Necrologio per Giordano Bruno
"Martire del libero pensiero"

L'annuncio su "Repubblica" di sabato scorso a 407 anni dalla morte del filosofo
L'iniziativa nata al Liceo Classio Manno di Alghero

ALGHERO (SASSARI), 19 febbraio 2007. - Chi ha aperto La Repubblica, sabato scorso, alla pagina dei necrologi, potrebbe avere avuto, per una volta, una sorpresa piacevole. Un annuncio ricordava l'anniversario della morte di Giordano Bruno "vero filosofo, profeta dell'infinito, martire della libertà di pensiero" scomparso ben 407 anni fa.

L'idea è venuta alle seconde classi del Liceo Classio Manno di Alghero. Che hanno voluto tributare un omaggio al filosofo morto sul rogo il 17 febbraio del 1600. "Volevamo ricordare a tutti un vero filosofo - spiega Gianni Piras, il professore di filosofia della classe - Bruno è stato un pensatore straodinario, la cui vicenda umana impressiona profondamente. E l'idea dell'annuncio nella pagina dei necrologi de "la Repubblica" ci è venuta durante una discussione in classe. Stavamo studiando Bruno, e i ragazzi si sono resi conto di quanto la sua filosofia, oltre ad essere poetica, fosse modernissima. L'iniziativa è stata sostenuta con entusiasmo da tutta la classe: il testo dell'annuncio non lo ho scritto io, ma i ragazzi. Che hanno anche voluto pagare. Ogni alunno ha speso di tasca sua circa 8 euro, per un totale di 229 euro e ottanta. Un po' caro".

Ma che bisogno c'è di ricordare Bruno, adesso? "In Italia c'è un ritardo culturale. Non abbiamo ancora metabolizzato qualcosa che il resto d'Europa ha imparato nel 1700 e che Bruno ha sempre predicato: la diversità fra atteggiamento religioso e atteggiamento scientifico. Non incompatibilità, solo diversità. E mi sembra proprio che, attualmente, ci sia bisogno di ricordarlo. C'è bisogno di offrire sitmoli per riattivare i nostri proccessi culturali".

Si riferisce alle polemiche sui Dico?

"In classe ne abbiamo discusso, con la prudenza doverosa dell'insegnante che ha un ruolo pubblico. Inoltre, io ho un'educazione profondamente cattolica. E ho portato ai ragazzi l'esempio di una mia esperienza familiare. Mio zio era prete, e mia zia era la sua perpetua. Quando è morto, se non fossi intervenuto io, mia zia avrebbe perso tutto. La discussione che ne è nata in classe è stata molto vivace e stimolante. Da lì l'idea di un tributo a un martire della libertà di pensiero."

Ma che cosa si aspettavano i ragazzi?

"Sicuramente più partecipazione. Quando hanno visto che c'era solo il loro annuncio sono rimasti un po' delusi. Come mai uno solo? si sono chiesti. E, confesso , anch'io mi sono sentito un po' deluso. Solo un liceo di Alghero, alla periferia dell'impero, ha voluto ricordarlo. Ma confido che sia perché l'anniversario non era proprio tondo. Mi auguro che il 17 febbraio del 2010, quando saranno passati 410 anni dalla morte, ce ne sia qualcuno di più". Ai miei ragazzi dico sempre che la storia è un fiume formato di molti rivoli. Nessuna esperienza, tantomeno quella di Bruno, è fine a se stessa."

E i ragazzi mostrano interesse in questo genere di iniziative?
"Ma sì, glielo ho detto. I ragazzi di oggi non sono solo quelli degli episodi di bullismo. Ne abbiamo discusso anche in classe. Sembra che a scuola vengano solo i teppisti. Non è così. E comunque, la responsabilità non è loro, ma è degli adulti. in molte famiglie manca il principio di autorevolezza. I miei alunni, per esempio, hanno famiglie responsabili ma aperte." E come hanno preso l'iniziativa di Bruno? "Sa una cosa? Sono stati contenti. Oggi il padre di uno di miei ragazzi mi ha fatto i complimenti e mi ha confessato di aver comprato "la Repubblica" apposta. Ed è uno che vota Udc."

 

Da Repubblica.it