in gran parte unilaterale. Sono stati gli italiani della prima e seconda generazione che hanno mantenuto e mantengono un rapporto con l'Italia attraverso ogni forma di associazionismo. Ci sono ancora oggi nel mondo circa 5.000 Associazioni, che rappresentano un forte patrimonio per le nostre comunità. Tuttavia anche le Associazioni denunciano sempre maggiori difficoltà nell'assicurare un rinnovamento e una capacità di interpretare le motivazioni e l'interesse delle giovani generazioni di origine italiana verso l'Italia". Seconde generazioni incontrate proprio durante l'ultima Plenaria del CGIE. "Giovani che hanno completato e acquisito una sicura e piena integrazione nei Paesi dove sono nati. Sono argentini, brasiliani, canadesi, australiani, svizzeri e olandesi. Giovani che vivono con distacco le tradizionali forme di aggregazione degli italiani all'estero. Al tempo stesso, abbiamo avuto la prova di quanto sia ancora forte il legame con l'Italia e di quanto sia diverso il rapporto che le giovani generazioni di italiani che vivono nel mondo hanno con il Paese di origine, rispetto alle prime e seconde generazioni della nostra emigrazione. Abbiamo riscontrato come sia bastato dare degli stimoli a chi fino a pochi anni fa non si interessava del nostro Paese, per suscitare interesse, motivazione, partecipazione e affetto. Questo incontro è stato il primo passo di un percorso che dovrà concludersi con la prima Conferenza Nazionale dei Giovani Italiani e di origine italiana nel mondo. Un percorso articolato, che deve tener conto delle diverse realtà in ogni città, in ogni Paese e Continente. Un percorso capace di sollecitare interesse e motivazione di un gran numero di giovani. Dobbiamo avere la consapevolezza che il futuro del rapporto tra l'Italia e le nostre comunità nel mondo passa da quanto sapremo tessere legami proprio con i giovani".

Tra i temi affrontati da Carozza anche il rinnovo del CGIE: "Una riforma capace di dare voce e farsi specchio di un concetto plurale e differenziato di rappresentanza, che guardi al futuro, che sappia coinvolgere i giovani e le donne, che sappia cogliere e soddisfare la domanda di un nuovo rapporto tra gli italiani all'estero e tutto il "Sistema Italia". Un CGIE più legato al territorio, alle specificità delle nostre comunità nei diversi Paesi e Continenti, raccordato con i COMITES e l'associazionismo italiano".
 


Da News Italia Press