RENATO GUTTUSO
Lo scrittore Goffredo Parisi visita a Pechino la fabbrica dei libretti rossi, 1970
Olio su tela, 130x162 cm
Collezione Archivi Guttuso, Roma.

 

1 marzo 2013 - Nell’ambito della manifestazione Settimana delle eccellenze romane e laziali in Messico (4-10 Marzo 2013), verrà presentata al Museo de Arte Carillo Gil una mostra formata attraverso una selezione di opere dalla collezione del Ministero degli Affari Esteri.

Tale collezione, che nel corso degli anni si è sempre più articolata, è testimonianza della consapevolezza dell’importanza dell’arte figurativa all’interno della cultura contemporanea italiana e della sua capacità di essere linguaggio atto alla comunicazione e allo scambio con altre culture in un mondo sempre più globale.

Il tema è quello dello sviluppo della cultura figurativa a Roma nell’ambito dell’arte moderna e contemporanea. Il progetto dunque è quello di prendere in esame, all’interno della collezione, gli artisti che a Roma hanno vissuto e operato, o anche artisti che l’hanno visitata e vi hanno lasciato loro tracce o artisti non strettamente di area romana, ma che hanno prodotto opere ispirate alla città, al mito di Roma o alla cultura classica di cui essa è dimora.

 

GIORGIO DE CHIRICO.
Cavalli antichi 1962-1983
Bronzo, 105x100x60 cm
Collezione Porcella,
Roma

 

L’arte italiana ha svolto nel secolo scorso un ruolo cruciale, sia nel senso dell’altezza della tradizione storico-artistica, sia in quello della più radicale innovazione, tra Metafisica e Futurismo.

Un posto d’onore in questa storia non possono non averlo i fratelli Dioscuri Giorgio de Chirico e Alberto Savinio, destinati a peregrinare a lungo (la Grecia, Monaco, Parigi, Milano...), ma anche a fermarsi in Roma; responsabili secondo André Breton della formazione della mitologia moderna; pictor maximus il primo, musicista, scrittore geniale, regista teatrale oltre che pittore, all’insegna della versatilità, il secondo. Per tutta la vita de Chirico indaga la natura del mito, per tutta la vita Savinio replica nei più diversi linguaggi la tragedia dell’infanzia. Fondamentale per loro il rapporto con il classicismo come anche per Arturo Martini e Marino Marini.

Martini porta alle estreme conseguenze la lingua morta (come nel titolo di un suo libro) della scultura. Di grande importanza per lo sviluppo della scultura di Marini negli anni Quaranta è il ciclo delle Pomone, iniziato già nel ’35, icone femminili della fecondità. Altro italien de Paris, esponente di Valori Plastici e poi di Novecento è Mario Tozzi. A Roma aveva studiato ingegneria Mario Sironi, che diventa il principale protagonista, anche dal punto di vista teorico (mette a fuoco l’importanza del rapporto con la città attraverso la pratica della decorazione murale), del ritorno all’ordine classico, a forme arcaiche dall’essenziale geometria.

Nel dopoguerra troviamo l’arte italiana impegnata nella battaglia tra la figurazione capitanata da Renato Guttuso (di cui qui vediamo un ritratto dello scrittore Goffredo Parise che ha vissuto lunghi anni a Roma) e i giovani astrattisti del gruppo Forma, e il campo di questa battaglia è proprio Roma. Insieme a Attardi (che poi mitigherà i propri astratti furori), Dorazio, Perilli, Consagra, Maugeri, Guerrini, Sanfilippo e Giulio Turcato troviamo anche una grande protagonista femminile: Carla Accardi. Nel ’54 la Accardi trova il “suo” segno traendo forza dall’atto del dipingere a terra. Turcato inseguirà i colori fin “oltre lo spettro”. I segni leggeri di Gastone Novelli portano la pittura vicina alla pratica della scrittura.
 

ALIGHIERO BOETTI
Aerei, 1977 (dettaglio)
inchiostro su carta, 38x79,5 cm
Collezione privata. Frittelli Arte Contemporanea, Firenze.

 

Poi arriva il momento magico, in bilico tra la fine degli anni Cinquanta e i ruggenti Sessanta, di piazza del Popolo e della sua scuola: in quel fertile habitat Mimmo Rotella scopre il décollage desumendolo dal gesto automatico e inconsapevole del passante che strappa il manifesto; Fabio Mauri anticipa i tempi individuando nello schermo la forma simbolica del mondo che verrà; dal monocromo riemerge una diversa figurazione legata all’iconosfera urbana, al linguaggio dei media, all’universo già riprodotto con Mario Schifano e Tano Festa. Festa, “cattolico, apostolico, romano e per di più nato a un tiro di schioppo dal Vaticano” aveva dichiarato di considerare Pop la Cappella Sistina, “mi dispiace per gli americani”, aveva aggiunto.

Tanto lui quanto Schifano negli anni Ottanta conosceranno una riscoperta da parte dei giovani che praticheranno il ritorno alla pittura. Di Schifano vediamo quella che era la casa dell’artista, accanto alla chiesa di San Giovanni dei Fiorentini. Gino Marotta, sempre proteso verso la modernità, tra i primi a capire l’importanza del rapporto con la tecnologia, l’industria, la cultura d’impresa, l’universo se lo reinventa da sé, fatto di un nuovo materiale trasparente: il metacrilato. Approdato al teatro collocherà il grande Carmelo Bene all’interno di diafane cornici, inventerà per lui costumi dietro cui gli attori si nascondono e per il suo film Salomé pellicole sperimentali che captano differenti tipologie di luce.

Accanto ai nuovi materiali, in un clima pre Arte Povera Mario Ceroli utilizza la forza primigenia di un elemento naturale, il legno. Greco di nascita, ma italiano e romano forse più di ogni altro, Jannis Kounellis mette in scena la tragedia di una classicità perduta che può essere recuperata solo a brani. Situate in una dimensione antropologica le sue opere hanno le misure dell’abitare dell’uomo: quelle di un letto, di un doppio letto, di un tavolo, di una porta, di un foglio da disegno, attività commisurata all’uomo.

Michelangelo Pistoletto combina la scultura bronzea e l’elemento speculare in un’installazione che si riferisce alla cultura etrusca. Ma tra i protagonisti degli albori dell’Arte Povera sarà il più irregolare tra loro a trasferirsi a Roma da Torino: quell’Alighiero Boetti che tra Roma e Kabul metterà a punto un nuovo multiforme linguaggio che determinerà molte aperture. I suoi aerei solcano cieli di biro blu. Vettor Pisani ripristina la simbolicità del linguaggio all’interno di un immaginario teatro della mente. In questo caso Roma diventa luogo simbolico, la città della misteriosa Piramide Cestia. Continuo è il suo riferirsi alla storia dell’arte, qui è Paolina Borghese, ritratta da Canova come Venere vincitrice, a entrare tra i personaggi del suo teatro avvolta in un colore mercuriale. Viene poi l’era della cosiddetta Transavanguardia, del ritorno alla pittura, alla manualità, all’immagine che ha protagonisti come Sandro Chia e Mimmo Paladino che danno nuova vita e nuovo senso alla figura.

Di questa vicenda, che si intreccia a quella della città eterna, la mostra tenterà di dare una sintetica panoramica, attraverso una campionatura di opere di questi artisti.

Per ulteriori informazioni:

Camera di Commercio Italiana in Messico
www.camaraitaliana.com.mx
eventos@camaraitaliana.com.mx
Tel. (5255) 5282.2500

 

(laura cherubini)

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RENATO GUTTUSO
El escritor Goffredo Parisi visita en Pekín la fábrica de los libros rojos, 1970
Óleo sobre tela, 130x162 cm
Colección Archivi Guttuso, Roma.

 

1 de marzo de 2013 - En el marco de la iniciativa Semana de las excelencias romanas y laciales en México (4-10 de marzo de 2013), se presentará en el Museo de Arte Carillo Gil una exposición basada en una selección de obras de la colección del Ministerio de Asuntos Exteriores de Italia. Dicha colección, que a lo largo de los años se ha venido articulando cada vez más, es testimonio de la toma de conciencia referente a la importancia del arte figurativo en el seno de la cultura contemporánea italiana y de su capacidad de ser un lenguaje adecuado para la comunicación y para el intercambio con otras culturas en un mundo cada vez más global.

El tema es el del desarrollo de la cultura figurativa en Roma en el campo del arte moderno y contemporáneo. El proyecto estriba en examinar, en el interior de la colección, a los artistas que han vivido y trabajado en Roma, y también a los artistas que la han visitado y han dejado allí sus huellas o bien artistas no puramente de área romana, pero que han creado obras inspiradas en la ciudad, en el mito de Roma o en la cultura clásica de la cual es morada.
 

GIORGIO DE CHIRICO
Caballos antiguos 1962-1983
Bronce, 105x100x60 cm
Colección Porcella,
Roma

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El arte italiano desempeñó un papel crucial en el siglo pasado, tanto por el nivel de la tradición histórico-artística, como lo que respecta a la innovación más radical, entre Metafísica y Futurismo.

Un puesto de honor en esta historia no pueden no tenerlo los hermanos Dioscuri Giorgio de Chirico y Alberto Savinio, destinados a peregrinar largo y tendido (Grecia,Munich, París, Milán, etc.), pero también a pararse en Roma; responsables según André Breton de la formación de lamitología moderna; pictor maximus el primero, músico, escritor genial y director teatral además de pintor marcado por la versatilidad el segundo. Durante toda su vida de Chirico indaga sobre la naturaleza del mito, mientras Savinio pasa su vida repitiendo la tragedia de la infancia en los lenguajes más diversos.

Para ellos resulta fundamental la relación con el clasicismo al igual que lo fue para Arturo Martini y Marino Marini. Martini lleva a las últimas consecuencias la lingua morta (según el título de un libro suyo) de la escultura. Para el desarrollo de la escultura de Marini en los años Cuarenta reviste gran importancia el ciclo de las Pomone, iniciado ya en 1935, símbolos femeninos de la fecundidad.

Otroitalien de Paris, exponente de Valori Plastici y luego de Novecento es Mario Tozzi. En Roma había estudiado ingeniería Mario Sironi, que se convierta en el principal protagonista, también desde el punto de vista teórico (enfoca la importancia de la relación con la ciudad a través de la actividad de decoraciónmural), del retorno al orden clásico, a formas arcaicas con una geometría esencial.

En la posguerra vemos el arte italiano ocupado en la batalla entre la figuración capitaneada por Renato Guttuso (del cual vemos aquí un retrato del escritor Goffredo Parise, que vivió muchos años en Roma) y los jóvenes del grupo Forma, seguidores del abstractismo; y el campo de esta batalla es justo Roma. Al lado de Attardi (que más tarde mitigará sus furores abstractos), Dorazio, Perilli, Consagra, Maugeri, Guerrini, Sanfilippo y Giulio Turcato ,encontramos también una grande protagonista femenina: Carla Accardi.

En 1954 la Accardi encuentra “su” signo con la fuerza de pintar en el suelo. Turcato perseguirá los colores hasta “más allá del espectro”. Los trazos ligeros de Gastone Novelli aproximan la pintura a la escritura.

 

ALIGHIERO BOETTI
Aviones, 1977 (detalle)
Tinta sobre papel, 38x79,5 cm
Colección privada
(Cortesía: Frittelli Arte Contemporaneo), Florencia
 

Luego llega el momento mágico, en equilibrio entre el final de los años Cincuenta y los rugientes Sesenta, de piazza del Popolo y de su escuela: en aquel fértil habitat Mimmo Rotella descubre el décollage deduciéndolo del gesto automático e inconsciente de quien pasa y arranca el manifiesto; Fabio Mauri anticipa la época identificando en la pantalla la forma simbólica del mundo que vendrá: del monocromo aflora una diversa figuración ligada a la iconosfera urbana, al lenguaje de los media, al universo ya reproducido con Mario Schifano y Tano Festa. Festa, “católico, apostólico, romano y además nacido a un paso del Vaticano” había declarado que consideraba Pop la Capilla Sixtina, “lo siento por los americanos”, había añadido. Tanto él como Schifano en los años Ochenta conocerán un descubrimiento por parte de los jóvenes que pondrán en práctica el retorno a la pintura. De Schifano vemos la que era la casa del artista, al lado de la iglesia de San Giovanni dei Fiorentini. Gino Marotta, siempre abocado a la modernidad, uno de los primeros que comprendió la importancia de la relación con la tecnología, la industria y la cultura de empresa, el universo se lo reinventa por sí mismo, hecho de un nuevo material transparente: el metacrilato. Al llegar al teatro colocará al gran Carmelo Bene en el interior de diáfanos marcos, inventará para él el vestuario tras el cual se esconden los actores y para su película Salomé materiales experimentales que captan diferentes tipos de luz. Al lado de los nuevos productos, en un clima que precede el Arte Povera Mario Ceroli utiliza la fuerza primordial de un elemento natural, la madera.

Griego de nacimiento, pero quizás más italiano y romano que ningún otro, Jannis Kounellis pone en escena la tragedia de un clasicismo perdido que sólo se puede recuperar en pedazos. Sus obras, situadas en una dimensión antropológica, poseen las medidas del vivir humano: las de una cama, de una cama doble, de unamesa, de una puerta, de un folio de dibujo, actividades a la altura del hombre. Michelangelo Pistoletto combina la escultura de bronce y el elemento especular en una instalación que se refiere a la cultura etrusca. Pero de entre los protagonistas de los albores del Arte Povera será el más irregular de ellos el que se trasladará de Turín a Roma: aquel Alighiero Boetti que entre Roma y Kabul pondrá a punto un nuevo y multiforme lenguaje que determinará muchas aperturas. Sus aviones surcan cielos de boli azul. Vettor Pisani recupera el simbolismo del lenguaje en el interno de un imaginario teatro de la mente. En este caso Roma se convierte en lugar simbólico, la ciudad de la misteriosa Pirámide Cestia.

Presenta una continua referencia a la historia del arte, aquí está Paolina Borghese, retratada por Canova como Venus vencedora, que entra a formar parte de los personajes de su teatro envuelta en un color que recuerda el mercurio. Luego está la era de la llamada Transavanguardia, del retorno a la pintura, a la manualidad, a la imagen que cuenta con protagonistas como Sandro Chia y Mimmo Paladino que aportan nueva vida y nuevo sentido a la figura.

De este tema, que se enlaza con el de la ciudad eterna, intentará dar un panorama sintético la exposición, a través de una muestra de las obras de estos artistas.

Para mayor información:
Cámara de Commercio Italiana in México
www.camaraitaliana.com.mx
eventos@camaraitaliana.com.mx
Tel. (5255) 5282.2500

 

(laura cherubini)