Uno per tutti, tutti per Dalí

Hollywood al lavoro con tre film sul grande pittore surrealista,
protagonisti Johnny Depp, Al Pacino, Peter O’Toole, e gli eredi collaborano.

Johnny Depp.LOS ANGELES, 8 agosto 2007. - Innamorarsi di Salvador Dalí, uno, due, tre volte. Può succedere che più persone a Hollywood si mettano a lavorare sullo stesso argomento, magari rischiando di mangiarsi l’un l’altro. E’ successo con Truman Capote, personaggio in due film diversi. Ma se Capote è andato bene e ha anche vinto un Oscar grazie all'interpretazione dello scrittore Philip Seymour Hoffman, l'altro, Infamous, è stato giudicato superiore dalla critica, ma non ha fatto un centesimo, colpevole soltanto di essere arrivato dopo.

Se a Hollywood i progetti sono quattro, vuol dire che sotto c’è un argomento davvero scottante: per esempio la guerra in Iraq. Invece, al centro di tanta attenzione c’è Dalí, il grande pittore surrealista amico di Buñuel, il catalano che ha affascinato il mondo con le sue bizzarrie, con l’eccentricità delle sue abitudini, con la strepitosa abilità nel vendere se stesso.

Tra coloro che inseguono da più tempo un progetto cinematografico sulla vita del pittore c'è il produttore Peter Rawley, che per Dalí vorrebbe Johnny Depp. Secondo il produttore, Dalí sarà un racconto sull'intera vita del pittore e non su alcuni particolari momenti, come invece accade negli altri progetti. Sarà girato tra Barcellona e Praga. Il secondo progetto, anche questo girato prevalentemente in Spagna, dovrebbe essere diretto da Andrew Niccol, lo sceneggiatore di The Truman Show. Intitolato Dalí e io, la storia surreale, si basa sull’autobiografia di Stan Lauryssens e sarà imperniato sulla relazione tra l'artista, interpretato da Al Pacino, e l'autore, un suo vicino di casa. Il terzo si chiamerà Goodbye Dalí, prodotto da David Permut che sta aspettando il sì definitivo di Peter O'Toole che farebbe la parte dell'artista nella sua tarda età, alle prese con il mercante d’arte Allan Rich. Anche questo film sarà girato in Spagna, oltre che a New York.

Tre progetti ben accettati dagli eredi del pittore, che non hanno avuto problemi con la richiesta delle tre produzioni di avere accesso al suo materiale di archivio e ai suoi dipinti. Hanno posto come unica condizione che la memoria di Dalí venga trattata con rispetto e fanno anzi sapere che potrebbe esserci addirittura un quarto film, girato nell'Europa Centrale.

Il perché di questa improvvisa folgorazione nei confronti di Salvador Dalí non è chiaro. Una parte la devono aver giocata le celebrazioni per il centenario, nel 2004. E la riscoperta del fatto che Dalí, un artista appartenente alla prima generazione che ha vissuto la magia del cinema, aveva un'immaginazione estremamente cinematica. I suoi dipinti, dopotutto, sono dei film il cui mistero si manifesta nel nostro inconscio, con immagini in continua trasformazione che producono l'effetto ottico di apparenti zumate, pause e improvvisi tagli.

Dalí a sua volta ha avuto sempre un grande fascino nei confronti del cinema, e il Tate Museum recentemente gli ha dedicato una mostra, Dalí and Film. Molti i lavori del pittore per il cinema, anche se la maggior parte dei progetti non sono mai approdati nelle sale. In Un Chien Andalou e in L'Age d'Or ha lavorato con Luis Buñuel, poi lo ha fatto con i fratelli Marx e con Fritz Lang, mentre per Alfred Hitchcock aveva sviluppato la sequenza di un sogno per Spellound. Quindi c'è stata la collaborazione con la Disney. Ma quando consegnò il cartone chiamato Destino, Walt Disney, il fondatore, lo buttò nel cestino definendolo troppo surrealista. Disney era però molto affascinato dalla fantasia di Dalí e dieci anni dopo gli chiese di provare a mettere in piedi un Don Quijote. Adesso Dalí è argomento di ben quattro film. Quale vincerà? Se la tradizione verrà rispettata un'altra volta, il vantaggio andrà a chi sarà in grado di presentarsi al pubblico per primo. Tra gli addetti ai lavori di Hollywood la sensazione è che Depp si farà indietro, e che a beneficiarne sarà il progetto di Niccol, quello con Pacino nella parte del pittore.

 

(La Stampa.it)