Il coraggio degli emigranti

Ricorre domani l'anniversario della tragedia di marcinelle,
proclamato nel 2001 “Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo”.

Marcinelle, 8 agosto 1956.7 agosto 2010. - "Chi è emigrato ha avuto coraggio, in particolare i primi emigranti. Proprio questi ultimi, infatti, hanno dimostrato un alto senso civico e un profondo rispetto verso la nazione che li ha ospitati, rispettando le leggi del posto". Lo ha detto Mario Caruso, coordinatore europeo Enas-Ugl, che parteciperà anche quest’anno alla tradizionale cerimonia di commemorazione della tragedia di Marcinelle, in programma domani, 8 agosto, nel centro minerario del sobborgo di Charleroi, in Belgio.

Furono 136 gli italiani risucchiati dalla miniera di carbone che prese fuoco, nel 1956, a Marcinelle, in Belgio, a pochi chilometri da Charleroi. In tutto persero la vita 262 minatori, condannati a morte dalla mancanza delle più elementari regole di sicurezza. Da allora, la data dell’8 agosto è diventata una delle più significative per gli italiani all’estero, che la celebrano ogni anno come simbolo dell’impegno sostenuto dai primi emigranti. In omaggio a quanti sono morti lavorando all’estero il nostro paese ha istituito, su volontà dello storico ministro degli italiani nel mondo Mirko Tremaglia, la Giornata del sacrificio del lavoro italiano nel mondo.

"Anche quest’anno, domenica 8 agosto, si rinnoverà la commemorazione della tragedia di Marcinelle, emblema del sacrificio sostenuto dagli italiani all’estero, in particolar modo quelli emigrati in Belgio", spiega Caruso, "Questa disgrazia non rappresenta solo un momento buio e tragico per l’immigrazione italiana. La data dell’8 agosto, infatti, è servita e deve continuare a servire, anche in futuro, per tenere alto il nome dell’italianità nel mondo".

"Marcinelle ci ricorda il valore dei più importanti aspetti sociali e civili legati al tema dell’emigrazione italiana", dichiara il coordinatore europeo Enas-Ugl, "sottolineando l’umiltà dei nostri connazionali che, in silenzio e in punta di piedi, si sono trasferiti in un paese straniero, di cui non conoscevano né la lingua, né gli usi e i costumi, nel quale hanno affrontato tradizioni e mentalità molto diverse da quelle del paese di provenienza".

"Sono sempre stato presente alla cerimonia di commemorazione di Marcinelle. Quest’anno, inoltre", conclude Caruso, "ho l’onore di rappresentare ufficialmente Ugl ed Enas, partecipando in veste di coordinatore europeo. È per me un grande traguardo poter onorare la nostra gente in questo modo".

Alla commemorazione di Marcinelle, dove sarà presente l’onorevole Aldo Di Biagio, si affianca anche quella di Manupello, che ha perso un elevato numero di concittadini, alla quale saranno presenti il segretario Ugl, Giovanni Centrella, e il presidente dell’Enas, Rolando Vicari. (aise)

 

8 agosto 2010. Il Messaggio del Ministro Frattini.

Cari connazionali,

desidero anche quest’anno evocare con immutati sentimenti di profonda commozione e di grande partecipazione la ricorrenza della tragedia di Marcinelle dell’8 agosto 1956. Tale data, proclamata nel 2001 “Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo”, è infatti divenuta l’occasione per celebrare ed onorare tutti gli italiani caduti sul lavoro all’estero.

La nostra emigrazione, che dall’Unità d’Italia ad oggi ha portato milioni di connazionali a cercar fortuna al di fuori dai nostri confini, ha dato ovunque esempi di altissima capacità professionale, dignità umana e senso del sacrificio. Da sempre l’immagine di un’Italia operosa e fiera è indissolubilmente legata a quella che i nostri emigranti hanno contribuito a diffondere collaborando con il proprio lavoro alla costruzione dei Paesi che li hanno accolti.

Ai nostri lavoratori scomparsi – che la ricorrenza della tragedia mineraria di Marcinelle vuole riunire tutti in una giornata di commemorazione - voglio quindi rivolgere un deferente e commosso omaggio che vorrei condividere con tutti voi.

Per parte mia, ho disposto che, come in passato, le Rappresentanze diplomatiche e consolari osservino, in occasione di questa ricorrenza, un minuto di silenzio per commemorare le vittime del lavoro che a tutte le latitudini ed in ogni epoca hanno onorato il nostro Paese.

Roma, 8 agosto 2010

 

Marcinelle, 8 agosto 1956: il corso degli eventi

Verso le ore 8:10, un ascensore a gabbia si ferma in profondità al livello 975 del pozzo di aerazione. Incurante del fatto che quell'ascensore non era destinato a lui, l'addetto di turno decide di caricare su quell'ascensore i vagoncini pieni arrivati dai cantieri. A causa di un freno difettoso, il primo vagoncino caricato è bloccato da un carrello vuoto presente nell'ascensore, carrello che sarebbe dovuto essere spinto fuori dal compartimento dal carrello pieno. L'addetto agli ascensori non ha nemmeno il tempo di sbloccare a mano il meccanismo che l'ascensore si mette in moto bruscamente portando con sé i due vagoncini che sporgono.

Risalendo, una putrella del sistema di invio trancia una condotta d'olio a 6kg/cm² di pressione, i fili telefonici e due cavi dell'alta tensione(525 volt), oltre alle condotte dell'aria compressa che servivano per gli strumenti di lavoro usati in fondo alla miniera: tutti questi eventi insieme provocarono un imponente incendio. Essendo avvenuto nel pozzo di entrata dell'aria, il fumo raggiunse ben presto ogni angolo della miniera causando la morte dei minatori.

In quanto al fuoco, la sua presenza si limitò ai due pozzi e dintorni. Ma il suo ruolo fu determinante perché tagliò ogni via d'accesso nelle prime ore cruciali, fra le 9h e le 12h. L'incendio non scese sotto il piano 975m mentre divampò nei pozzi fino al piano 715m. A questo piano Bohen, prima di morire, annotò nel suo taccuino "je reviens de l'enfer" (ritorno dal inferno).

L'allarme venne dato alle 8:25 da un uomo risalito in superficie, anche se già alle 8:10, in superficie, si era capito che qualcosa di gravissimo era successo perché il motore dell'ascensore (1250 CV) si era fermato e il telefono non funzionava più (il responsabile Gilson era corso ad avvertire l'ingegnere Calicis che probabilmente erano di fronte a un "cassage de fosse" cioè a una "rottura nel pozzo", un deragliamento). Calicis ordina al suo aiutante Votquenne di scendere nelle miniera per informarsi.

Verso 8:30 I 6 superstiti arrivano in superficie mentre Stroom scende nella miniera.

Verso 8:30 Votquenne è pronto a scendere ma il freno d'emergenza è bloccato per mancanza di pressione d'aria. Votquenne ordina la chiusura della condotta d'aria che scende nel pozzo, ci vorranno più di 10 minuti per ristabilire una pressione sufficiente. Votquenne e Matton scendono senza equipaggiamento, arrivono sotto 835m ma devono rinunciare a causa del fumo.

Alle 8:35 Calicis telefona alla centrale di soccorso chiedendo di tenersi pronti e precisa che richiamerà in caso di bisogno.

Alle 8:48 Calicis chiede l'intervento della centrale di soccorso distante 1,5km dalla miniera. I soccorritori impiegheranno 10 minuti per arrivare.

Alle 8:58 La prima squadra di soccorritori arriva sul posto. Votquenne e uno dei soccorritori equipaggiati con i respiratori Dräger fanno un secondo tentativo. Arrivano a 1035m ma non riescono ad uscire dall'ascensore, essendo 3,5m più in alto del piano di scarico. Odono dei lamenti ma l'addetto alle manovre non risponde più alle loro chiamate, probabilmente già incosciente. In superficie, Gilson decide di far rimontare l'ascensore. Rimontando, a livello 975, Votquenne vede già le fiamme che hanno raggiunto l'ultima porta di sbarramento.

Verso 9:10 il pozzo di estrazione dell'aria era a sua volta inutilizzabile, raggiunto dall'incendio. I cavi delle gabbie di questo pozzo cedettero a poco a poco.

Verso 9:30 due persone tentarono, senza equipaggiamento, di farsi strada attraverso un tunnel laterale comunicante col pozzo in costruzione. Il tentativo risultò vano. Il passo d'uomo venne allargato solo quattro ore e mezza più tardi e ciò permise di scoprire numerosi cadaveri. D'altro lato fu anche verso le 9:30 che si decide di fermare la ventilazione.

Alle 10:00 Calicis decide di separare i due cavi del pozzo N°I. Questo permetterà di servirsi dell'ascensore rimasto bloccato in superficie. Questo lavoro lungo e delicato sarà finito poco prima mezzogiorno.

Alle 12:00 3 uomini, Calicis, Galvan e un soccorritore scendono fino a 170m ma un tappo di vapore impedisce loro di continuare.

Alle 13:15 Gonet, il caposquadra del piano 1035 lascia un messaggio su una trave di legno. "On recule pour la fumée vers 4 paumes.On est environ à 50. Il est 1h 1/4. Gonet" Che in italiano sarebbe "Indietreggiamo per il fumo verso 4 palmi. Siamo circa 50. È l'una e un quarto. Gonet" Questo messaggio sarà ritrovato dai soccorritori il 23 agosto.

Verso 14:00 Si decide di rimettere la ventilazione in marcia.

Verso 15:00 Una spedizione scese attraverso il primo pozzo e scopre tre sopravvissuti. Gli ultimi tre furono scoperti più tardi, da una spedizione diversa.

Il 22 agosto, alle 3 di notte, dopo la risalita, uno di coloro che da due settimane tentavano il salvataggio dichiarò in italiano "tutti cadaveri". Persero la vita 262 uomini, di cui 136 italiani e 95 belgi. Solo 13 minatori sopravvissero.

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