PORDENONE, 6 ottobre 2006. - Si è svolto a San Vito al Tagliamento, in provincia di Pordenone, il 29° Convegno degli italiani nel mondo promosso dall’Efasce e intitolato: «Internazionalizzare il territorio. Protagonisti i giovani».

La manifestazione ha riunito circa 500 friulani rientrati dall’estero, ed è stata il momento conclusivo della prima fase del Progetto Giovani Toronto 2006, giunto alla sua quinta edizione. L’iniziativa, promossa dal sodalizio friulano, ha portato anche quest’anno a San Vito 22 ragazzi d’origine friulana tra i 15 e i 20 anni provenienti dal Canada. Per tre settimane, dalla metà di luglio ai primi giorni di agosto, i giovani hanno seguito un corso di lingua e cultura italiana e friulana presso il locale Liceo scientifico Le Filandiere approfondendo la conoscenza del territorio d’origine dei loro antenati, e visitando alcune città di particolare interesse storico e culturale come Trieste e Venezia.

L’incontro è cominciato con la deposizione di una corona d’alloro al Monumento dei caduti, e con la messa celebrata in duomo da monsignor Ovidio Poletto, vescovo di Concordia-Pordenone, assistito dal consulente Efasce per il Canada, don Vitaliano Papais.

Nell’omelia, il vescovo ha speso parole di elogio per l’emigrazione friulana nel mondo, sottolineando il valore dell’accoglienza, e aggiungendo che la condivisione è la strada verso l’integrazione. Le preghiere dei fedeli, recitate in rumeno, portoghese, spagnolo, inglese e italiano hanno creato un momento di profonda comunione. Al termine della celebrazione, cinque coppie di sposi hanno ricevuto da monsignor Poletto una pergamena a ricordo dei loro anniversari di nozze, celebrate più di cinquant’anni fa.

Successivamente, sotto la rinnovata Loggia comunale, in Piazza del Popolo, i giovani canadesi discendenti dei conterranei friulani, sono stati salutati dal presidente dell’Efasce, l’architetto Luigi Luchini, che ha fatto sentire tutto il suo affetto verso chi ha abbandonato la sua terra d’origine per cercare fortuna all’estero. «Siete i migliori, grandi lavoratori, avete rinunciato a tante cose, avete raggiunto traguardi importanti e amate tanto il nostro Paese. Ogni volta che veniamo a trovarvi all’estero, torniamo a casa con il cuore gonfio dell’amore per l’Italia che ci trasmettete», ha sottolineato Luchini, auspicando che i giovani conoscano l’Italia, mantengano il legame con le loro radici e ne portino il ricordo nel cuore.

La parola è passata quindi ai protagonisti dell’incontro. Gabriela Gasparet, componente del coordinamento dell’Efasce dell’America Latina, ha tratteggiato la situazione dell’Argentina, in costante ripresa dopo la grave crisi economica del 2003, e ha spiegato che i giovani italo-argentini vedono nelle associazioni italiane «una fonte di avvicinamento alle proprie radici, uno strumento che dà priorità al volontariato e alla partecipazione disinteressata», e che consente loro di essere protagonisti nella vita economica, sociale e culturale del loro Paese. La giovane argentina ha focalizzato l’attenzione sulla possibilità di concludere accordi che permettano lo scambio tecnologico, la formazione tecnica e il perfezionamento professionale, e che incentivino lo scambio culturale favorendo l’inserimento nell’università italiana e il riconoscimento del titolo di studio.

Dulcima Sangalli, una giovane insegnante volata a San Vito da Veranopolis, in Brasile, con parenti originari di Prata di Pordenone, inserita nel coordinamento dei giovani dell’Efasce brasiliana, ha portato il saluto dei connazionali d’origine friulana, e ha messo in evidenza una nuova realtà che si va affermando in Brasile: molti giovani tornano in campagna, si riuniscono in cooperative e sperimentano nuove tecnologie per la produzione agricola e per la zootecnia, attività con cui riscoprono il lavoro degli antenati e in cui è particolarmente utile lo scambio di esperienze con la terra d’origine dei loro padri.

Ombreta Fauro, insegnante di Storia i cui bisnonni sono nati a Maniago, ha portato la sua testimonianza dalla Romania descrivendo la difficile situazione del Paese, l’emigrazione di molti giovani verso l’Italia e le grandi aspettative che la comunità locale ripone nell’ingresso nell’Unione Europea; un passaggio ancora complicato da ostacoli per superare i quali la giovane rumena ha chiesto alle autorità presenti un aiuto concreto.

Michael Barone ha preso la parola a nome dei ragazzi presenti a San Vito per il Progetto Giovani Toronto 2006. Prima di giungere in Italia, ha ammesso Michael, in molti pensavano a una gita, a un’occasione per fare shopping e per conoscere i parenti imparando qualche parola in più d’italiano. Invece il soggiorno in Friuli ha permesso loro di capire il valore del viaggio, di riconoscersi come discendenti della terra friulana e di sentirsi come a casa propria.

Santa Borean Vatri, Stefania Bortolush Hajjar e Paola Bertoia Suriano, le tre insegnanti canadesi che hanno accompagnato i ragazzi, confermano il grande successo dell’iniziativa. Sandra Vatri, nata a Fiume Veneto, ma trasferitasi a Toronto da bambina, ha insegnato inglese alle scuole medie e ha promosso la selezione dei giovani partecipanti. «Me ne sono occupata con mio marito Gino, coordinatore dell’Efasce a Toronto, che ha inviato una lettera ai presidenti delle varie comunità, ha segnalato l’iniziativa su Tandem e attraverso Mandi mandi: un programma radiofonico in lingua friulana», spiega.

Dallo scorso anno, alle professoresse che accompagnano i ragazzi è stata affiancata un’insegnante italiana, Daniela Turchet, del Liceo scientifico di San Vito. «Non è stato facile confrontarsi con ragazzi che sono abituati ad un altro modo di fare scuola ma, insieme alle colleghe, abbiamo messo a punto un metodo più iterativo e più avvincente: organizzavamo alcune scene di vita quotidiana, ad esempio al mercato, a cui partecipavano i ragazzi. Così hanno imparato molto più di quanto immaginavamo», racconta la professoressa Turchet.

«Molti ragazzi non erano mai stati in Italia e non conoscevano i parenti, ma ora hanno avuto l’occasione di trascorrere i week-end con loro e hanno scoperto come si vive qui in Friuli: con la piacevole abitudine di ritrovarsi in piazza per prendere un caffè o bere uno spritz. Quasi quasi non vogliono tornare più in Canada!», conclude la signora Vatri.

Già dalla fine di agosto è partita la seconda fase del Progetto Giovani Toronto 2006 e i ragazzi d’origine italiana che hanno soggiornato a San Vito hanno ricambiato l’ospitalità a 25 coetanei friulani che hanno seguito un corso di lingua e cultura canadese al Centro Scuola e Cultura Italiana del Columbus Centre di Toronto.

La duplice iniziativa testimonia la volontà di rinnovare l’alleanza tra le nuove generazioni sulla base di antiche radici comuni, della volontà di conoscersi e di frequentarsi con lo sguardo rivolto la futuro.