Tempo di cambiamento
per gli Istituti di cultura
Nuove sedi in Usa e Cina e cambio di direttori.

 

3 settembre 2009. -È tempo di cambiamento per gli Istituti italiani di cultura. Alcune storiche sedi potrebbero chiudere e stavolta la colpa non è della crisi economica. O meglio, non solo. Non per tutte, infatti, la chiusura è legata a politiche di abbattimento dei costi. Al Ministero degli Esteri sono convinti che ormai la cultura italiana in Europa arriva di riflesso. La maggiore mobilità dei cittadini stranieri e la vicinanza geografica e culturale favoriscono sicuramente un'ampia circolazione della cultura italiana. Perciò in caso di tagli a sacrificarsi, tra le 89 sedi sparse nel mondo, dovranno essere proprio gli uffici europei. Da contraltare, tuttavia, l'apertura di nuovi istituti in luoghi diversi da quelli attuali, magari laddove l'Italia non è ancora conosciuta approfonditamente. Nuovi sedi potrebbero dunque aprire sull'altra sponda del Mediterraneo alla luce dei crescenti accordi che i Paesi che affacciano sull'area stanno sviluppando recentemente. Ma anche negli Emirati Arabi, che stanno dedicando molte risorse alle iniziative culturali.

Alcune posizioni, considerate strategiche, potrebbero invece raddoppiare. È il caso della Cina, che a Pechino vanta già un Istituto italiano, peraltro molto attivo, diretto da Barbara Alighiero. Tuttavia, l'intenzione della Farnesina sarebbe quella di nominare un secondo dirigente per ampliare l'offerta culturale, puntando magari alla lirica, molto apprezzata dai cinesi.

Il discorso sulle nuove nomine si fa più serio. "Nella scelta dei nuovi addetti culturali si terrà conto non solo della preparazione, ma anche delle loro capacità manageriali. Dovranno interloquire con le aziende private, promuovere i loro marchi e, attraverso le sponsorizzazioni, ricavarne risorse per le attività degli uffici che non potranno più far conto solo sui finanziamenti pubblici", dicono dal ministero. E a proposito di cambi, la prima sede interessata è quella di New York, considerata tra le dieci di maggior importanza. Renato Miracco sta per concludere il mandato quadriennale e improrogabile, e al suo posto il ministro Franco Frattini nominerà Riccardo Viale, torinese, presidente della Fondazione Rosselli e docente di sociologia alla Bicocca di Milano. A Miracco, che gode della stima della Farnesina potrebbe essere affidato un nuovo incarico, addirittura una seconda sede americana, a Washington. Cadrebbe nel vuoto così l'idea di sfruttare un istituto alternativo a quello della Grande Mela, sulla costa del Pacifico, a Los Angeles, con l'intento di stabilire un collegamento con il mondo hollywoodiano. Ufficio per cui già vociferava il nome di Carlo Antonelli, il giovane direttore dell'edizione italiana della rivista Rolling Stone, grande esperto di musica e spettacolo. Per quanto riguarda la Francia, a Parigi c'è Rosanna Rummo, che potrebbe ottenere la proroga per un altro biennio oltre a quello che si accinge a completare, per via dell'apprezzamento di cui gode oltralpe.

Esce dalla lista degli Istituti di cultura di "chiara fama" la struttura di Tel Aviv ma il motivo è puramente strategico. Simonetta Della Seta, dirigente non prorogabile, dovrebbe a breve lasciare il suo posto ma essendo molto gradita al governo di Gerusalemme si è deciso di ricorrere a uno escamotage. L' Istituto di Tel Aviv è stato cancellato dall' elenco dei "chiara fama", ha assunto la forma di un normale ufficio culturale e Simonetta Della Seta resterà a promuovere la cultura italiana in Israele. L' operazione presenta un altro vantaggio. La rinuncia a un istituto "chiara fama" offre la possibilità di attribuire la qualifica a un'altra sede. Ne beneficerà l' Istituto culturale di Bruxelles. E ora resta da capire chi andrà ad occupare l'ambita poltrona.

 

(News ITALIA PRESS)