Ricercatori italiani fanno "il pieno" di ricerche su Science
La scorsa settimana, cinque articoli pubblicati dalla più prestigiosa rivista mondiale
del settore hanno visto presenti nomi di studiosi italiani.

12 maggio 2007. - E' super la ricerca italiana: la scorsa settimana ben cinque lavori pubblicati sulle pagine della più prestigiosa rivista scientifica mondiale, l'americana Science, vedono tra gli autori ricercatori italiani.

''Segno della qualità della nostra ricerca, nonostante tutti i suoi problemi di finanziamenti, strutturali e organizzativi e il basso numero di ricercatori - dichiara il genetista Giuseppe Novelli della seconda Università di Roma Tor Vergata - visto che pubblicare su Science non è affatto facile e che su 100 articoli presentati alla rivista solo 5-6 sono in media accettati per la pubblicazione''.

Non è rara la firma italiana su lavori che escono su riviste di prestigio come Science, spesso purtroppo si tratta anche di nomi italiani emigrati in paesi dove fare ricerca è più facile, come gli Usa. Ma stavolta il Bel Paese ha fatto proprio il pieno con ben 5 lavori sullo stesso numero.

Si tratta dello studio sul cancro al polmone: ricercatori leader nel mondo come gli americani dei mastodontici e ricchissimi centri di ricerca di Boston si sono infatti avvalsi della preziosissima collaborazione di Federico Cappuzzo dell'Istituto Clinico Humanitas di Rozzano per scoprire i meccanismi della farmaco-resistenza del cancro.

C'è poi la scoperta, grazie Luca Basino e Alessio Maiolica dell'Istituto Europeo di Oncologia di Milano diretti da Michele Pagano della Università di New York, di un nuovo ingranaggio genetico dell'orologio naturale del nostro corpo.

E ancora un'importante risultato della ricerca di base sul funzionamento dei neuroni, la scoperta della proteina "camallo", messo a segno da Chiara Collesi e Ottavio Cremona della Fondazione IFOM Istituto Firc di Oncologia Molecolare e Università Vita Salute San Raffaele di Milano, diretti da Pietro De Camilli dell'Istituto Howard Hughes Medical presso New Haven.

E non è finita: due studi internazionali che vedono tra gli autori Stefano Casola della Fondazione IFOM di Milano ed Elena Vigorito a Cambridge hanno individuato nuove molecole cruciali nel "management" del sistema immunitario, i microRna, mai noti finora in questo ruolo; e il paper firmato anche da Maria Riparbelli e Giuliano Callaini dell'Università di Siena su un'importante struttura della cellula, il "centriolo".

''E' un grande risultato - sostiene Novelli - tanti lavori tutti su un unico numero di Science, la loro presenza su questa rivista altamente selettiva dice che sono articoli di valore''.

E questo ci fa onore perché l'Italia è un paese con pochi ricercatori, solo 3.000 sono quelli strutturati e tanti, troppi, precari. ''L'Italia - prosegue Novelli - come numero di pubblicazioni è al terzo posto mondiale, essere così presenti su Science significa non solo quantità ma anche qualità''.

''Nonostante tutto - conclude Novelli - ovvero malgrado si cambino ogni 2-3 anni lo statuto dei ricercatori e i metodi di selezione, nonostante la carenza di finanziamenti. Se cambiassero queste condizioni saremmo i primi".

 

Dalla rivista NEWTON