«Così diffondiamo la lingua

italiana in Palestina»
Elisabetta Spagnolo, racconta l’impegno profuso dalla “Dante” 

per diffondere nelle scuole locali la nostra lingua la terza più conosciuta in Palestina.

21 maggio 2009.- «Il Comitato di Betlemme ha subito puntato l’interesse verso le scuole, dove l’italiano rischia di essere cancellato dal curriculum scolastico. Così è aumentato notevolmente il credito dell’offerta formativa della “Dante”, caratterizzata da idee nuove, gruppi di studio finalizzati alla didattica e fornitura di materiale didattico, allo scopo di proporre l’insegnamento di una lingua viva e vivace».

Elisabetta Spagnolo, Presidente del Comitato della Società Dante Alighieri di Betlemme, descrive così l’impegno della giovanissima “Dante” palestinese nata ufficialmente meno di un anno fa e già molto attiva per diffondere, tutelare e valorizzare quella che risulta essere - dopo inglese e francese - la terza lingua più conosciuta in Palestina.

Quali prospettive ci sono per la lingua italiana nel tessuto scolastico palestinese e la “Dante” che ruolo può svolgere?

«La Società Dante Alighieri in Palestina, sin dal suo primo nascere, ha puntato l’interesse verso le scuole. Tuttavia attualmente la scuola in cui si insegna italiano è solo una, la “Terrasanta School” maschile di Betlemme, il cui programma didattico va dalla prima elementare all’ultima classe del liceo. Qualche mese fa siamo stati contattati dal Direttore della scuola, il quale ci ha comunicato a malincuore che per il prossimo anno scolastico 2009-2010 il Consolato d’Italia a Gerusalemme ritirerà gli unici due insegnanti italiani dalla scuola. Il Direttore quindi ha chiesto alla “Dante” di formare insegnanti arabi che già conoscono l’italiano perché potessero insegnare nella sua scuola. In caso contrario avrebbe dovuto cancellare dal curriculum scolastico la lingua italiana, con forti perdite in vari settori. Il nostro Comitato si è assunto l’impegno di formare due professori che sosterranno alla fine del corso l’esame PLIDA, certificato discriminante per poter avere la Cattedra. Questo fatto ha aumentato notevolmente il credito dell’offerta formativa della “Dante”, caratterizzata da idee nuove, gruppi di studio finalizzati alla didattica e fornitura di materiale didattico, allo scopo di proporre l’insegnamento di una lingua viva e vivace».

La Palestina quanto ha scelto e sceglierà di investire nella cultura e nella tutela del proprio patrimonio storico?

«Per il sostegno del proprio patrimonio storico, il Governo palestinese si affida completamente all’esterno. In questa delicata situazione politica e in uno Stato ancora da creare, le emergenze sono tante e la scuola, l’educazione, la cultura o la conservazione paesaggistica non occupano un posto prioritario. Su 2.000 siti archeologici presenti in Palestina, solo una piccola parte gode dei benefici del restauro».

Perché proprio l’italiano è chiamato a essere la “lingua del dialogo”?

«L’Italia ha un immenso patrimonio di arte e di cultura che non può lasciare indifferenti. La lingua italiana e i volti più belli e più noti del Belpaese - cucina, bellezze paesaggistiche, l’italian style di moda e arredamento - godono in Palestina di un forte apprezzamento. La cultura italiana, del lontano passato come della contemporaneità, è fondamentalmente “classica” perché è capace sempre di parlare a ogni uomo in ogni tempo e di tramandare l’universalità di valori. Il nostro Comitato lo ha sperimentato attraverso la lettura della Divina Commedia. Dante, non a caso, è uno di quegli autori che sanno ancora parlare agli uomini. La presenza italiana in Palestina è radicata da anni grazie all’attività di numerosi Istituti religiosi che operano nel territorio a contatto e al servizio della gente cristiana e musulmana. Anche questa è a mio avviso l’italianità all’estero: un’esclusiva carica di solidarietà».

Cosa rappresenta per la Società Dante Alighieri l’accordo con la Fondazione Giovanni Paolo II?

«Un riconoscimento importante. La Fondazione si propone come punto di riferimento per numerosi progetti che toccano vari settori e ha riconosciuto della “Dante” il fondamentale apporto scientifico e l’importanza della certificazione PLIDA. L’accordo ci ha offerto anche una sede dove poterci incontrare per gli eventi culturali e svolgere i corsi d’italiano: si tratta del Centro di documentazione dedicato a padre Michele Piccirillo, l’archeologo francescano scomparso l’ottobre scorso e l’indiscusso migliore conoscitore dell’archeologia mediorientale».

Quali sono i fattori che spingono i giovani palestinesi a studiare la lingua italiana?

«I motivi sono molteplici. I giovani, in modo particolare, aspirano a frequentare le università italiane, soprattutto Medicina e Scienze della Comunicazione. Si studia per lavorare in loco presso le strutture gestite da italiani, principalmente la Custodia di Terrasanta o gli Istituti di religiosi italiani. L’italiano è poi scelto da chi lavora come guida turistica. Infine, per motivi sentimentali».

La lingua italiana che posto occupa in Palestina?

«L’italiano è, dopo l’inglese - lingua della ex colonia - e il francese - lingua della Chiesa patriarcale -, la terza lingua più conosciuta in Palestina».

Quali sono i prossimi progetti del Comitato di Betlemme?

«Dopo la nostra prima “Giornata della Dante” con i ragazzi della scuola di italiano, intendiamo proporre attività nelle altre città della Palestina e continuare la rassegna cinematografica di film italiani, che offre uno spaccato di storia del nostro Paese dal secondo dopoguerra ai nostri giorni. E ancora: sviluppare il tema dei “tesori nascosti” e delle bellezze archeologiche della Palestina. È nostro indiscusso interesse permettere ai palestinesi di riappropriarsi delle ricchezze storiche del loro Paese, delle quali purtroppo ignorano l’esistenza».

In un clima di festa, ma anche di riflessione per il terremoto che ha colpito l’Abruzzo, il Comitato ha organizzato la “Giornata della Dante”, ripercorrendo le tappe del legame profondo di Gabriele D’Annunzio con le proprie origini attraverso la lettura di alcune opere. Durante la manifestazione i giovani del corso di lingua hanno eseguito la lettura de La pioggia nel pineto, con la piacevole sorpresa di una nuova scoperta: quelle parole italiane ormai desuete ancora capaci di suscitare fascino e curiosità. La serata è stata conclusa dalla consegna degli attestati di frequenza da parte della Presidente Elisabetta Spagnolo e del responsabile del Centro Certificatore p. Ibraim Shomali.

 

Per informazioni: www.dantepalestina.net, presidente@dantepalestina.net .