Catene di Sant'Antonio

Ecco perché fa male diffondere lettere a catena su Internet.

30 settembre 2006. - Sono sempre più diffuse su Internet le cosiddette catene di Sant'Antonio, lettere a catena scritte con il preciso scopo di dilagare a macchia d'olio con il sistema del "passaparola": ognuno, cioè, colpito dall'apparente importanza dell'E-mail ricevuta, la inoltra ad amici e parenti, i quali a loro volta fanno lo stesso, con il risultato che l'E-mail si diffonde in maniera esponenziale.

Secondo uno dei più autorevoli siti dedicati alle leggende metropolitane, il Centro per la Raccolta delle Voci e delle Leggende Contemporanee (http://leggende.clab.it/), il termine catena di Sant’Antonio deriva da una tradizione molto diffusa a partire dagli anni Cinquanta del secolo scorso (il 1900): si riceveva una lettera che iniziava con "Recita tre Ave Maria a Sant'Antonio" e proseguiva descrivendo le fortune capitate a chi l'aveva ricopiata e distribuita a parenti e amici e le disgrazie che avevano colpito chi invece ne aveva interrotto la diffusione.

All'epoca la catena si diffondeva ricopiandola a mano e per posta; poi si è gradatamente tecnologizzata. Con l'avvento delle fotocopiatrici è scomparsa la ricopiatura manuale, e con l'arrivo di Internet è cessata anche la spedizione postale, soppiantata dalla più efficiente (e meno costosa) distribuzione istantanea via e-mail.

 

Ma che male fa diffondere una catena di Sant'Antonio?

Tanto.

Ecco un elenco di motivi per cui bisogna evitarlo.

bullet

Le catene che parlano di sostanze tossiche presenti nei prodotti più disparati danneggiano le aziende che li producono: questo significa danneggiare inevitabilmente anche i loro lavoratori.

bullet

Diffondere una notizia falsa (o bufala, qui sotto la definizione) o di scarso valore vi fa fare la figura degli ingenui che abboccano a qualsiasi storia senza prendersi la briga di verificarla e senza neppure chiedersi se sia plausibile.

bullet

Le catene spedite dall'ufficio vi possono costare il lavoro! Spesso i programmi di posta aggiungono automaticamente in coda a ogni messaggio il nome del mittente e quello dell'azienda o dell'istituto presso il quale lavora. Il risultato è che una catena spedita dal posto di lavoro sembra "autenticata" dall'azienda/istituto, che difficilmente gradisce che il proprio nome venga abusato da un dipendente e associato a una di queste catene.

bullet

La diffusione di false notizie può portarvi in tribunale.

bullet

Ci sono anche notizie autentiche che contengono appelli per curare persone malate, ma che spesso proseguono per anni dopo la morte della persona citata. Di conseguenza, i familiari continuano per anni a ricevere offerte di aiuto che non solo sono assolutamente inutili, ma ricordano loro ogni giorno la scomparsa di una persona cara. Voi come vi sentireste, se ogni mattina vi chiamassero in tanti al telefono per chiedervi come sta vostra figlia morta di leucemia?

bullet

Grazie all'inesperienza degli utenti della Rete, le catene viaggiano con centinaia di indirizzi di e-mail al seguito. Gli spammer (i pubblicitari-spazzatura di Internet) usano queste catene per raccogliere indirizzi a cui mandare la loro assillante pubblicità più o meno pornografica, virus e compagnia bella. Se partecipate a una catena di Sant'Antonio, anche il vostro indirizzo finirà nelle liste degli spammer.

bulletQuesti messaggi diventano spesso enormi (150 K e passa) a furia di accumulare indirizzi in coda. Questo significa che ci vuole tempo per scaricarli, e il tempo è denaro, per chi si collega a Internet con il telefono o il cellulare. In altre parole, spedire catene di Sant'Antonio costa: costa a chi le riceve oltre che a chi le manda.