Le diversità dei cervelli
tra uomo e donna


I risultati di ricerche sulle differenze tra l'attività cerebrale maschile e femminile, recentemente pubblicati in un libro di una neuropsichiatra californiana,
riaprono una annosa polemica

16 agosto 2006. - Il cervello della donna ha ora il suo manuale per l'uso. E la lettura può essere assai utile per gli esponenti dell'altro sesso, abituati a ironizzare e rassegnarsi di fronte alle "tempeste ormonali" delle proprie compagne. Riassumendo anni di studi, una neuropsichiatra della California ha lanciato negli Usa un libro che analizza la diversità tra l'attività cerebrale maschile e femminile, provocando immediate reazioni furiose tra le femministe.

"The Female Brain" è il risultato di 20 anni di studi su donne e ormoni da parte dalla neuropsichiatra Louann Brizendine ed è anche una panoramica su decine di studi e ricerche svolti in questi anni su questo tema.

La tesi proposta dal volume è che la chimica cerebrale e lo stesso "cablaggio" del cervello femminile lo rendono profondamente diverso da quello degli uomini. Anche impulsi delle adolescenti come la passione per gli Sms o per lo shopping, secondo lo studio, possono essere spiegati studiando le attività ormonali. ''So che non è 'politicamente corretto' dirlo - ha spiegato la Brizendine al settimanale Newsweek - e per anni mi sono divisa tra le mie idee politiche e quello che ci dice la scienza.

Ma credo che le donne davvero percepiscano il mondo in modo diverso dagli uomini. Se le donne fanno attenzione a queste diversità, possono prendere decisioni migliori su come gestire le loro vite''.

Il tema delle diversità cerebrali tra uomo e donna è da tempo un terreno minato negli Usa. L'ex rettore di Harvard, Lawrence Summers, si è giocato il posto mesi fa per aver sostenuto che studi scientifici proverebbero che le donne hanno limiti congeniti nell'affrontare tematiche scientifiche e questo ne spiegherebbe il minor successo accademico.

Le reazioni alle tesi della Brizendine, il cui libro fa discutere prima ancora di essere sugli scaffali, sono in molti casi ai limiti dello sdegno. La psicologa Janet Hyde, dell' Università del Wisconsin a Madison, sostiene per esempio che decenni di studi sulle differenze tra i cervelli dell'uomo e della donna hanno portato a concludere che le diversità ''sono statisticamente vicine allo zero" e per questo leggere ricerche come quella della neuropsichiatra della California ''fa male alla mia pressione''.
Anche per la psichiatra Nancy Andreasen dell'Università dell'Iowa, considerata un'autorità in materia, le differenze sono prive di significato scientifico e quali che siano ''sono usate solo per opprimere e sopprimere le donne''.

Ma la Brizendine non retrocede di un millimetro. Per anni, ha raccontato, le è toccato vivere in un ambiente scientifico che ha a lungo sottovalutato o ironizzato sul ruolo degli ormoni nell'attività cerebrale femminile. I suoi studi come direttrice del Women's Mood and Hormone Clinic all'Università della California a San Francisco l'hanno portata a offrire spiegazioni che utilizzano la chimica cerebrale per spiegare una vasta gamma di comportamenti.

Le diversità cerebrali, secondo la studiosa, aiutano a capire non solo perché le bambine preferiscono le bambole e i maschietti i camion-giocattolo, ma anche quali imperativi si scatenano nella mente di una teen-ager per spingerla a diventare ossessionata - assai più dei coetanei dell'altro sesso - dagli instant messenger e dai messaggini telefonici.

In un viaggio alla scoperta degli effetti di ormoni come ossitocina, prolattina, estrogeni e dopamina, il libro affronta le ragioni neurologiche per cui le donne pensano al sesso meno degli uomini e quali cambiamenti avvengono nella chimica cerebrale dopo un parto o dopo la menopausa. Le tesi della Brizendine vanno a inserirsi in un filone di studi, prolifico negli Usa, che sta avendo effetti anche sul sistema educativo del paese.
Varie scuole di pensiero che godono di ampio seguito, per esempio, sostengono che le diversità fisiche e mentali di maschi e femmine richiedono modalità di insegnamento differenti: una teoria che è alla base del numero sempre crescente di classi scolastiche che prevedono la separazione dei sessi.

 

Dalla rivista Newton