10 novembre 2006. - Ci sono fotografie, anche semplici istantanee, che oltre a fermare il presente, facendolo così diventare immediatamente passato, racchiudono un pezzo di futuro. La più famosa è quella di un imberbe studentello dell’Arkansas, tale Bill Clinton, immortalato nel ’63, in gita scolastica a Washington, mentre stringe la mano al suo idolo, il presidente John Fitzgerald Kennedy, nel Giardino delle rose della Casa Bianca.

E la storia ci dice che trent’anni dopo, e per due mandati, dal ’93 al 2001, proprio quel Bill Clinton sarebbe ritornato a Washington, ma come 42º presidente degli Stati Uniti.

Anche Nancy Pelosi, la giovanile 66enne signora californiana ormai de facto speaker della Camera dei deputati (ritornata come del resto anche il Senato in mano al Partito democratico nelle elezioni di medio termine) conserva nel suo ufficio una foto in bianco e nero dal contenuto profetico.

Lei vi compare, bambina, sul sedile posteriore di una vettura scoperta che sfila nelle vie di Baltimora nei festeggiamenti per l’elezione a sindaco di Thomas D’Alesandro jr., ovvero suo padre, già congressman e rimasto poi per 12 anni alla guida dell’importante metropoli del Maryland.

Una poltrona che molti anni più tardi sarebbe stata ricoperta anche dal fratello di Nancy, Thomas D’Alesandro III.

Quella vecchia fotografia dice però molto altro, come ha rivelato la stessa congressista in un’intervista concessa nell’ottobre scorso alla rete tv Cbs. Da quel padre, democratico convinto e abile uomo di amministrazione, lei apprese - quasi respirandoli - i segreti per muoversi nei meandri della politica; mentre da mamma Annunciata, un donnone statuario divenuta poi Nancy per gli americani, lei ereditò non soltanto il nome di battesimo, ma anche la quasi militaresca capacità di organizzare campagne elettorali.

Mestiere nel quale Nancy, come testimoniano i perenni fiatoni e le profonde occhiaie dei suoi collaboratori, pare abbia davvero pochi eguali.

Certo, per buona metà degli americani, esclusi i californiani dell’8° distretto e in particolare i suoi elettori ultraliberal di San Francisco che le hanno tributato l’80% dei voti, la signora Pelosi è rimasta per tutta la campagna elettorale «Nancy who? Nancy chi?», cioè un oggetto in buona parte misterioso. Anche se lei pare ripromettersi fin da subito - ha iniziato già ieri, chiedendo (e indirettamente ottenendo) la testa del ministro della Difesa Donald Rumsfeld - di uscire rapidamente da questo anonimato.

E se non dovesse bastare la repentina uscita di scena del superfalco, ce n’è e ne avanza, nel suo programma elettorale, per fare sapere all’America chi è e come la pensi questa madre di cinque figli (Nancy Corinne, Christine, Jacqueline, Paul e Alexandra) e nonna di altrettanti nipoti. Un pacchetto, il suo, battezzato evocativamente New Direction e centrato su pochi punti fermi: aumento a 7,25 dollari l’ora del salario minimo (fermo a 5,15 dal ’96), taglio dei prezzi dei farmaci nel programma sanitario per i pensionati e soprattutto «una nuova direzione per uscire in Irak».

Senza dimenticare la rocciosa difesa - lei, cattolicissima - del diritto delle donne ad abortire. Una cosa da far inorridire i fondamentalisti religiosi del Sud, ma anche una parte - i cosiddetti blue dogs - dei democratici più conservatori.Del resto è quanto mai doveroso che tutti gli americani imparino in fretta chi è la Pelosi dal momento che il suo ruolo di speaker del Congresso farà di lei, in base alla Costituzione, la terza figura istituzionale americana.

Nel senso che se per un bizzarro, quanto più che improbabile scherzo del destino, dovessero venire a mancare contemporaneamente George Bush e il suo vice Dick Cheney, a sedersi sulla poltrona più alta della Casa Bianca sarebbe proprio lei, Nancy Pelosi. La cui biografia, oltre a citare la laurea al Trinity college di Washington nel ’62, ricorda il matrimonio con il californiano Paul Pelosi, oggi uno dei maggiori investment banker statunitensi. Il patrimonio della coppia, valutato circa 25 milioni di dollari, fa inoltre di Nancy l’ottavo più ricco membro del Congresso degli Stati Uniti.

 

Da Il Giornale