Biblioteca digitale europea
contro Google passi da lumaca
Google è atterrato alla Fiera del libro di Francoforte per convincere gli editori europei a mettere on line le proprie opere. Mentre il progetto antagonista della Biblioteca Digitale Europea è ancora in alto mare.

6 ottobre 2006. - Nel dicembre 2004 Google ha sorpreso il mondo intero annunciando il lancio di Google Print, un progetto che mira a digitalizzare, entro il 2010, 15 milioni di libri conservati in cinque autorevoli biblioteche anglosassoni. Da allora i navigatori del Web possono accedere alle versioni integrali di opere di pubblico dominio (ovvero, secondo la legislazione statunitense, tutte quelle opere pubblicate fino al 1922). Ma le brame del gigante americano sembrano non aver limiti: Google parteciperà alla Fiera del Libro di Francoforte per convincere gli editori europei a digitalizzare e pubblicizzare sul suo motore di ricerca le loro più recenti pubblicazioni. In questo modo, inserendo nel motore di ricerca alcune parole chiave estrapolate da un testo di nuova pubblicazione, Google ne regala un’anteprima di cinque pagine ed un elenco di link alle più importanti biblioteche, librerie e portali di “shopping editoriale” on line, dove è possibile reperire il testo. Un’occasione da non perdere per gli editori europei, perché consente loro di restare in possesso dei diritti d’autore sulle opere e di assicurarsi gratuitamente una visibilità in Rete.

Se Cervantes cede al fascino di Google

All'altro capo dell'Oceano, il presidente della Biblioteca Nazionale Francese Jean-Noël Jeanneney ha gridato per primo allo scandalo, mettendo in guardia le istituzioni culturali europee dal pericolo di un monopolio del motore di ricerca nel mercato della digitalizzazione del sapere. A quei tempi, però, la maggior parte dei testi resi disponibili dalla biblioteca di Google erano in lingua inglese.

Ma oggi il colosso statunitense sta tentando di espugnare il mercato europeo. La prima a capitolare è stata l’Università Complutense di Madrid, che ha appena stipulato un contratto di sei anni per la digitalizzazione di 300.000 volumi della biblioteca omonima, ad un ritmo di quasi 3000 opere al giorno. La seconda biblioteca universitaria spagnola per grandezza è intenzionata a trasferire dai propri scaffali alla Rete non solo i classici della letteratura spagnola e latinoamericana ormai di pubblico dominio (Miguel de Cervantes, Quevedo o Garcilaso de la Vega), ma perfino tutti i testi nelle lingue francese, tedesco, latino, italiano e inglese non più soggetti a copyright. L’Università Complutense si appresta così a diventare, dopo Oxford, il secondo ateneo europeo la cui biblioteca ha aperto le porte al colosso mondiale della digitalizzazione.

«Google sta operando nella più completa illegalità», prorompe la direttrice della Federazione degli Editori Europei Anne Bergman-Tahon. «Ha scannerizzato un centinaio di opere pubblicate dal gruppo editoriale francese La Martinière e conservate nella biblioteca dell’Università del Michigan, nonostante siano ancora protette dal diritto d’autore. Non solo. Il semplice fatto che un’azienda possegga una copia digitale di un’opera e ne faccia un uso commerciale settant’anni prima della morte dell’autore viola la legislazione europea in materia». Ed ora il dibattito si è spostato nelle aule dei tribunali francesi.

90.000 libri on-line su Gallica

Nel 2004 la lenta macchina burocratica europea si è finalmente messa in moto. Per competere con Google è stata quindi proposta la creazione dellaBiblioteca Digitale Europea, ossia «un database multilingue comunitario che consentirà di accedere e di effettuare ricerche on line nel patrimonio culturale digitale europeo», che oggigiorno è ancora disseminato fra gli archivi di diversi enti in tutta Europa. Pioniera fra le diverse biblioteche nazionali che hanno già iniziato a digitalizzare i propri archivi documentali è la Biblioteca Nazionale di Francia, che tramite il portale Internet Gallica ha già messo on line ben 90.000 libri e più di 80.000 immagini.

E nel 2008 attraverso il portale The European Library, che offre già un catalogo generale di numerosi testi, l’accesso multilingue ad almeno 2 milioni di libri digitali catalogati in diciannove biblioteche nazionali europee dovrebbe diventare realtà. Sempre secondo le previsioni dell’Ue, nel 2010 la Biblioteca Digitale Europea dovrebbe mettere a disposizione numerose opere conservate in diversi archivi, musei ed altre biblioteche, includendo probabilmente anche numerose opere di recente pubblicazione e quindi ancora tutelate dal diritto d’autore.

L’Europa vuole l’accesso a pagamento per l’opera integrale

Gli editori europei sanno che il futuro dell’editoria sarà nella digitalizzazione. «Ma non vogliamo che il prestito virtuale diventi l’unica modalità di accesso ad un testo. Le biblioteche non possono infatti diffondere un numero illimitato di copie, perché questo condannerebbe gli editori e le librerie all’estinzione» puntualizza Anne Bergman-Tahon. Per questo motivo, gli editori europei collaborano con la Commissione affinché la nuova biblioteca consenta di avere accesso a pagamento alle versioni integrali (e non ad un mero estratto, come offre invece Google Books) di opere ancora tutelate dal copyright. «È quindi necessario limitare il numero di copie a disposizione dei navigatori. Quando le scorte virtuali della biblioteca saranno esaurite, bisognerà richiederne una copia ed attendere, oppure comprare il libro digitale direttamente in libreria» ci spiega la direttrice della Federazione degli Editori Europei.

Ma la Biblioteca Digitale Europea è ancora in costruzione. Ecco perché la raccomandazione dell’Unione Europea dell’agosto 2006 invita gli Stati membri ad unire i propri sforzi a livello nazionale per superare le difficoltà che rallentano l’effettiva realizzazione della Biblioteca.

Entro il 2010 la Biblioteca Digitale Europea dovrebbe mettere a disposizione 6 milioni di libri digitali, una quantità ben lontana dai quindici milioni di testi che l’ambizioso Google intende raggiungere nei prossimi quattro anni. La Fiera di Francoforte non velocizzerà probabilmente la realizzazione del progetto, ma visto che l’edizione di quest’anno mette l’accento sulla digitalizzazione del libro, potrebbe ricordare all’Europa il suo ritardo rispetto a Google. Il colosso statunitense non aspetta, ed ha già intrapreso nuove iniziative come la Open Content Alliance (Microsoft e Yahoo) ed il Progetto Gutemberg, che ha già immesso in rete ben 19.000 libri digitalizzati. Se la famosa Biblioteca Digitale Europea vuole essere un’alternativa reale al progetto, gli Stati membri devono ricaricare le batterie.

 

Da cafebabel.com