L'impegno chic
cinema e politica

Gran sfilata di bellissime in abito lungo.
Poi Sean Penn, presidente della giuria, attacca Bush.

Sean Penn.15 maggio 2008. - È Sean Penn, con la sua faccia stropicciata e l’aria a disagio, anche quando indossa un perfetto smoking Armani, il protagonista principale del gala con cui si è inaugurata la 61ª edizione del Festival. Per l’attore e regista, presidente della giuria di quest’anno, sono state organizzate due sorprese. Prima una carrellata di immagini dei suoi film, da She’s so lovely a Dead man walking, da 21 grammi alla Sottile linea rossa. Poi l’esibizione del cantante e chitarrista Richie Evans, primo nella storia del rock a salire sul palcoscenico del Festival di Woodstock. In suo onore, Evans ha cantato Motherlesse child, il brano con la parola «freedom», libertà, ripetuta all’infinito.

Insomma, regalo a Sean Penn, ma anche citazioni di sapore sessantottino, a quarant’anni dal maggio del Festival interrotto. In apertura Penn aveva voluto lanciare un appello in favore del cinema meno convenzionale: «I selezionatori di Cannes hanno sempre scelto grandi film con grandi attori, hanno scoperto talenti come quello di Dennis Hopper, che è qui adesso. Vorrei dire ai produttori e ai distributori di sostenere questo genere di film, aiutandoli a incontrare il loro pubblico». Penn non si è poi lasciato sfuggire l’occasione per attaccare George W. Bush: «Quando qualcuno agisce senza cervello e senza cuore - ha detto - si finisce per ammazzare centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo».

Sulla scalinata del Palais, oltre ai giurati Sergio Castellitto (definito «magnifique» dal presentatore Edouard Baer), Alexander Maria Lara, Rachid Bouchareb, Alfonso Cuaron, Natalie Portman, Marjane Satrapi, Apichatpong Weerethakul, Jeanne Balibar, si sono visti, come da tradizione, gioielli sontuosi, bellezze raggianti, toilette coraggiose. La più criticata Julianne Moore, con un abito giallo ornato di piume che ne mortificava il fascino combattivo, la più fotografata Bar Rafaeli, top model ma soprattutto ex-fidanzata di Leonardo DiCaprio, la più elegante Cate Blanchett, la più ritoccata Faye Dunaway. Dall’Italia arrivano Afef, in Cavalli, e Ornella Muti con cascata di riccioli e neofidanzato al fianco.

Per l’Oréal sfila il trio formato da Eva Longoria (beccata da Canal Plus a sonnecchiare durante la cerimonia), la diva indiana Aishwarya Rai (anche lei in Cavalli) e Rachida Brakni. Da oggi la giuria è al lavoro. Prima di iniziare, Sean Penn ha voluto mettere in chiaro che non farà favoritismi di nessun tipo, neanche nei confronti dell’amico Clint Eastwood in concorso con The changeling. L’unico elemento che può influenzare i giurati «è la cultura di appartenenza. Faremo di tutto per rispettare quelle da cui provengono i film in competizione, e comunque sono convinto che il cinema faccia parte di un bagaglio universale che appartiene a tutti».

 

(La Stampa.it)