Plida, un passaporto per la cultura:
a colloquio con Alessandro Masi

Di Luciano Segafreddo.

L'esame PLIDA: un passaporto per la cultura.20 febbraio 2009. - La Società Dante Aligheri è stata fondata nel 1889 da un gruppo di intellettuali guidati da Giosuè Carducci. Oggi la Dante è il più grande centro promotore della cultura italiana nel mondo. A guidarla Alessandro Masi, segretario generale della Società, che in questa intervista al "Messaggero di Sant’Antonio – edizione per l’estero", spiega quali e quanti sono i servizi della Dante, tra corsi e certificati, promuove in tutto il mondo attraverso i suoi Comitati sparsi nei cinque continenti. A raccogliere le sue dichiarazioni padre Luciano Segafreddo, direttore del mensile. Di seguito la versione integrale dell’intervista.

D. Cos’è oggi che la Società Dante Alighieri intende promuovere in Italia e nel mondo?

R. La missione della Società Dante Alighieri è di trasmettere nel mondo il patrimonio della lingua e della cultura italiana come un "investimento". Ai giovani in modo particolare, come forma di investimento per il loro futuro, come ponte della tradizione a cui trasmettere un sapere millenario di cui la cultura è portatrice. Questi sono valori universali. E i valori universali in un certo senso non contrastano con quelli delle nuove tecnologie, ma vanno oltre il tempo. Molto spesso si crede che essere oggi dei tecnici di un determinato settore dia la conoscenza. È una conoscenza parziale, non effimera ma "a tempo": può, cioè, scadere. È quello che dice il filosofo e pensatore Cesare Segre e che noi abbiamo «sposato» e trasmesso negli incontri organizzati nei grandi licei di Buenos Aires, di Madrid e di altre capitali del mondo, spiegando ai giovani che il valore di una cultura umanistica, che nel sapere porta al centro l’uomo, è una cultura che non termina, non ha mai fine. È sulla base di questo ragionamento che abbiamo fissato il primo dei nostri obiettivi: la promozione della lingua italiana.

D. Dai contatti con le nuove generazioni residenti nei cinque continenti, ho constatato che la lingua e la cultura italiana sono come una marcia in più, un investimento anche per la loro professionalità. È una constatazione che emerge anche dalla sua esperienza?

R. Sono pienamente d’accordo. La lingua è il collante tra la conoscenza e il sapere, tra il sapere parlato e il sapere scritto. Ovviamente la lingua non è soltanto la biblioteca del sapere; la lingua si fa anche corpo vivo tra le cose: lingua è anche economia, è produzione, è tutto quello che permette all’Italia, e fuori dall’Italia, di poter continuare a esistere, a non cessare d’esistere, per cui i giovani che parlano l’italiano saranno coloro che studieranno l’italiano, che investiranno nell’italiano, che penseranno in italiano. Alla fine noi vorremmo che questo sistema di pensiero, così complesso, ereditato dalla Roma pagana, dalla Roma cristiana, rinascimentale, dall’Italia dei secoli, vada intensificandosi, "formando" e poi "realizzando". Un sistema di pensiero che è una risorsa in un mondo così povero.

D. Ricordo che negli anni in cui frequentavo l’Università di Würzburg, in Germania, era una gioia poter partecipare alle manifestazioni culturali organizzate dalla Dante Alighieri locale. Erano occasioni di arricchimento culturale, ma anche incontri in cui, accanto agli italiani residenti e a tanti tedeschi, vivevo la mia italianità. La Dante Alighieri potrà continuare a diffondere il patrimonio dell’arte e della cultura italiana nel mondo, nonostante i tagli annunciati dalla Finanziaria?

R. Per quanto riguarda i tagli rispondo subito: la Dante povera era e povera rimane. È sostenuta dal volontariato, e grazie ai sussidi e al coinvolgimento di tanti amici-collaboratori ha quindi la vocazione di sostenere con le proprie forze la cultura che, nell’insieme, è tutto ciò che l’uomo produce di bello, di bene e direi anche di giusto, se questa cultura ha un fondamento sano. Ovviamente la promozione della lingua italiana è per noi l’obiettivo prioritario: il "punto uno" che porta al punto due, a quello che in maniera molto commovente Giovanni Paolo II ci disse nell’incontro avuto con lui a Castel Gandolfo in cui è stato letto l’ultimo canto della Divina Commedia: "la lettura di Dante è una grande avventura dello spirito". Lo spirito è una parola che molto spesso viene sempre accostata ad altri teoremi. Il teorema "cultura e spirito" credo sia fondamentale, fa parte del profondo che è in noi. Dante ci rappresenta come una sinfonia. Ultimamente ci ha rappresentato nella grande mostra realizzata nel 2003 a Firenze, nella Galleria degli Uffizi: Dove il sì suona. Gli italiani e la loro lingua. È stata una mostra itinerante che, dopo essere stata presentata, nel 2004, al Dipartimento di Italianistica dell’Università di Tirana, si è trasferita, nel 2005, al Museo Nazionale di Zurigo e, nel 2006, all’Istituto Italiano di Cultura di Berlino, dove è stata visitata da molti giovani delle scuole della città e da una delegazione dei Comitati della Dante impegnati in Germania nella diffusione della lingua e della cultura italiana. È proprio una musica la lingua italiana: una musica che tocca le corde dell’anima, e questo non bisogna mai dimenticarlo.

D. Qual è oggi la realtà della Dante Alighieri nel mondo?

R. Ho constatato in questi miei anni nel ruolo di segretario generale, una costante crescita di Comitati, di partecipazione di studenti e di interesse per la Dante Alighieri. Certo i tagli che la Finanziaria ha inferto a tutta la rete estera, costringeranno la Dante a farsi carico ancora di più di ulteriori oneri e onori. Però lo facciamo molto volentieri, non solo là dove c’è un forte interesse da parte dei giovani per la lingua e la cultura italiana – come nei Paesi dell’America Latina –, ma anche in altre realtà che attirano oggi la nostra attenzione. Noi stiamo guardando, con molto interesse, al dispiegarsi, come un fiore aperto, di tutto quello che è l’ex blocco comunista dopo il 1989. Abbiamo avuto nei Balcani, nella stessa Russia, nell’Ucraina e nella Bielorussia, un rifiorire di Comitati della Dante Alighieri. Tutto questo è stato sancito dal grande congresso di Bratislava dell’aprile scorso, ma le posso assicurare che in occasione del mio recente incontro a Mosca con tutti i Comitati della Dante Alighieri, ho avuto l’assicurazione che la nostra Società, la nostra lingua, la cultura italiana sono davvero un punto di riferimento importante nel mondo.

D. Quali sono gli attestati e gli altri riconoscimenti che gli studenti possono ricevere frequentando i corsi della Dante Alighieri?

R. Per gli studenti, noi elargiamo in Italia e nel mondo borse di studio; doniamo libri, forniamo biblioteche, ospitiamo anche per lunghi periodi giovani studenti che amano la cultura italiana, e che si sono particolarmente distinti. Questo lo facciamo all’estero, ma un occhio di riguardo è anche verso le 7.500 scuole italiane che noi tesseriamo e seguiamo con molto amore. Con più di 200 mila studenti e oltre 400 sedi attive all’estero, la Società Dante Alighieri è il più grande centro promotore della cultura italiana nel mondo e, assieme alle Università per Stranieri di Siena e Perugia, e a RomaTre, è uno dei quattro enti autorizzati a rilasciare il certificato di conoscenza della lingua italiana. La campagna è pubblicizzata attraverso video, affissioni e circuiti promocard. È stata ufficialmente avviata anche la nuova campagna promozionale a sostegno del "Progetto Lingua Italiana Dante Alighieri", PLIDA: la Certificazione in lingua italiana riconosciuta dal Ministero degli Affari esteri. Realizzata dalla sede romana di McCann-Ericksson, e promossa dalla Società Dante Alighieri, l’iniziativa si rivolge a tutti gli stranieri che si trovano in Italia per motivi di lavoro o di studio con l’obiettivo di migliorare la conoscenza della nostra lingua".

(aise)