13 novembre 2013 - Il
Mariachi Romatitlán racconta
agli italiani, con questo video, le
tradizioni messicane del giorno dei
morti.
|
«In Messico è
una cosa normale, chi ha qualcosa da
dire ad un parente, chi vuole
fare un regalo
ad un familiare
defunto, porta i mariachi al
cimitero».
|
|
«Il giorno dei
morti suoniamo perché,
come messicani,
abbiamo quest’abitudine.
È una forma
allegra di ricordare i nostri defunti».
|
|
«Vi racconto
un po’ del nostro “altar de muertos
en México”: ciò che vedete
è una cosa
speciale che abbiamo fatto per far
conoscere un po’ la nostra cultura,
conservando sempre la tradizione. C’è
cibo per i nostri morti e ci sono le
candele, perché noi diciamo che le
candele rappresentano la strada che i
defunti devono seguire per arrivare in
cielo.
La Catrina é
una signora che raffigura la morte.
Preferiamo
ridere della morte...
non ci fa paura.
Una volta nato,
devi morire no?».
|
|
«Come vedete,
ci sono diversi tipi di
piatti
messicani,
questo si fa quasi sempre per il
“tuo”
morto.
Tanto per dirti,
a mio nonno piaceva la tinga,
e allora
gli porto
la
tinga —che
è una
maniera di preparare
la carne—
e poi tutti
arrivano
lì a mangiare.
Per noi é una
festa, non
un
momento di tristezza.
Non
è un'occasione
per piangere».
|
|
«In Messico il
giorno di Ognissanti
si fa festa, si fa baldoria perché è una
forma allegra di ricordare ai nostri
defunti. Non ci sentiamo tristi perché
sono morti, ma allegri perché é una
forma di ritrovarli. Anche se non è
molto normale, come si dice, diciamo
che la morte
ci sembra buffa».
|
|
«È festa, è
festa! La musica fa parte della festa,
la musica serve per rallegrare i cuori.
La morte viene esorcizzata così, con i
festeggiamenti. Si teme e non si teme.
La morte, in Messico, si sfida».
|
|
«Si cantano le
canzoni che al tuo morto piacevano».
|
|
«A me piace
portare il mio mariachi a suonare per
mio padre e per mia nonna, che è morta a
centodue anni. Grazie a Dio, abbiamo
suonato al funerale di mio padre».
|
|
«C’è una
canzone che dice: “non ho paura della
morte, ho paura della vita”».
|
|
«Per alcuni è un momento importante, un
momento in cui ci si può mettere in
contatto con le persone che se ne sono
andate, o ricordarle piú intensamente
dato che gli si porta il mariachi
e si cantano le canzoni che a loro
piacevano. Ognuno lo sente e lo vive a
modo suo».
|
|
Canta: «No le temo a la muerte, más
le temo a la vida» (non ho paura
della morte, fa più paura la vita).
|
(mariachi
romatitlán / puntodincontro.mx
/ adattamento di
massimo barzizza /
trascrizione e traduzione
allo spagnolo di
celeste román)
|