8 gennaio 2007. - Risorse per oltre 6 milioni di Euro e un Programma di Attività articolato su 8 progetti a sostegno dell'internazionalizzazione delle piccole e medie imprese italiane. É questo in sintesi l'accordo firmato dall'Istituto nazionale per il Commercio Estero (ICE) e Unioncamere per l'anno 2007. Obiettivo è accompagnare le piccole e medie imprese sui mercati esteri e diffondere l'immagine dell'Italia nel mondo. Per il 2007, a beneficiare delle azioni di promozione sottoscritte nell'intesa alla sua sesta annualità saranno le aree ritenute di rilevanza strategica per le esportazioni Made in Italy quali Stati Uniti, Russia, India e Paesi del Golfo. Le filiere produttive coinvolte saranno l'abitare, la meccanica, la nautica ed il comparto oreficeria e gioielleria. Inoltre uno speciale Progetto riguarderà azioni di promozione della filiera agroalimentare nella Repubblica Popolare Cinese.

L'intesa firmata è lo strumento operativo dell'Accordo di Programma sottoscritto nel 2000 dall'allora Ministero del Commercio Estero (ora Ministero del Commercio Internazionale), Unioncamere ed Assocamerestero. Tale intesa è finalizzata a promuovere le relazioni economiche e commerciali dell'Italia ed alcune aree geoeconomiche ritenute di comune interesse strategico secondo uno schema di iniziative articolate per filiere produttive. Per la realizzazione dei progetti saranno coinvolte le strutture dell'ICE e del sistema camerale che hanno aderito ai singoli progetti, coordinate da Unioncamere con il supporto delle Camere di commercio italiane all'estero.

Luigi D'Aprea, responsabile amministrativo dell'ufficio ICE di Mosca , conferma che la Russia è un Paese focus per le relazioni commerciali con l'Italia: "Negli ultimi anni si è vista una ripresa dell'export, soprattutto nei settori tradizionali dei mobili e arredamento, delle calzature e della meccanica, ma anche il settore agroalimentare è in crescita. Tuttavia c'è ancora molto da lavorare per sviluppare il commercio tra i due Paesi: fiere, workshop, degustazioni, missioni di imprenditori e azioni di comunicazione devo essere giustamente supportati per la promozione del Made in Italy. Questo nuovo accordo tra l'ICE e Unioncamere fa ben sperare".

Anche Fulvio Calcinardi, Segretario Generale dell'Italian American Chamber of Commerce Midwest di Chicago , conferma il buon andamento della meccanica, dell'oreficeria e gioielleria, dell'abitare italiani. Tuttavia, osserva Calcinardi, "Il problema non è quanto gli americani sono propensi a comprare, ma l'ignoranza degli italiani sulla realtà americana. Il mercato negli Usa è molto differenziato a seconda delle aree, non esiste solo New York. Ogni mercato locale ha le proprie caratteristiche peculiari. Gli imprenditori italiani devono essere educati alla conoscenza delle realtà statunitensi e devono capire che qui il marketing è fondamentale. Le poche iniziative che si fanno hanno criteri sbagliati, perché poco adatti agli Usa: fare presentazioni con slide tradotte dall'italiano in inglese non basta. Le aziende italiane devono affidarsi a professionisti in loco che conoscono il mercato locale, come, ad esempio, le Camere di Commercio italiane negli Stati Uniti. La Camera di Chicago, per esempio, ha avviato diverse partnership con la Regione Sicilia, Unioncamere del Veneto e la Camera di Commercio di Siena. Spero che questo nuovo accordo sia l'occasione per moltiplicare le partnership e far conoscere anche la realtà di Chicago alle PMI italiane".

Per quanto riguarda l'India, infine, l'importanza del commercio con questo Paese è sottolineata dalla visita di questi giorni del Ministro Emma Bonino, la quale ha affermato: "Il livello di crescita della sua economia, le sue strutture politiche ed amministrative ed il suo modello di sviluppo basato sui servizi, fanno dell'India un Paese di enorme interesse per l'Occidente e non a caso nel corso degli ultimi quattro anni l'India risulta uno dei Paesi in cui piu' investono le multinazionali, uno dei Paesi su cui si concentrano i processi di delocalizzazione, un paese che calamita le ricchezze. E nello stesso tempo e' un Paese le cui imprese si espandono all'estero: basta solo ricordare l'Opa ostile di Mittal su Arcelor o il recente accordo Tata-Fiat". Il collega indiano Kamal Nath , durante l'incontro con la Bonino, ha affermato che, mentre le grandi aziende italiane conoscono bene il mercato indiano, le piccole e medie imprese non fanno altrettanto e, dunque, c'è molto da lavorare in questo senso.

 

Da News Italia Press