25 aprile 2012 - Ci sono canzoni che meritano
di essere conosciute dall'interno e questa è una di loro. Caruso, di
Lucio Dalla, fu scritta nell'estate del 1986 e pubblicata nel mese di
ottobre dello stesso anno nell'album DallAmeriCaruso.
Nel 2002 Dalla raccontò: «Mi si ruppe la barca,
ero tra Sorrento e Capri, mi ospitarono degli amici, proprietari
dell'albergo in cui morì Enrico Caruso: il Grand Hotel Excelsior Vittoria,
dove il famoso tenore trascorse gli ultimi due mesi di vita e dove si conservano
intatti i suoi libri, le sue fotografie e il suo pianoforte».
Il Grand Hotel Excelsior Vittoria sul Golfo di Sorrento.
Angelo, che aveva un bar nel porto, raccontò a Lucio questa storia... e il
cantautore romagnolo la regalò al mondo dopo averla musicato.
Caruso era malato di cancro alla gola e sapeva che aveva i giorni contati,
ma questo non gli impedì di dare lezioni di canto a una giovane di cui era
innamorato.
Una
calda sera d'estate, Enrico non volle rinunciare a cantare per lei, che lo
guardava con ammirazione, e così —pur sentendosi male— fece portare il
pianoforte sulla terrazza con vista sul porto e intonò un'appassionata
dichiarazione d'amore e di sofferenza.
La sua voce era così forte che i pescatori, per sentirlo meglio, tornarono
al molo e ormeggiarono le loro imbarcazioni sotto la terrazza.
Le lampare delle barche erano così tante che sembravano stelle e, forse,
ricordarono al tenore le luci dei grattacieli di New York... Caruso non
perse la forza e continuò a cantare immergendosi negli occhi della ragazza
appoggiata al pianoforte.
Quella sera le sue condizioni peggiorarono.
Due giorni dopo, il 2 agosto 1921, morì all'età di 48 anni, nella stessa
città in cui era nato il 25 febbraio 1873.
La canzone di Lucio Dalla narra il dramma di quella notte, con le luci e le
ombre del passato, la vita e la morte. Un uomo malato che cerca negli occhi
della ragazza un futuro che non esiste più, un testamento d'amore.
Fu così il suo ultimo concerto, davanti a un pubblico eccezionale: il mare,
le stelle, i pescatori, le luci delle barche e la donna che amava.
25 de abril de 2012 - Hay canciones que merecen conocerse por dentro, ésta es
una de ellas. ”Caruso” fue escrita por Lucio Dalla en el verano del 1986 y
publicada en octubre de ese mismo año en el álbum "DallAmeriCaruso".
A Lucio Dalla se le descompuso el barco en Sorrento,
(Italia) y para poder hospedarse había disponible solamente un lujoso
apartamento en el Grand Hotel Excelsior Vittoria, donde el famoso tenor
italiano Enrico Caruso, había vivido los dos últimos meses de su vida y en
el que se conservaban intactos sus libros, sus fotografías y su piano.
Ángelo, que tenía un bar en el puerto le contó a Lucio
esta historia... y él la regaló al mundo con música.
Caruso estaba enfermo de cáncer a la garganta y sabía
que tenía los días contados pero eso no le impedía dar lecciones de canto a
una joven de la cual estaba enamorado.
Una noche de mucho calor no quiso renunciar a cantar
para ella que lo miraba con admiración, así que, aun encontrándose mal, hizo
llevar el piano a la terraza que daba al puerto y empezó a cantar una
apasionada declaración de amor y sufrimiento.
Su voz era potente y los pescadores, oyéndole,
regresaron al puerto y se quedaron anclados bajo la terraza.
Las luces de las barcas eran tantas que parecían
estrellas o quizás las luces de los rascacielos de Nueva York...
Caruso no perdió las fuerzas y siguió cantando
sumergiéndose en los ojos de la muchacha apoyada al piano.
Esa noche su estado empeoró.
Dos días más tarde, el 2 de agosto de 1921, moría a
los 48 años de edad en Nápoles, ciudad en la que había nacido el 25 de
febrero de 1873.
Esta canción narra el drama de esa noche... con luces
y sombras del pasado... con muerte y vida...
Un hombre enfermo que busca en los ojos de la muchacha
un futuro que ya no existe...
Un testamento de amor...
Ese fue su último concierto, ante un excepcional
público... el mar, las estrellas, los pescadores, las luces de las barcas y
su amada....