La storia della Fiat
Prima puntata. Dagli inizi al dopoguerra.

Torino, 1899. Una delle prime pubblicità della Fiat.24 luglio 2007. - L'11 luglio del 1899 nasce a Torino la Fabbrica Italiana Automobili, con un capitale sociale di 800.000 lire, da un gruppo di investitori, tra cui spicca il nome di Giovanni Agnelli, che diventerà amministratore delegato nel 1902. Nell'attesa che la costruzione del primo stabilimento di Corso Dante fosse ultimata (1900) e le attrezzature necessarie venissero installate fu rilevata la società Ceirano & C. Presso lo stabilimento Ceirano furono costruite le prime vetture a marchio Fiat, mentre alcuni particolari furono forniti dalle ditte Martina e Luigi Storero, e le carrozzerie realizzate in collaborazione con la ditta Alessio. In quel primo anno 1899 vennero prodotte 8 vetture del tipo 4 HP.

Dal 1903 la Fiat viene quotata in borsa e sorgono nuove società con funzioni specifiche: Società Carrozzeria industriale, Fiat Brevetti, S.A. Garages Riuniti Fiat-Alberti-Storero. Superata la cirsi borsistica del 1907-08, l'espansione della Fiat prosegue sia sul versante della diversificazione produttiva, sia su quello della creazione di nuovi stabilimenti e filiali. Nel 1908 sorge, negli Stati Uniti, la Fiat Automobile Co. e nel 1909 nasce a New York lo stabilimento di Poughkeepsie. Si sviluppano rapporti per l'esportazione di autovetture in Francia, Austria, Regno Unito e Australia.

Fra il 1909 ed il 1915 vengono prodotti velivoli, motori marini, lubrificanti, mentre fin dal 1906 era stata avviata la costruzione di cuscinetti a sfera con la fondazione delle Officine di Villar Perosa (RIV), e con la SITA si dava inizio all’attività di trasporto pubblico. Alla fine del primo decennio la Fiat ha un capitale sociale di 12.000.000 di lire, 2.500 dipendenti e una produzione di 1215 autovetture. Durante la prima guerra mondiale aumentano fortemente le commesse legate alle esigenze belliche: motori marini per navi e per motosiluranti, aeroplani, autoambulanze, mitragliatrici e soprattutto autocarri.

Il forte aumento degli organici aveva reso insostenibile la situazione degli stabilimenti esistenti. Nel 1916 venne perciò deliberata, su progetto dell'ingegner Mattè - Trucco la costruzione dello stabilimento del Lingotto in via Nizza. La fabbrica del Lingotto, la più grande d'Europa, sarà operativa nel 1923 e diventerà rapidamente il simbolo dell'industria automobilistica italiana. Intanto la Fiat incorporava nel 1917 la Società Ferriere Piemontesi e le Industrie Metallurgiche e Acciaierie Torino - SIMA e nel 1918 le Officine Diatto, assicurandosi la possibilità di produzioni siderurgiche ed avviando la costruzione di materiale ferroviario.

Alla Grande guerra segue un decennio di profonde trasformazioni. Nel settembre del 1920 gli operai occupano le fabbriche. In quello stesso anno si costituisce la prima mutua Fiat per i dipendenti. Giovanni Agnelli diviene presidente del consiglio di amministrazione e Guido Fornaca amministratore delegato. Entra in azienda Vittorio Valletta, nominato quasi subito segretario del Consiglio di Amministrazione. Dopo due anni di contenimento dei costi, con riduzione del personale e delle retribuzioni, nel 1923 riprende la crescita.

Esce il modello Fiat 501, vengono lanciati i modelli 505, 510, 519 e nel 1925 nasce la 509, vettura a 4 posti. Prosegue nel frattempo l'espansione. Nel 1923 vengono acquisite la OM di Brescia ed una partecipazione nei cantieri di Muggiano. Nello stesso anno si costituisce la Grandi Motori, mentre nel 1926 vengono assorbiti lo stabilimento aeronautico Ansaldo di corso Francia (diventerà Società Aeronautica d'Italia) e la SPA di Corso Ferrucci. Di quest'ultima la Fiat cancella la produzione di autovetture, mantenendo sino agli anni '50 quella di autocarri.

Sempre nel 1926 si costituisce la Società Editrice la Stampa, e viene creato l'Istituto Finanziaro Industriale (IFI), direttamente controllato dalla Famiglia Agnelli. Si programma l'ampliamento dello stabilimento del Lingotto. In quegli anni nascono i servizi di assistenza sanitaria Fiat per i dipendenti, la Scuola Centrale Allievi Fiat e molteplici organismi associativi dei dipendenti: il Gruppo Sportivo Fiat, le Colonie Alpine, l'Associazione Impiegati, il Dopolavoro Fiat che, seguendo le trasformazioni sociali, costituiranno una costante nella vita aziendale fino ad oggi.

Nel 1924 incominciano ad operare gli impianti di Mosca per la costruzione di automobili e di camion su licenza Fiat, frutto di un progetto del 1913. Con lo scoppio della grande crisi del 1929 la Fiat viene chiamata al salvataggio di numerose case automobilistiche, non solo torinesi, traballanti. Vengono così incorporate la SCAT, la Itala, la OMAT (ex Standard) e la OM di Milano. Negli anni trenta subiscono un notevole sviluppo tecnologico gli autocarri e i veicoli industriali, anche con motori diesel, crescono il settore aereo e quello ferroviario.

Nel 1928 Vittorio Valletta è nominato direttore generale della Fiat. Nel 1934 viene progettata una vettura di piccola cilindrata: la 508 chiamata "Balilla" e detta anche "tariffa minima" per il minimo consumo. Ne saranno prodotte 113.000 unità, con una versione sportiva (508 S) ed una a quattro marce. Nel 1936 esce la Fiat 500 "Topolino", disegnata da Dante Giacosa. Nello stesso periodo, con la costituzione della Impresit, viene avviata la stagione dei grandi lavori edilizi. Nel 1937, quando è ormai avviata la costruzione dello stabilimento di Mirafiori, i dipendenti Fiat superano le 50.000 unità.

Il nuovo stabilimento viene inaugurato nel 1939: occupa una superficie complessiva di un milione di metri quadrati (di cui 300.000 coperti) ed è stato calcolato per occupare una forza - lavoro di 22.000 operai distribuiti su due turni. Al di sotto delle linee di produzione sono costruiti rifugi antiaerei in grado di ospitare tutta quanta la maestranza. Con l'entrata in guerra dell'Italia Mirafiori diventa uno dei più importanti centri di produzione bellica, e rappresenterà uno degli obbiettivi obbligati dei bombardamenti aerei su Torino.

Con la guerra, la produzione automobilistica si riduce drasticamente, mentre la produzione di veicoli industriali si quintuplica. Le incursioni alleate danneggiano gravemente gli impianti, soprattutto quelli del Lingotto, della Fiat Aviazione e dell'Aeronautica. La produzione subisce duri colpi. Nel corso della guerra e nell'immediato dopoguerra i servizi Fiat per i dipendenti suppliscono alle carenti strutture pubbliche: l'ufficio assistenza fornisce biancheria, scarpe, legna da ardere ai lavoratori, negli spacci alimentari Fiat si distribuiscono centomila minestre al giorno.

Alla fine della guerra, in virtù delle disposizioni del Comitato di Liberazione Nazionale, la proprietà e la dirigenza vengono esautorate e sostituite da Consigli di Gestione, mentre il Presidente Agnelli e Vittorio Valletta (amministratore delegato dal 1939) sono deferiti alla Commissione di epurazione. Quando muore, il 16 dicembre 1945, Giovanni Agnelli formalmente non è più proprietario della Fiat. Il ripristino della proprietà avverrà nel 1946, con l'assunzione della presidenza da parte di Vittorio Valletta il quale sarà impegnato, innanzitutto, a rimettere in piedi gli stabilimenti danneggiati.

Grazie anche agli aiuti del Piano Marshall la ricostruzione e l'ammodernamento degli impianti vengono completati nel 1948. Al contempo, però, l'azienda prosegue la politica di espansione, con l'acquisizione della Motofides (1946), della Weber (1951) e di partecipazioni in altre imprese. La ripresa produttiva postbellica vede l'uscita della Fiat 500 B berlinetta e giardinetta, dei modelli 1100E e 1500E, e la Fiat 1400. Sulla 500C viene per la prima volta installato di serie l'impianto di riscaldamento e di areazione. Nel 1953 escono i primi modelli di vetture con motore diesel.

 

(Continuerà)

 

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