Danieli apre alla Farnesina
la plenaria del CGIE
Le risorse per gli italiani all’estero tra finanziaria e rete consolare.  

 

9 novembre 2007. - Con un minuto di silenzio in ricordo delle vittime di Monongah, di cui ricorre il 6 dicembre il centenario, e di Giovanna Reggiani, la donna italiana deceduta nei giorni scorsi a Roma dopo essere stata aggredita da un cittadino rom, si è aperta nel pomeriggio di martedì, nella Sala Conferenze Internazionali della Farnesina, l’Assemblea Plenaria del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero.

Presente il vice ministro Franco Danieli che, prima di lasciare i lavori per correre al Senato dove erano in corso le votazioni della Finanziaria, ha illustrato ai consiglieri, ma anche ai parlamentari eletti all’estero e non ed ai giovani delegati presenti in sala, la relazione del governo.

Fatti i dovuti saluti, Danieli è passato subito al dunque, illustrando l’attività del governo nei singoli punti all’ordine del giorno della Plenaria, a partire dalla Finanziaria 2008 e dalla ristrutturazione della rete diplomatico-consolare, i due temi caldi di questa assemblea di inizio inverno.

"Voglio ricordare", ha esordito il vice ministro, "il positivo risultato della manovra di assestamento del bilancio che ha permesso di recuperare importanti risorse "congelate" ad inizio anno nel quadro delle disposizioni di controllo della spesa pubblica previste dalla Finanziaria 2007. Si tratta nel complesso", ha spiegato, "di 6,4 milioni di euro, un importo superiore quindi alla somma che era stata inizialmente accantonata (6 milioni di euro), a testimonianza dell'impegno del Governo in favore degli italiani all'estero". Questi fondi andranno ad integrare "sensibilmente" le risorse destinate ai capitoli della "promozione della lingua e cultura italiana all'estero ed a contratti con società locali per l'attuazione del controllo dei dati delle anagrafi consolari, entrambi con 2,5 milioni di euro".

"Altre somme inferiori, ma comunque significative, si sono invece rese disponibili per le associazioni che svolgono attività di assistenza indiretta e per le attività di questo stesso Consiglio Generale", ha aggiunto.
Quanto alla Finanziaria 2008 "inizialmente previsti ad alcuni capitoli di spesa" saranno non solo recuperati, ma incrementati con le risorse aggiuntive dovute a due emendamenti presentati dal Governo, il primo, e dai senatori Micheloni, Pallaro, Pollastri, Randazzo e Turano, il secondo, "entrambi già approvati dalla Commissione Bilancio del Senato" e "rispettivamente di 14 milioni di euro e di 18 milioni, per un totale di 32 milioni di euro".

Nell'emendamento alla Finanziaria presentato dal Governo è prevista inoltre la copertura sia per la realizzazione della Prima Conferenza dei giovani sia per l'istituzione del Museo della Emigrazione italiana.
Danieli ha comunque assicurato che "in sede di discussione sulla legge Finanziaria ci impegneremo" insieme al Ministro degli Affari Esteri "a perseguire azioni che possano migliorare questo quadro già soddisfacente", con l’augurio che "in questo sforzo, che riguarda gli interessi generali delle nostre comunità, si possano trovare positive convergenze tra gli schieramenti e, soprattutto, tra i parlamentari eletti all'estero".

"Tra le priorità verso le quali indirizzare queste ulteriori risorse, c'è certamente il tema dell'assistenza", specie quella "diretta in favore dei connazionali indigenti". Il vice ministro ha ricordato che "con l'incremento dei fondi disponibili nel 2007" è stata già avviata "una serie di convenzioni assicurative in campo sanitario", a partire dai Paesi dell'America Latina in cui "le condizioni delle strutture pubbliche sono meno soddisfacenti". In questi giorni, ha reso noto Danieli, "è stata firmata la nuova convenzione per l'Uruguay, lo stesso per il Messico, mentre si sono concluse le complesse procedure di gara per l'Argentina che permetteranno di assicurare circa 8.500 connazionali". le convenzioni sono già attive in Venezuela e Colombia, mentre "nel 2008 valuteremo la possibilità, in base alle risorse disponibili, di estendere l'iniziativa ad altri Paesi e tra questi, il Brasile, il Sud Africa e la Tunisia". Anche se c’è chi si chiede perché siano stati al momento esclusi Paesi come l’Ecuador e il Cile.

Ma soprattutto "il 2008 dovrà essere l'anno in cui, in un modo o nell'altro, si avvierà la concessione dell'assegno di solidarietà di cui si dibatte da decenni". Danieli ha ribadito "in un modo o nell'altro", perché se l’iter delle leggi attualmente in discussione alla Camera non si concluderà "tempestivamente", il vice ministro ha tutta l’intenzione di introdurre l’assegno "di fatto utilizzando le maggiori risorse che avremo a disposizione sul capitolo dell'assistenza nell'ambito della legislazione vigente e applicando la recente innovazione normativa che consente agli Uffici consolari di erogare anche in più "tranches" sussidi agli indigenti entro il limite annuo di 1500 euro, equivalenti, a regime, a 123 euro al mese per persona".

Nelle scorse settimane la Direzione Generale degli Italiani all'Estero ha avviato un censimento dei connazionali ultrasessantacinquenni indigenti nati in Italia, che, ha annunciato Danieli, si concluderà entro la fine del mese e consentirà di "quantificare con una certa precisione il fabbisogno effettivo per erogare l'assegno di solidarietà".

E veniamo al punto più contestato di questa prima giornata di Plenaria: la razionalizzazione della rete diplomatico-consolare, che, ha osservato Danieli, "nel suo assetto attuale e con le attuali dotazioni di personale e risorse finanziarie, registra crescenti difficoltà di funzionamento".

Quanto occorrerebbe ai Consolati per fornire un livello adeguato di servizi? La "stima approssimativa" presentata ieri da Danieli parla di "un incremento dell'ordine del 30 per cento delle dotazioni attuali di personale degli uffici consolari", che "si attesta in 400 unità di ruolo e 450 unità a contratto, per un costo di oltre 60 milioni di euro annui aggiuntivi". Senza contare "le spese di funzionamento", ossia le dotazioni di ufficio e l'ampliamento e adeguamento degli spazi, per le quali servirebbero "non meno di 40 milioni di euro". Dunque, approssimativamente, la nostra rete diplomatico-consolare avrebbe bisogno di circa "100 milioni di euro annui". Un traguardo "difficilmente raggiungibile", ma non lontanissimo, per lo meno se, come ha riferito Danieli, il prossimo anno si potrà disporre di "un fondo speciale per far fronte ai consumi intermedi delle sedi all'estero, al quale sono attribuiti 70 milioni di euro, derivanti da una parte fissa di 45 milioni di euro più 25 milioni di euro attribuiti al MAE come restituzione di una percentuale delle percezioni consolari". L’intenzione è di incrementare queste risorse "per fare fronte ai compiti aggiuntivi che si profilano, specie in materia di cittadinanza e di visti".

Per il governo e per la Farnesina è evidente "l'esigenza di una complessiva azione di razionalizzazione" della rete consolare, che ha già iniziato a svilupparsi lungo tre direttrici.

La prima intende individuare "con attenzione e sensibilità le situazioni che permettano di procedere ad accorpamenti di Uffici all'estero, realizzando concrete economie di scala, senza tuttavia limitare i servizi ai cittadini, anzi in alcuni casi migliorandoli grazie all'introduzione di procedure informatiche". La nostra rete consolare si concentra infatti in Europa (52%) e nelle Americhe (18% nel Sud e 12% nel Nord), "riflettendo quindi la geografia della nostra prima emigrazione", che non va certo dimenticata, ma alla quale si aggiungono oggi nuove realtà che richiedono attenzione, come quella dei visti.

La seconda linea direttrice sarebbe "la riorganizzazione dei processi, intesa come semplificazione e snellimento delle procedure e potenziamento della comunicazione istituzionale". La terza dotare ogni sede di "una maggiore autonomia finanziaria e gestionale" delle risorse, "attuabile grazie all'istituzione del citato Fondo Speciale, che supera finalmente la divisione in numerosi capitoli di bilancio, e all'acquisizione per le spese di funzionamento di una aumentata quota-parte delle risorse generate dalle percezioni consolari".

A ciò si aggiunga "l'adempimento degli obblighi normativi introdotti dal comma 404 della legge finanziaria 2007 che prevede l'adozione di misure di razionalizzazione della rete e, in caso di mancato adempimento nei termini previsti, il blocco totale delle assunzioni di personale". Un vero e proprio "ricatto" secondo il segretario generale del Cgie, Elio Carozza.

Da qui è scaturito il "piano di interventi", da attuare nel biennio 2007-2008, predisposto dal Ministro degli esteri D’Alema, che prevede eventuali accorpamenti in "missione diplomatica unificata" delle Rappresentanze permanenti nella stessa città, come pure "l'accorpamento di Uffici consolari, l'istituzione di Cancellerie consolari nelle Ambasciate di riferimento e la modifica delle circoscrizioni consolari" e, per finire, la "ristrutturazione della rete degli Istituti di Cultura", che potrebbero a loro volta essere ricondotti all'interno di Rappresentanze diplomatiche o Uffici consolari. Lo scopo di questa azione è molteplice: risparmiare, "recuperare" risorse umane e finanziarie e "unificare i servizi contabili" degli Uffici nelle stesse città.

Il piano, ha spiegato Danieli, prevede tre fasi. "La prima è iniziata lo scorso 1° ottobre con l'accorpamento delle Rappresentanze Permanenti a Ginevra e si è completata il 10 novembre con gli interventi ad Atene, Il Cairo, Bastia e Lipsia". La seconda sarà attuata entro la prossima estate, mentre "sono ancora da determinare in concreto le iniziative della terza fase, che sarà comunque completata entro il prossimo anno".
Di certo oggi è stato definitivamente chiarito che, in base a tre parametri - "carichi di lavoro, consistenza delle collettività di connazionali e qualità e numero medio di pratiche che interessano gli uffici all'estero" - queste saranno le prossime mosse: il Consolato di Esch sur Alzette diventerà Cancelleria consolare presso l'Ambasciata a Lussemburgo ed avrà anche un nuovo immobile; chiuderà il Consolato Generale ad Innsbruck, dove, accanto all'Istituto di Cultura, sarà istituito un Ufficio consolare onorario e saranno ampliate le competenze della Cancelleria consolare dell'Ambasciata a Vienna; lo stesso accadrà al Consolato Generale di Edimburgo; mentre il Consolato di Edmonton sarà sostiuito da uno "sportello permanente" per gestire i servizi consolari in loco anche attraverso il collegamento telematico con il Consolato Generale a Vancouver.

A fronte di queste chiusure, apriranno il Consolato Generale a Mosca e, nel 2008, l'Ambasciata in Moldova. Sarà inoltre elevato a Consolato il Vice Consolato a Newark. Mentre "altre possibili misure di rafforzamento della rete consolare" sono al vaglio del Ministero, "con priorità in Asia ed in America Latina".
Quanto alla rete degli Istituti Italiani di Cultura, in Europa chiuderà, entro la prossima estate, l'Istituto di Lilla che continuerà la sua attività culturale presso il Consolato.

Tutti questi interventi, ha rassicurato Danieli, "devono essere considerati in parallelo all'impegno dell'Amministrazione sul versante dello sviluppo di servizi infrastrutturali". In parole povere la Farnesina intende puntare sulla tecnologia informatica per "sviluppare la comunicazione istituzionale, abbreviare i tempi di trattazione delle pratiche e ridurre l'esigenza per il cittadino di recarsi personalmente in Consolato".

Insomma il futuro dei servizi consolare è on line. Per questo è "in fase di completamento la realizzazione del nuovo Sistema Integrato delle Funzioni Consolari", il SIFC, ossia "una piattaforma integrata" per tutti i servizi offerti agli italiani all’estero dagli Uffici Consolari, che consentirebbe, ad esempio, al cittadino di accedere comodamente da casa al proprio fascicolo personale per questioni legate all’anagrafe o allo stato civile e al Consolato di integrare i sistemi contabili. Entro poche settimane, ha annunciato il vice ministro, sarà disponibile il "prototipo" del sistema, che sarà sperimentato in alcune "sedi pilota" per poi essere distribuito a tutti gli uffici consolari nel corso del prossimo anno.

Nella sua relazione il vice ministro Danieli ha poi affrontato altre importante questioni, all’ordine del giorno della Plenaria, come la riforma dell'azione di promozione della lingua cultura italiana all'estero e quella sulla cittadinanza.

Sulla legge 153, che risale al lontano 1971, sono stati presentati in Parlamento numerosi disegni di legge, ma Danieli ha spiegato che è intenzione del governo vagliare "attentamente" anche il parere che il Cgie esprimerà in questi giorni per poi arrivare ad un "testo comune e il più largamente condiviso", che "consenta la realizzazione di un sistema più moderno ed efficace".

Quanto alla riforma della legge sulla cittadinanza, Danieli ha auspicato la sua approvazione "entro breve termine, anche perché abbiamo ottenuto la copertura necessaria nella legge Finanziaria", ossia circa 50 milioni di euro complessivi tra Farnesina e Viminale, e "potremo assumere un certo numero di impiegati di ruolo oltre ad alcune centinaia di altri lavoratori in sede locale". Nella speranza che ciò riduca almeno un po’ le interminabili file di attesa cui si assiste ormai da troppo tempo davanti ai Consolati sudamericani .

In tema di riforme non vanno dimenticate quelle del Cgie e dei Comites. E, dopo la finanziaria, ha reso noto Danieli, il governo presenterà una proposta di riforma delle due rappresentanze, che terrà conto delle indicazioni formulate di recente dallo stesso Consiglio.

Un ultima questione Franco Danieli ha voluto affrontare prima di concludere il suo intervento, quella del voto all’estero, "forse la più complessa", ha osservato. Ma poi nel dibattito si sarebbe rivelata più "calda" quella della ristrutturazione della rete consolare.

Il vice ministro è stato chiaro: nessuno metterà mani sul voto. Ed ha trovato in sala un inaspettato alleato. Era presente anche Mirko Tremaglia, con cui Danieli si era poco prima soffermato e trovato d’accordo. I due stanno seguendo "con grande attenzione" l'attuale dibattito politico e i lavori parlamentari sulle riforme della Costituzione. C’è chi vorrebbe abolire il voto all’estero, questo è noto. Ma stia attento: dovrà vedersela con la coppia Danieli-Tremaglia.

Piuttosto, ha rilevato il vice ministro, si può intervenire sulle criticità rilevate per migliorarlo. E Danieli punta a tre "modifiche concrete": le modalità di scrutinio, che non possono essere più concentrate in un unico centro in Italia; i sistemi postali utilizzati; la definizione delle liste elettorali".

 

(AISE)