4 ottobre 2012 - A Città del Messico esistono edifici di alto valore architettonico ormai caduti in rovina. Ve ne presentiamo cinque, tutti del primo Novecento che —secondo l'architetto Eduardo Contreras, specialista in restauro— meritano una seconda possibilità.

Edificio Victoria
Rappresenta uno degli esempi più notevoli di Art Déco [1] in Messico. Si trova all'angolo tra le strade Victoria e López, con la facciata e l'ingresso principale al numero civico 44 di quest'ultima, in pieno centro storico della capitale messicana.

Di forma arrotondata sull'angolo, con scudi in pietra che raffigurano un paio di levrieri e rifinito nella parte superiore della torre con rilievi organici, l'edificio Victoria conserva molto del suo fascino originale.
 

L'edificio Victoria, negli anni 30 e oggi (clicca sulle frecce).

Foro Lindbergh
Situato nel Parco Messico della Colonia Condesa, questo spazio all'aria aperta a forma di ferro di cavallo fu progettato da Leonardo Noriega e Javier Stavoli. Venne inaugurato nel 1927 e deve il suo nome all'aviatore statunitense Charles Lindbergh, che fu il primo a volare non-stop da Washington a Città del Messico il 14 dicembre dello stesso anno.

«Si tratta di un esempio eccezionale dell'Art Déco messicano. Direi che oggi i portici sono addirittura pericolosi, dato che sono completamente frammentati e potrebbero crollare da un momento all'altro», sottolinea l'architetto Contreras.
 

Il Foro Lindbergh nel 1927 e oggi (clicca sulle frecce).
 

Mercato Abelardo Rodríguez
Al numero 74 della strada Repubblica del Venezuela di Città del Messico, si trova una delle sue edificazioni più importanti degli anni '30, estesa su 12.450 metri quadrati che comprendono anche una scuola materna e un teatro. Venne progettata e costruita nel 1934 dall'architetto Antonio Muñoz.

«Ci sono stati tentativi di rimodellazione di questo insieme architettonico, ma purtroppo furono realizzati con poca abilità e scarsa conoscenza della sua struttura, per cui alcune parti sembrano essere state grossolanamente aggiunte. Il problema principale di questo mercato —da un certo punto di vista un elemento storico della città— fu il cambio di ruolo urbano della zona: originalmente concepita come area residenziale, è diventata col passar del tempo un centro commerciale di merci all'ingrosso».
 

Il mercato Abelardo Rodríguez nel 1934 e oggi (clicca sulle frecce).


Edificio Rex
Al numero 28 della Calle López si trova l'edificio Rex, progettato da Luis Martínez Negrete e da Francisco Martínez Negrete, architetto e ingegnere, rispettivamente. Risale al 1935 ed è notevolmente influenzato dello stile Art Déco che prevaleva in quell'epoca.

La sua porta di metallo con forme geometriche e lo stile delle insegne risaltano tra gli edifici di questa via. «Il boom delle costruzioni di questa zona corrisponde con quello della stazione radiofonica XEW, che si trovava a pochi metri. Molti artisti e conduttori affittavano questi appartamenti per vivere vicino al loro posto di lavoro».
 

L'edificio Rex.

Edificio Vienna
Sempre sulla via Lópezsipossono trovare altri straordinari esempi dell'architettura degli anni '30. Al numero 34 c'è l'edificio Vienna, in rosa e con due linee di mosaicisulle pareti esterne. «L'edificio Vienna è una miscela di stili, lopotremmo definire come un concetto molto ampio di eclettismo, con elementi che ricordano lo stile neocoloniale ed altri che richiamano il modernismo europeo, anche se i motivi presenti sull'angoloe uno dei vertici superiori seguono chiaramenti i parametri del Déco».
 

L'edificio Vienna.

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[1] L'Art Déco (nome derivato per estrema sintesi dalla dizione Exposition Internationale des Arts Décoratifs et Industriels Modernes, Esposizione internazionale di arti decorative e industriali moderne, tenutasi a Parigi nel 1925 - e per quest'ultimo motivo detto anche Stile 1925) è stato un fenomeno del gusto che interessò sostanzialmente il secondo e il terzo decennio del secolo XX: riguardò le arti decorative, le arti visive, l'architettura e la moda.

 

(reforma.com / puntodincontro)

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4 de octubre de 2012 - En la Ciudad de México existen construcciones de alto valor arquitectónico que han caído en el descuido. Presentamos aquí cinco de ellas —de principios del siglo XX— que, de acuerdo con el arquitecto Eduardo Contreras —especialista en restauración— merecen una segunda oportunidad.

Edificio Victoria

El Edificio Victoria es uno de los ejemplos más notables del Art Déco [1] en México. Se encuentra ubicado en la esquina de las calles Victoria y López, con su fachada y entrada principales en el número 44 de esta última.

Rematado de forma redondeada en la esquina, con escudos grabados en piedra que dejan ver un par de perros galgos y terminado en la parte más alta de su torre con relieves orgánicos, el edificio Victoria conserva mucho de su encanto de antaño.

 

El edificio Victoria, en los años 30 y hoy (haz clic en las flechas).

Foro Lindbergh

Ubicado en el Parque México, en la Colonia Condesa, este foro al aire libre con forma de herradura fue diseñado por Leonardo Noriega y Javier Stavoli. Fue inaugurado en 1927 y lleva el nombre del aviador estadounidense Charles Lindbergh, primero en volar sin escalas de Washington a la Ciudad de México el 14 de diciembre de 1927.

«Es una estructura sobresaliente del Art Déco en México. Actualmente el pergolado es incluso peligroso, está totalmente fragmentado y podría caerse en cualquier momento», destaca el arquitecto Eduardo Contreras.


El Foro Lindbergh en 1927 y hoy (haz clic en las flechas).
 

Mercado Abelardo Rodríguez

Ubicado en el núnero 74 de la calle Repúbica de Venezuela, es uno de los conjuntos más sobresalientes de los años 30, pues abarca 12 mil 450 metros cuadrados e incluye una guardería y un teatro. Fue construido en 1934 por el arquitecto Antonio Muñoz.

«Ha habido intentos por remodelar este conjunto, pero con desconocimiento, por eso parecen añadidos en algunas partes. A este mercado le afectó mucho que la zona cambió de objetivo: de ser habitacional pasó a ser un lugar donde la gente compra mercancías al mayoreo».
 

El mercado Abelardo Rodríguez en 1934 y hoy (haz clic en las flechas).
 

Edificio Rex

En el número 28 de la calle de López se erige el edificio Rex, obra del arquitecto Luis Martínez Negrete y del ingeniero Francisco Martínez Negrete. Data de 1935 y en sus formas acusa una notable influencia del estilo Art Déco que predominaba en la época.

Su puerta metálica con formas geométricas y el estilo de sus rótulos destacan entre las construcciones de esta vía. «El auge de las construcciones de la calle de López coincide con el mayor apogeo de la XEW, que estaba en Artículo 123. Muchos artistas rentaban estos departamentos para vivir cerca de su lugar de trabajo».
 

 El edificio Rex.

 

Edificio Viena

La calle de López conserva notables eiemplos de la arquitectura de los años 30. En el número 34 se encuentra el edificio Viena, en color rosa y con dos líneas de mosaicos en exteriores. «El edificio Viena es más una mezcla de estilos; aquello que podemos abarcar en el muy amplio concepto del eclecticismo, con elementos que nos hacen pensar en el estilo Neocolonial y otros con reminiscencias europeas modernistas, aunque el gran remate de la esquina y el de uno de sus vértices superiores siguen los parámetros del Déco».

 

El edificio Viena.

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[1] El art déco (también art decó o incluso art deco) fue un movimiento de diseño popular a partir de 1920 hasta 1939 (cuya influencia se extiende hasta la década de 1950 en algunos países) que influyó las artes decorativas tales como arquitectura, diseño interior, y diseño gráfico e industrial, también a las artes visuales tales como la moda, pintura, grabado, escultura y cinematografía.

 

(reforma.com / puntodincontro)