C'è Indy, Schumi si carica

Domenica si corre il GP Usa sulla pista che ha visto il pilota Ferrari vincere 4 volte su 6. Numeri e curiosità sulle gare iridate ospitate negli Stati Uniti.

MILANO, 28 giugno 2006 - Quella di domenica 2 luglio è l’edizione numero 32 del GP degli Stati Uniti di F.1, in scena sul tracciato di Indianapolis che utilizza una parte dell'ovale della 500 Miglia. In passato la gara si è anche corsa un anno a Sebring ('59), uno a Riverside ('60), per venti edizioni a Watkins Glen (dal '61 al '80), tre volte a Phoenix ('89, '90, '91) e dal 2000 in poi, appunto, a Indianapolis. Gli Stati Uniti hanno anche organizzato due o più gare in una sola stagione nel loro paese. Allora le denominazioni variavano, da GP Usa Ovest a GP Usa Est al nome della città che ospitava la corsa. Così ci sono state gare a Dallas ('84), Detroit (dall'82 al '88), Las Vegas ('81 e '82) e in 8 occasioni a Long Beach (dal '76 all'83).

Nel GP Usa il record di successi è di Michael Schumacher con 4, davanti a Graham Hill e Jim Clark a 3. Nei team guidano Lotus e Ferrari con 8, poi la McLaren a quota 6. Qui hanno vinto la loro prima corsa in F.1, tra gli altri, Bruce McLaren (nel '59 con la Cooper), Jochen Rindt ('69 Lotus) ed Emerson Fittipaldi ('70 Lotus). Nelle pole comandano con 3 centri Graham Hill e Michael Schumacher, seguono a 2 Moss, Clark, Brabham, Stewart, Hunt, Mario Andretti e Senna. Tra i team la Lotus è a 8, Ferrari e McLaren a 6. Qui è arrivata la prima pole della carriera di Mario Andretti, nel '68, e l’anno scorso per la Toyota, grazie a Jarno Trulli.

Nei giri più veloci domina Clark con 3 mentre, tra le squadre, guida la Ferrari con 7 davanti a Lotus (6) e McLaren (5). Negli Stati Uniti c'è stato il primo giro veloce in carriera per Jean Alesi (nel '91 con la Ferrari), che nel ’90 (con la Tyrrell) conquistò anche il suo primo podio. Nei piazzamenti sul podio Graham Hill è a quota 6 come Schumi. A 4 seguono Clark, Surtees, Hunt, Reutemann. Qui arrivò primo podio per Takuma Sato (con la Bar nel 2004) e, l’anno scorso per Monteiro, con la Jordan, nel GP che vide al via solo 6 vetture per l’abbandono dei team gommati Michelin.