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15 novembre 2011. - Per la prima volta esce in italiano l'epistolario completo della famiglia Mozart. Tutto quello che resta delle lettere di Wolfgang ma anche di papà Leopold, né mancano talune missive di parenti, utili o meglio indispensabili per capire la vita, gli spostamenti e soprattutto le creazioni del sommo musicista. Ma anche i giudizi su di lui. È il caso del biglietto che il segretario del British Museum, Matthew Mary, invia nel luglio 1765 allo stesso Leopold parlando delle composizioni «del vostro ingegnosissimo figlio». Il quale, allora, ha 9 anni.

La fatica si deve a una sola persona, un notaio di Bolzano: Marco Murara. L'editore, nonostante gli annunci che si sono rincorsi in questi anni, è Zecchini di Varese. L'opera, tre volumi in cofanetto di circa 2000 pagine, comincia dal 10 aprile 1755 - Wolfgang Amadeus non è ancora nato - e si chiude il 28 dicembre 1791, quando Mozart è morto da 23 giorni e la moglie Constanze scrive a Luigi Simonetti a Bonn. Sono in tutto 826 lettere. Preziose, cariche di notizie, di dettagli musicali. Perché - usiamo le parole del curatore - «sono il primo commento e una fonte di informazioni fondamentale sulle opere di uno dei più grandi compositori di ogni tempo». Il destinatario, di solito, è un familiare o un amico; quindi il tono è confidenziale, con licenze nel parlato e uno stile non elevato. Murara, che redige atti in tedesco e conversa quasi sempre in questa lingua con i suoi clienti, sottolinea le difficoltà: «Nel Settecento le regole erano ancora in evoluzione, in formazione, e Wolfgang Amadeus sovente si diverte a giocare con i termini, i significati, i suoni e le sconcezze».

Un «Don Giovanni» al Metropolitan
Queste lettere aiutano, tra l'altro, ad affrontare con una prospettiva corretta i segreti del Don Giovanni o a meglio comprendere la fortuna che avrà l'opera. Il 21 ottobre 1787 Mozart, per esempio, scrive a Emilian Gottfried von Jacquin a Vienna (uno dei suoi amici intimi) notizie sul debutto: «Era stabilito per il 24, ma una cantante, che si è ammalata, ha provocato un ulteriore ritardo; - poiché la compagnia è piccola, l'impresario deve sempre vivere nella preoccupazione e avere cura il più possibile della sua gente, per non trovarsi, a causa di un'inattesa indisposizione, nella più critica di tutte le situazioni critiche, quella di non poter dare alcun spettacolo!». E ancora: «È per questo che qui viene tirato tutto per le lunghe, giacché gli attori (per pigrizia) non vogliono provare nei giorni dell'opera e l'impresario (per timore e angoscia) non vuole costringerli». Don Giovanni andrà in scena il 29. Ed ancora, il 19 dicembre di quel 1787, Mozart scrive alla sorella «signora Maria Anna» ricordando «tutto il successo possibile» del debutto di Praga e di aver ricevuto un'offerta dall'imperatore Giuseppe II (800 fiorini annui). Di più: le chiede di inviargli la cassetta con le sue partiture, le parla di una nuova musica per pianoforte e le ricorda che da un momento all'altro che sua moglie dovrebbe partorire.

Il ritratto del compositore
Si seguono poi evoluzioni e variazioni dell'opera, ma anche le esecuzioni avvenute o cancellate. Da Dresda, per fare un altro esempio, confida alla moglie nella notte del 16 aprile 1789 che il soprano Josepha Duschek ha cantato molte arie del Don Giovanni ; da Francoforte sul Meno il 3 ottobre 1790 annuncia alla stessa un'esecuzione in suo onore, che mai si farà. Infatti il 5 di quel mese la compagnia teatrale di Magonza avrebbe portato in teatro Die Liebe im Narrenhaus, ovvero L'amore al manicomio, un'opera comica di von Dittersdorf che faceva ridere più che pensare. C'è anche il Requiem , o almeno compare come un fantasma in una lettera alla moglie dell'8-9 ottobre 1791, a meno di due mesi dalla morte. «Questa mattina - scrive Mozart - ho composto così assiduamente che mi sono attardato sino all'una e 1/2». C'è il lavoro frenetico su cui si fantasticherà, ma si incontra anche un uomo che sta bene, ha ancora molto appetito e smentisce taluni biografi che lo vorrebbero malato da tempo. Non si spiegherebbero diversamente queste parole: «Mi sono gustato un mezzo cappone che l'amico Primus mi ha portato».

Sono costate circa quattro anni di lavoro. Marco Murara, che in precedenza aveva curato con Bruno Bianco l'integrale dei testi messi in musica da Mozart, con originale e traduzione di opere, arie, Lieder, cantate, oratori eccetera (per l'editore Marco Valerio di Torino), ora ha fatto tutto da solo. Si è dedicato a queste lettere «ogni giorno per qualche ora», senza dirlo alla moglie Francesca. In un certo senso, voleva essere una sorpresa e la versione è diventata «un regalo per il suo ultimo compleanno». Insomma, ha tradito la consorte per amore. Ma se tutte le infedeltà ci regalassero simili frutti, bisognerebbe caldeggiarne la diffusione. E coloro che le commettono non finirebbero all'inferno come Don Giovanni.
 

(armando torno / corriere.it / puntodincontro)

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15 de noviembre de 2011. - Por primera vez se publica en Italia la correspondencia completa de la familia Mozart. Todo lo que queda de las cartas de Wolfgang y de su papá Leopold y, también, algunas de familiares útiles o, más bien, necesarias para comprender mejor la vida, los viajes y —en especial— las creaciones del gran músico. Así como las opiniones acerca de él. Este es el caso de la nota que el Secretario del Museo Británico, Matthew Mary, envió en julio de 1765 a Leopold hablando de las composiciones "de vuestro ingenioso hijo" el cual, entonces, tenía 9 años de edad.

 

(armando torno / corriere.it / puntodincontro)